NEWS

REPORT SETTIMANALE SUI MERCATI FINANZIARI

La magica trimestrale riporta la luce. Nell’ottava appena conclusa i mercati mondiali hanno invertito la rotta complice le ottime trimestrali pubblicate dalle società americane, ben oltre le attese degli analisti, anche se i dati macroeconomici lasciano intravedere ancora segnali di rallentamento (sono dell’ opinione che proprio in questo periodo tutto è lasciato al caso e i dati macroeconomici contano ben poco). A livello europeo la piazza migliore è stata Francoforte con il DAX300 che è progredito del 8,79%, seguita dall’ indice francese, il CAC40 che è cresciuto del 7,89% cosi come l’ indice inglese, il FTSE100 in rialzo del 6,34%. A livello settoriale  possiamo segnalare in denaro il rimbalzo del settore automobilistico (+16,30% spinto al rialzo dai dati positivi relativi alle immatricolazioni di nuove autovetture), di quello delle risorse di base (+12,09%) ed infine il settore assicurativo (+10,22%)  mentre in lettera non  dobbiamo segnalare nessun settore.

Fra i principali titoli protagonisti assoluti Ing Group (+22,26%), Daimler (+19,46% per aver ceduto il 40% ad un fondo emiro) e Volkswagen Ag (+17,26%) mentre in lettera segnaliamo solo Nokia  (-7,01% il tonfo è relativo ai pessimi dati diffusi in questo trimestre).

Piazza Affari chiude la settimana con il rimbalzo dello Ftse/Mib (+7,69%), trainato soprattutto dai titoli del settore automobilistico e bancario. Questa settimana abbiamo assistito al rimbalzo di tutto ciò che era andato perduto nel mese di giugno e luglio e come avevo preventivato grazie alla serie di ottime trimestrali. Fra i titoli maggiori possiamo segnalare in denaro, Fiat (+16,68% grazie agli ottimi dati sulle immatricolazioni e alla cattura di ulteriori quote di mercato), Prysmian (+14,06%) ed Unicredit (+12,00% spinto al rialzo grazie al rimbalzo dell’ intero comparto dovuto alle ottime trimestrali pubblicate dalle varie corporate targate USA) mentre non posso segnalare nessun titolo in lettera.
Wall Street chiude una settimana molto calda, in un frangente in cui sono piovute sui desk degli analisti copiose trimestrali. La considerazione che l’S&P500 possa continuare a muoversi in alto soltanto con il supporto dei titoli finanziari si sta rivelando appropriata. In questo momento i financial-stocks rappresentano l’anima del mercato azionario americano e per questo rivestono un’importanza maggiore rispetto ai titoli degli altri indotti settoriali. A galvanizzare l’equity-market al rialzo e a dare la sensazione che il bull-market possa dire la propria, ricacciando per ora nel cassetto l’idea finora univoca ed assolutistica che i corsi a Wall Street debbano sulla base di quanto sta accadendo per forza di cose contrarsi, è stata la trimestrale di Goldman Sachs (+10,55%) che ha fatto letteralmente il pieno di utili seguita a ruota da Jp Morgan, Citigroup e Bank of America.

Questa settimana, l’indice S&P500 ha chiuso con un rialzo del 6,97%, mentre il Nasdaq e il DJIA hanno fatto segnare rispettivamente una performance del 7,4% e un rialzo del 7,33%. In quest’ ultima settimana abbiamo assistito al rimbalzo del settore dei servizi finanziari (+20,35%) e del settore dei semiconduttori (+14,45%), mentre in lettera non devo segnalare nessun settore.

Settimana all’ insegna del denaro per il Nikkei225 (+1,16%) appesantito dalla forza dello yen e da pessimi dati macro. Nonostante tutto il listino giapponese è stato trainato al rialzo grazie alle super performance dei titoli legati al settore finanzario e dell’hi tech.
Il mercato delle materie prime essendo correlato positivamente al mercato azionario e in maniera inversa all’evoluzione del biglietto verde ha finito per recuperare quasi completamente le perdite conseguite nella precedente ottava. I protagonisti in assoluto della settimana in ordine di performance sono stati i metalli di base con il nickel in testa (+11,54%) seguito a ruota dal rame e dall’ alluminio. In evidenza anche il grano. In territorio negativo troviamo il mais e la soia. Quest’ultima è stata il fanalino di coda avendo accusato una flessione su base settimanale del 10,53%. Il contratto future sul petrolio WTI con consegna agosto 2009 al Nymex di NY, nella sua ultima settimana di contrattazione, si è mosso nell’intervallo di prezzo 58,32 $ (livello minimo dal lontano 19 maggio) – 63,99 $ per poi registrare una chiusura a 63,56 dollari al barile, in rialzo di oltre 3,5 dollari.

Durante l’ottava il mercato dei cambi è rimasto ibrido come se da un’ottava all’altra non sia cambiato molto sul fronte valutario. In effetti a parte i soliti price-action ciclici ed anti-ciclici che si sono riversati sull’FX -market in balia dei flussi di equity-market e bond-market, manca al mercato valutario una legge su cui poggiare e su cui poter gravitare secondo logiche fondamentali, in un contesto in cui i market movers hanno ripiegato ideologicamente soltanto sull’oro giallo quale divisa di riserva.
L’euro-dollaro nella settimana ha provato a sviluppare un timido movimento rialzista, accompagnando la ripresa dell’equity-market ma risultando bloccato nei suoi movimenti dal price-action dicotomico di euro-sterlina e cable e dalla scarsa direzionalità del dollaro-yen, non così reattivo come l’euro-yen.

L’euro-dollaro ha disegnato un massimo nella settimana a 1,4165 ed un minimo a 1,3898, chiudendo sulla parte alta a 1,4102, in rialzo di oltre una figura e mezzo. Il supporto identificato con la media-mobile a 50-giorni continua a muoversi in alto, essendo ora a 1,3960. Sulla parte alta si guarda prima a 1,4202 e poi a 1,4339. Non sembrano esserci al momento sul mercato grandi idee da perseguire, sebbene il consolidamento dell’euro-dollaro al di sopra di 1,4100 possa voler dire che il dollaro sia comunque in tensione. Sugli altri cross principali non è successo molto. Quanto all’euro-yen, dopo aver fintato la caduta, essendo ridisceso fino a 127,02, suddetto cross ha ripreso colore tanto quanto le borse recuperando circa quattro figure e attestandosi poco sotto l’area di 133,00, in prossimità della linea di trend rialzista disegnata nel 2009. In fasi cicliche di mercato l’euro-yen appare molto più direzionale dell’euro-dollaro.

Per quanto riguarda la settimana obbligazionaria, il contratto-future sul BUND che ha avviato le contrattazioni a quota 122,33 punti, dopo aver scambiato nell’intervallo 120,82 – 122,47, ha archiviato gli scambi a quota 121,15 punti, in calo di oltre una figura, finendo così per dilapidare i guadagni messi a segno nelle precedenti due ottave. I rendimenti dei titoli governativi tedeschi e italiani hanno finito per risalire la china. Un movimento questo giustificato dalla minore avversione al rischio da parte degli investitori, basta vedere l’andamento delle principali Borse internazionali e il restringimento dello spread sul CROSSOVER a 5-anni. In entrambe le aree (GERMANIA/ITALIA) la curva dei rendimenti ha registrato un flattening seppur con un movimento dicotomico. In Germania il rendimento a 2 -anni si è attestato all’ 1,25%, il 10-anni al 3,40% e il 30-anni al 4,17%.

In Italia invece i rendimenti offerti dai titoli governativi pari durata sono pari rispettivamente all’ 1,73%, al 4,41% e al 5,39%. Finora l’andamento dei titoli europei è stato coerente con un quadro di risalita dell’avversione al rischio, dovuta ai timori sulla velocità della ripresa, che ha premiato i titoli dei Paesi tradizionalmente considerati più sicuri, come USA e Germania, a discapito di paesi come Italia, Spagna e Grecia, contribuendo in particolare ad un allargamento dello spread BUND/BTP, oggi pari a 101 centesimi e in restringimento nell’ultima ottava. L’economia mondiale sta iniziando a uscire da una recessione senza precedenti nell’era post Seconda Guerra Mondiale, ma il processo di stabilizzazione non è uniforme e si prevede una ripresa debole.

Dopo qualche ottava all’insegna di un ampio recupero i titoli di stato americani hanno dovuto fare i conti con il profit taking, innescato da un lato dai dati sull’inflazione americana e dall’altro da trimestrali relative alla corporate-America più rosee di quanto il mercato si potesse immaginare. Certamente i numeri sciorinati sui desks degli analisti da Goldman Sachs hanno fatto credere al mercato che le banche a stelle e strisce sono forse in grado ancora di pulsare e
di produrre utili quanto basta a controbilanciare le svalutazioni che il credit-crunch ha prodotto. Una stabilizzazione del quadro finanziario certamente aiuta a distendere la risk-adversion provocando un environment più favorevole all’equitymarket e dunque meno benevolo nei confronti del fixed-income governativo all’unisono.

Non che i bonds non siano più appetibili, ma quella dell’ottava è sembrata più una reazione bearish al movimento bullish di Wall Street, peraltro rafforzata dall’opportunità del profit-taking tattico, che altro. Tuttavia bisognerà capire se questo sell-flow tattico possa trasformarsi in strategico. I tassi a 2-anni rendono l’ 1,00%, quelli a 10-anni il 3,65% e quelli a 30-anni il 4,54%. La liquidità immessa nel sistema spiegherebbe in parte la compressione verso il basso dei tassi a breve-termine della curva, mentre i tassi a lunga appaiono più battuti ogni qualvolta viene fuori un dato migliore delle stime in chiave pro-ciclica.
 
                                     
                                  MARKET MOVER DELLA SETTIMANA
 
Per quanto riguarda la settimana macroeconomica europea non sarà una sette giorni ricca di dati dove dobbiamo segnalare solo Mercoledi 22 Luglio la pubblicazione dei dati relativi ai nuovi ordini industriali per il mese di maggio su base mensile e annuale, stimati in lieve miglioramento, poi a seguire Giovedi 23 la pubblicazione delle partite correnti stagionali e in Gb la pubblicazione delle vendite al dettaglio ed infine Venerdi 24 la pubblicazione indici PMI manifattura e servizi tedeschi ed europei (in aumento) e sempre in Germania la pubblicazione dell’indice IFO che dovrebbe essere in aumento.

Spostandoci Oltreoceano la settimana si preannuncia scarna di appuntamenti macro. Si iniziera’ lunedi’ con il superindice dell’economia  relativo a giugno mentre martedi’ sara’ il turno del Redbook, cioe’ il dato sulle vendite dei grandi magazzini nell’ultima
settimana. Il momento clou della giornata sara’ rappresentato tuttavia dalla testimonianza di Ben Bernanke sullo stato dell’economia di fronte al Congresso. Mercoledi’ appuntamento
consueto con le richieste di nuovi mutui mentre giovedi’ saranno di scena le richieste iniziali di nuovi mutui e le vendite di case esistenti relative a giugno. Venerdi’ chiusura della settimana con la fiducia dei consumatori di luglio curata dall’universita’ del Michigan. Nuove importanti indicazioni sullo stato di salute  dell’economia americana e del comparto finanziario sono  attese ad ogni modo anche per la prossima settimana che si  preannuncia ricca di appuntamenti sul fronte corporate. Fra i grandi nomi attesi all’esame delle trimestrali da  segnalare Texas Instruments lunedi’, Apple, Caterpillar, DuPont, Merck, Coca Cola e Yahoo martedi’, Altria, Morgan Stanley, Pfizer e Wells Fargo mercoledi’ e 3M, Amazon,  American Express, At&t, McDonald’s e Microsoft giovedi’.

Per quanto riguarda il quadro macroeconomico nipponico dobbiamo segnalare una settimana ricca di appuntamenti dove si comincerà martedi con la pubblicazione delle vendite largo consumo a/a per poi proseguire giovedi con le importazioni ed esportazioni ed infine venerdi con la pubblicazione dell’indice di tutte le attività industriali.

 

Per suggerimenti e chiarimenti scrivete a [email protected]

21/07/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno