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Rotazione settoriale in corso nei mercati finanziari?

L’inizio del nuovo anno è stato promettente per tutti gli investimenti azionari complice il ritorno della fiducia per la ripresa economica globale. Ma questa ripresa economica avrà sicuramente una locomotiva e dei vagoni.

LOCOMOTIVA EURO. In Europa, la locomotiva come al solito e sicuramente sarà la Germania. E la nostra Italia?  C’è chi crede nelle potenzialità del nostro listino e  fa esercizio di ottimismo della volontà oppure c’è chi ha ottimismo di ragione? Il recente passato di Piazza Affari giustifica qualche perplessità, anche alla luce del fatto che gli handicap strutturali non sono cambiati. «Ma nel mio caso si tratta di ottimismo della ragione, basato su cambiamenti macroeconomici avvenuti nel 2010».

 A quali elementi si riferisce? Quello dello scorso anno è stato un mercato asimmetrico, che ha premiato le aree di forte sviluppo, i paesi emergenti, e le economie più coinvolte in questo processo, a partire da Usa e Germania. L’Italia è stata penalizzata principalmente per due motivi: l’incertezza sul fatto di appartenere o no al disastrato gruppo dei Pigs e la composizione del suo mercato.

Si è ritenuto che le piccole capitalizzazioni e le società finanziarie, che abbondano in Piazza Affari, fossero meno profittevoli di altre. Questi però sono problemi annosi. Cosa è cambiato?  È cambiato il quadro. In un mese, tra dicembre 2010 e gennaio di quest’anno, si è verificata un’imponente rotazione di mercati e settori. Gli operatori si sono resi conto che alcune aree mondiali erano sopravvalutate e la rotazione ha fatto sì che molti capitali siano tornati a casa. Un rientro che è stato accelerato dalla crisi del Nordafrica. Verso quali comparti si stanno dirigendo? La prossima spinta potrebbe arrivare dal settore bancario e da quello assicurativo.

UNA DOMANDA. Le aziende di credito italiane sono nettamente sottovalutate rispetto ai competitor europei. Ma ci sono anche altre storie interessanti: le piccole e medie capitalizzazioni in genere hanno potenzialità ancora inespresse dai corsi. Va bene l’ottimismo, ma nei prossimi mesi non mancheranno certamente i nodi da sciogliere, non ultimo la tragedia che ha investito il Giappone e ha visto crollare i listini mondiali per tre giorni consecutivi erodendo tutto il guadagno che si era registrato dall’inizio dell’anno. E poi i recenti downgrade che hanno colpito nell’ordine Grecia, Spagna e Portogallo?

Il vero punto di domanda riguarda il fatto che la crescita in Europa si consolidi in misura tale da rendere meno pericolosa la condizione dei paesi più deboli, come Grecia e Spagna. Dipenderà dall’andamento delle economie di queste nazioni, ma anche dalle volontà politiche. Chi vivrà, vedrà ma io resto fiducioso, ma come ben sappiamo siamo sotto il cielo.

18/03/2011 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Vincenzo Polimeno