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Industria dei Fondi Lussemburghesi: un Esempio da Seguire

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Di Anna Teresa Plantamura 

NONOSTANTE CI siano state sottoscrizioni nette per 5 miliardi di euro, il patrimonio globale netto degli OPC lussemburghesi ha chiuso il 2011 con 102 miliardi in meno rispetto alla chiusura dell’anno precedente, con un volume totale che ammontava a 2096 miliardi. Tuttavia, in termini di creazione di nuovi fondi, é stato un anno eccellente, con 3845 fondi domiciliati alla fine di dicembre 2011, crescita che conferma tra l’altro come i fondi di investimento specializzati (SIF, Specialized Investment Fund, fondi creati dalla legge 13 febbraio 2007) siano divenuti una parte essenziale dell’industria lussemburghese dei fondi di investimento, dal momento che contano essi soli il 59% dei 459 nuovi fondi creati in Lussemburgo nel 2011, ovvero 277 SIF. 
 
IN LINEA CON GLI obiettivi stabiliti nella sua “Ambition Paper”, piano d’azione per il quinquennio 2011-2015, l’ALFI persevera nello sforzo di garantire che Lussemburgo resti un centro globale di eccellenza per l’industria dei fondi di investimento, creando opportunità per investitori, professionisti, e la comunità intera. I risultati di tale impegno hanno portato il volume degli attivi sotto gestione nei fondi al risultato record di 2225 miliardi di euro alla fine del mese di aprile 2012, risultato che posiziona il Lussemburgo come primo centro in Europa per i fondi di investimento, seguito da Francia e Germania.  Non c’é dubbio che dopo un 2011 contrastato, punteggiato da avvenimenti politici ed economici che ne hanno infragilito i mercati finanziari, questa crescita degli attivi netti sotto gestione segna un ritorno di fiducia nei prodotti del risparmio gestito. 
 
PERMANGONO PERÓ le preoccupazioni per la pressione normativa a livello mondiale. La tassa sulle transazioni finanziare é evidentemente suscettibile di avere un impatto considerevole sul risparmio e sul successo a lungo termine dell’industria dei fondi di investimento. Eppure, come per il passato, l’ALFI ed il governo lussemburghese continuano a lavorare attivamente in favore di politiche benefiche per il settore dei fondi.
 
NE É UN ESEMPIO recente il disegno di legge che recepisce la direttiva AIFM,(Direttiva AIFM, Il Vantaggio Temporale Per i Gestori Europei) che il ministro delle finanze Luc Frieden ha presentato il 24 agosto scorso alla Camera dei Deputati. Il progetto di legge presenta due caratteristiche principali, destinate a suscitare l’interesse dei professionisti della gestione alternativa. Da una parte la creazione della società in accomandita speciale (SCSp), che va a completare l’offerta dei prodotti per i fondi di investimento con un’organizzazione parternariale nel contempo flessibile e sicura, che dovrebbe adattarsi particolarmente a quegli investitori abituati a questo tipo di struttura, che si ispira al modello della limited partnership anglosassone. D’altro canto, il progetto di legge fornisce maggiori chiarimenti sul regime fiscale del plusvalore.
 
PER I NUMEROSI attori dei fondi alternativi off-shore, che dovrebbero essere portati prossimamente, in virtú dei cambiamenti in atto, a spostarsi verso il mercato continentale, é primordiale che il Lussemburgo sia percepito come una piazza in grado di offrire loro veicoli simili a quelli che già conoscono. Per questo vengono messe in evidenza le particolarità della SCSp: assenza di personalità giuridica e trasparenza totale, due nozioni importanti per gli investitori stranieri.
 
É SENZA DUBBIO lodevole l’ambizione del governo lussemburghese di aprire la strada, essendo tra i primi paesi membri a recepire la direttiva, alla creazione di un quadro legale armonizzato, a livello mondiale, che disciplini l’approvazione e la sorveglianza dei gestori di fondi di investimento alternativi. Ed é altrettanto comprensibile che sia cosí, dal momento che la direttiva AIFM é ritenuta vitale per l’industria dei fondi, pilastro della piazza finanziaria e dell’intera economia lussemburghese. 
 
IL SUO CONTENUTO é destinato a dare nuova spinta all’intero settore poiché, pur imponendo regole piú severe ai gestori ed ai fondi stessi, offre ai professionisti nuove opportunità di sviluppo attraverso un passaporto europeo che permetterà di distribuire i rispettivi fondi all’interno dell’Unione Europea. Inoltre, rafforzerà la capacità del centro finanziario lussemburghese, già ben affermato nella sfera dell’investimento “alternativo”, a proseguire lo sviluppo delle attività di tipo hedge, immobiliare o di private equity. 
 
IL TESTO DI legge sarà votato entro fine anno, ovvero molto prima della data limite, fissata dalla direttiva al 22 luglio 2013. Quindi la piazza finanziaria lussemburghese ha ancora qualche mese di tempo per affilare le armi, e non intende limitarsi ai settori degli hedge funds o del private equity per conquistare nuovi mercati e divenire una piazza sia di prodotti che di gestori. 
 
Un esempio da seguire, o quanto meno da imitare, per molti paesi europei.
 

  

05/09/2012 | Categorie: Finanza personale Firma: Redazione