NEWS
Storia demografica d’Italia: crescita, crisi e sfide
Bassa fecondità, migrazione dei giovani, elevato indebitamento e bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro: come contrastare questi fattori che contribuiscono alla creazione di una spirale di basso sviluppo?
La demografia è un tema di forte attualità che influenza diversi aspetti della società, tra cui l’economia, e pertanto richiede un’analisi approfondita per comprenderne le basi.
In questa intervista a Roberto Impicciatore, demografo e Professore all’Università di Bologna, nonché autore insieme ad Alessandro Rosina del libro edito da Carocci, “Storia demografica d’Italia. Crescita, crisi, sfide”, si evidenzia l’excursus demografico del nostro Paese arrivando ad identificare i fattori che potrebbero delineare un’inversione di tendenza nella complessa situazione odierna.
Oggi l’invecchiamento della popolazione in Italia si accompagna a sfide come bassa fecondità, migrazione dei giovani, elevato indebitamento e bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Questi fattori creano una spirale di basso sviluppo e invecchiamento demografico.
Al contrario, negli anni 50′, 60′, 70′ ad accompagnare il boom economico del Paese, vi fu un vero e proprio boom demografico. Tuttavia, negli ultimi decenni, si è assistito a tendenze a lungo termine, quali la transizione demografica, che hanno portato ad un calo della fecondità e delle nascite: questo declino è una tendenza che delineata già dagli anni ’80 e culminata negli anni ’90. L’invecchiamento della popolazione è un risultato evidente di questo processo che porta a una struttura demografica per età sbilanciata con una crescente quota di anziani.
E’ importante evidenziare come le sfide demografiche attuali siano di fatto il risultato di scelte e dinamiche passate.
Riuscire a fare previsioni demografiche è complesso, come sottolinea il Professor Impicciatore, ma alcune tendenze sono già chiaramente delineate: in Italia, nei prossimi decenni, si prevede una diminuzione della popolazione, con una perdita annuale significativa di persone in età lavorativa.
Per far fronte a queste dinamiche e delineare un’inversione di rotta, il Professor Impicciatore suggerisce politiche e azioni coordinate su più fronti. Da un lato, serve investire in politiche sociali per facilitare il percorso delle giovani coppie e contribuire così a aumentare la fecondità: l’esempio della Germania dimostra che è possibile influenzare positivamente la fecondità attraverso misure sociali; favorire inoltre l’autonomia dei giovani accelerando il processo di inserimento nel mondo del lavoro e della vita indipendente è altrettanto importante: ciò include anche la flessibilizzazione degli affitti per consentire una transizione più rapida e flessibile.
Fra le misure più utili e rilevanti, si evidenzia la promozione dell’occupazione femminile, che presenta vantaggi significativi, fra i quali emergono una fecondità più elevata, maggiore empowerment femminile e una compensazione per la perdita di lavoratori dovuta all’invecchiamento. In relazione alle politiche rivolte alle donne, si denota anche la necessità di migliorare la conciliazione tra lavoro e famiglia attraverso misure che agevolino il rapporto fra i ruoli di cura e il lavoro, come ad esempio la flessibilizzazione degli orari scolastici e il supporto agli asili nido.
Estendere gli studentati e facilitare l’accesso all’istruzione universitaria al di fuori della propria città può contribuire all’acquisizione di capitale umano mentre, favorire canali legali di ingresso per gli immigrati può contribuire a bilanciare i mercati del lavoro e affrontare le sfide demografiche.
L’Italia deve quindi affrontare le sfide demografiche con un approccio multifattoriale, coinvolgendo politiche sociali, economiche ed educative per costruire un futuro sostenibile.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.