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M&A, boom di acquisizioni previste nei prossimi mesi

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Risultato record per le M&A. Nel Global capital confidence barometer di EY il 56% degli intervistati pianifica delle acquisizioni nei prossimi 12 mesi

Con l’economia globale in costante crescita, la quasi totalità dei dirigenti intervistati (98%) ritiene che la crescita economica globale aumenterà o si manterrà stabile. In questo contesto economico, il 56% delle aziende intervistate prevede di perseguire attivamente acquisizioni nei prossimi 12 mesi. Questo quanto emerge dalla XVII edizione del Global capital confidence barometer (Ccb), sondaggio semestrale condotto da EY, in termini di M&A, su oltre 3mila top manager in 43 Paesi.

Il 60% dei dirigenti si attende una crescita di competizione nell’acquisizione di imprese target: di questi, il 51% percepisce i fondi di private equity come il principale concorrente e quasi un quinto dei dirigenti (19%) ritiene probabile un aumento delle acquisizioni ostili il prossimo anno. La quasi totalità dei dirigenti (99%) vede prospettive di miglioramento o stabilità nel mercato M&A globale e solo l’1% si aspetta un calo delle operazioni.

Investire all’estero in un momento di risveglio dei sentimenti nazionali

Nonostante le attuali incertezze legate a temi regolatori e all’accesso ai mercati, quasi tre quarti delle imprese intervistate (73%) prevede di realizzare investimenti M&A in Paesi esteri. Secondo il sondaggio, la ripresa economica europea favorisce gli investimenti in entrata. Il Regno Unito, nonostante gli accordi relativi alla Brexit non siano del tutto definiti, mantiene il primato in Europa come destinazione d’invesitmento.

 

Sempre più rilevante la convergenza dei settori attorno alla tecnologia

Il sondaggio EY evidenzia la convergenza tra settori, in particolare verso l’ambito tecnologico, con un numero sempre maggiore di manager pronti ad investire in questo campo. Mentre il 38% delle aziende aspira a sviluppare internamente le competenze digitali necessarie, il 30% intende svilupparle attraverso aquisizioni, joint venture e alleanze.

I cinque settori che, a livello globale, dimostrano maggiore propensione a realizzare acquisizioni sono: oil and gas (69% degli intervistati), estrazione e lavorazione dei metalli (63%), life sciences (60%), seguiti da telecomunicazioni (59%) e prodotti industriali (59%).

Il corporate venture capital è una tipologia di investimento di crescente importanza in tutti i settori: il 63% ne sta facendo uso o ne prevede l’utilizzo per futuri investimenti.

Secondo il Global capital confidence barometer, per i manager i cinque Paesi più appetibili come destinazione d’investimento sono Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Germania e Australia.

 

Cresce l’attivismo degli azionisti a livello globale

Il cosiddetto ‘attivismo degli azionisti’ è in crescita, poiché gli investitori ricercano un maggior rendimento del capitale impiegato in un periodo di ripresa economica. Le aziende più in difficoltà che oprano in settori in fase di consolidamento soffrono maggiormente la pressione da parte degli azionisti attivisti. Il 91% dei dirigenti stima che il numero di aziende interessate dall’attivismo di azionisti di minoranza aumenterà o rimarrà stabile, mentre quasi la metà (43%) ritiene che l’aumento più significativo di tale attività si verificherà in Nord America, seguito dal 31% in Europa e il 26% nell’area Asia-Pacifico.

 

I manager italiani confermano un rinnovato interesse verso strategie di crescita esterna, in linea con i trend a livello globale

Secondo quanto emerge dalle interviste ai manager in Italia, il 58% prevede acquisizioni o progetti di fusione, con una pipeline di M&A in crescita (per il 24%) o stabile (76%) nei prossimi 12 mesi.

Il 2017 ha infatti registrato, dagli ultimi dati disponibili, un’attività M&A in crescita in Italia rispetto all’anno passato, con 383 operazioni per un valore aggregato di 51,3 miliardi di euro nei primi tre trimestri (gennaio – settembre). L’anno corrente ha quindi già superato a valore il livello dell’anno passato, pari a 49,6 miliardi di euro.

“Crescente interesse si è osservato da parte di investitori internazionali alle eccellenze italiane – commenta Marco Mazzucchelli, EY transaction advisory services leader per l’area mediterranea – tanto che il nostro Paese è risultato quinta destinazione d’investimento favorita dagli intervistati in Europa del Global capital confidence barometer. In particolare, la frammentazione del tessuto industriale italiano è una caratteristica strutturale che offre opportunità di aggregazioni per investitori strategici e finanziari”.

Il 2017 ha infatti registrato, dagli ultimi dati disponibili, un’attività M&A in crescita in Italia rispetto all’anno passato, con 383 operazioni per un valore aggregato di 51,3 miliardi di euro nei primi tre trimestri (gennaio – settembre). L’anno corrente ha quindi già superato a valore il livello dell’anno passato, pari a 49,6 miliardi di euro.

21/12/2017 | Categorie: Economia e Dintorni , Imprese e Pir Firma: Redazione