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Draghi,Bce: la fine di Super Mario?

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 L’accusa contro le misure intraprese dalla Banca Centrale Europea, guidata da Mario Draghi, è di quelle che fanno tremare le stesse fondamenta dell’Europa. Accusa di legittimità dell’attivazione del programma  OMT promosso dallo stesso numero uno della Bce Draghi. Non è cosa da poco e ad aprire la contestazione è  proprio l’omologo  presidente della Bundesbank Jens Weidmann, il falco dei falchi della Banca centrale europea non ascolta nessuno ed è sempre più intransigente.

 
"La decisione che ho preso sull’Omt segnala che sono pronto a limitare lo spazio di manovra", ha tuonato Weidmann, preoccupato che, in caso contrario, utilizzare l’orizzonte attuale possa causare problemi di lungo termine e rischi per la stabilità. Unico membro del direttivo di Francoforte a votare contro l’Omt, sancendo di fatto una spaccatura con il presidente, Mario Draghi, il capo della Buba ha sottolineato che la Corte costituzionale tedesca ha ora "il problema di formalizzare questi limiti in una maniera che sia possibile da applicare".
 
Weidmann ritiene altresì che il problema per la Bce sia l’assunzione, attraverso l’Omt, di rischi relativi a uno specifico Stato membro. Il fatto che l’Omt sia progettato per intervenire e ridurre i premi di rischio di un singolo Paese rappresenta, infatti, "una redistribuzione del rischio sovrano" ed è un problema che "non si risolve inasprendo le condizioni a cui si impegna il Paese beneficiario".
 
Ma non tutti sono contro quello che spesso è stato definito “super Mario”. A prenderne le difese arriva la Mekel  anche Christine Lagarde capo dell’Fmi.  "Lo scudo antispread è stato un punto di svolta e ha evitato una catastrofe, aiutando la politica monetaria a esser di nuovo effettiva", afferma la direttrice del Fmi, senza esprimersi direttamente sulla Corte costituzionale tedesca di Karlsruhe, ma mettendo in guardia implicitamente da un tentativo di silurare l’azione dell’Eurotower.
 
Anche se le misure delle Banche centrali comportano rischi come l’inflazione, si tratta di rischi gestibili. Nel corso del 2012, quando i tassi di Paesi come Spagna e Italia sono saliti a valori record, ricorda, si è corso il pericolo di un crollo della zona euro. In questo scenario, i mezzi tradizionali della politica montearia non sarebbero bastati: "la decisione della Bce di scendere in campo nell’emergenza ha cambiato tutto".
 
Senza l’Omt, avverte Christine Lagarde, oggi ci sarebbero stagnazione, più disoccupazione e tensione sociale. Di consuguenza, un’uscita prematura dalle misure straordinarie potrebbe distruggere di nuovo la fiducia recuperata e i Paesi sovra indebitati dovrebbero combattere di nuovo col rischio di dover uscire dall’euro. Si associa il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, secondo il quale Draghi ha agito in modo logico e ha difeso con forza la moneta unica.
 

  

12/06/2013 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione