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DEBITO: maledizione o benedizione

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Indici azionari ormai prossimi ai livelli record, prezzi del petrolio in via di stabilizzazione, timori estivi su Brexit, Cina e Italia accantonati. E dopo la straordinaria generosità delle banche centrali, forse anche i governi inizieranno ad attingere alla cornucopia fiscale. Non si dovrebbe quindi essere euforici, soprattutto sapendo che questo rally non è alimentato dall’euforia ma dallo scetticismo?

 
La realtà è che in questo contesto, la crescita economica rimane modesta, soprattutto nei mercati sviluppati, e il contesto politico è incerto. L’affare Brexit, non ancora definitivamente concluso, si sta lentamente ma inesorabilmente trasformando in un grattacapo sia per i governi, sia per le imprese. L’Italia è alla vigilia di un referendum e le elezioni statunitensi sono ormai imminenti. E sui mercati emergenti diversi fattori potrebbero porre fine alla favola estiva, in particolare il prezzo del petrolio, la forza del dollaro Usa o il calo della domanda di importazioni della Cina. Ecco perché  Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di Deutsche Asset Management, suggerisce un approccio più sobrio. 
 
Per il momento, tuttavia, quasi tutte le asset class possono ancora contare sulla generosità delle banche centrali. Un’interruzione imminente delle politiche monetarie accomodanti appare improbabile, se non addirittura impossibile.
 
“Confermiamo il nostro cauto ottimismo perché la situazione non è poi così negativa. Di fatto, quasi tutte le economie stanno avanzando in un contesto di tiepida crescita e per molte asset class non potrebbero esserci condizioni migliori", ha commentato Kreuzkamp, che  speriamo che i mercati rimangano noiosi, perché anche così è difficile ottenere solidi rendimenti.”
 
Focus
Le richieste di piani di stimolo finanziati da debito diventano sempre più pressanti. Intanto ci si chiede se con l’emissione di nuovo debito si otterrà un’accelerazione della crescita o piuttosto del rischio, facendo deragliare lo sviluppo economico nel lungo periodo.
 
Macro
Dopo il voto sulla Brexit, nel Regno Unito si prospetta un rallentamento degli investimenti che in un clima di incertezza politica potrebbe indebolire la crescita nell’Eurozona. L’economia statunitense conferma la sua moderata traiettoria di crescita.
 
Obbligazioni 
Dall’inizio dell’anno la nostra opinione sulle obbligazioni emergenti nei segmenti del debito sovrano e corporate è diventata sempre più positiva. Continuiamo inoltre a prediligere le obbligazioni societarie statunitensi ed europee di categoria investment grade.
 
Azioni
Il contesto di bassi rendimenti può essere una facile argomentazione a sostegno di un aumento dei multipli di valutazione. Ma questo approccio sarebbe fuorviante. I bassi rendimenti sono al tempo stesso una maledizione e una benedizione per i mercati azionari.
 
Investimenti alternativi liquidi 
Il 2016 è stato un anno da dimenticare per le strategie azionarie long/short e difficilmente assisteremo a un miglioramento nell’immediato. Continuiamo a ravvisare migliori opportunità in altre aree.
 
Multi Asset
Sono tempi difficili per chi è in cerca di rendimenti. In termini risk-adjusted continuiamo a favorire gli asset che generano reddito, per esempio obbligazioni e azioni con rendimenti apprezzabili.
 
Infrastrutture
Gli investimenti infrastrutturali sono di moda, grazie anche alla stabilità degli utili e ai dividendi elevati. Il rischio chiave per questa asset class sarebbe un aumento inatteso dei tassi di interesse corretti per l’inflazione.
 
Commodity
Considerati i fondamentali e i livelli delle scorte di petrolio, ci aspettiamo un lieve incremento dei prezzi petroliferi. L’oro beneficerà dell’incertezza politica e dei bassi tassi di interesse.
 
Valute
Le banche centrali sono ancora alla ricerca di soluzioni creative per controllare la curva dei rendimenti (nominali), tuttavia in questo momento le valute dipendono chiaramente dai differenziali reali tra i tassi.
 

  

17/10/2016 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione