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Obama vs Wall Street

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 Obama è rimasto, forse più forte di prima, sul palcoscenico internazionale, sia politico che finanziario. Wall Street non ha reagito come ci si aspettava al rinnovo del mandato presidenziale, ma adesso il futuro della piazza finanziaria statunitense è legato in maniera indissolubile all’azione su alcuni punti fondamentali analizzati in un’interessante approfondimento apparso sul Sole 24Ore.

Il primo riguarda una ridefinizione del Dodd-Frank Act, la riforma finanziaria passata dal Congresso e firmata dal presidente Barack Obama nel 2010 (ma entrata in vigore nel luglio 2012). Questa legge ha contribuito sì, ad aumentare la fiducia dei mercati perché fa sì che l’erogazione di mutui e finanziamenti debba essere sottoposta a maggiori garanzie (vedi origine della crisi dei subprime…) ma ha frenato la ripresa del mercato immobiliare statunitense.

Un altro punto all’ordine del giorno riguarda la VolckerRule (che è contenuta all’interno del Dodd-FranckAct) relativa agli investimenti ad alto rischio che posso fare le banche stesse (ricordiamo che, nonostante la situazione rispetto al 2008 sia migliorata, gli Istituti Oltreoceano non hanno ancora raggiunto il livello di capitale richiesto dalle regole di Basilea 3).

 Carte di credito, prestiti agli studenti e prodotti finanziari retail in generale: altra nota dolente per Wall Street. Si stringono le maglie, ma allo stesso tempo la platea in cui è possibile reperire liquidità. 

Infine, come qui da noi, si fa fatica a regolamentare il mercato dei derivati. Swap e futures subiscono limiti per singolo trader.

Vediamo se il nuovo Presidente aprirà alle esigenze della finanza statunitense. O forse è stato rieletto proprio per la sua chiusura alle loro ragioni?

 

Le mosse dei Gestori dei Fondi dopo la vittoria di Obama

 

  

08/11/2012 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione