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……efficienza dei mercati azionari ………un’utopia

Nell’ambito della teoria dei mercati finanziari il passaggio da una visione lineare del mercato, la menzionata ipotesi di mercato efficiente, ad una non lineare ha iniziato a svilupparsi quando da approfonditi studi sui rendimenti giornalieri dei titoli compiuti da Fama (1965) iniziarono ad emergere elementi in contrasto con il paradigma lineare, ossia con l’ipotesi di random walk (rendimenti distribuiti normalmente e serialmente indipendenti).
Da tali ricerche si evidenziò una distribuzione leptocurtotica dei rendimenti (spostamento verso destra del valore medio rispetto alla distribuzione normale, con frequenze molto più elevate e assumendo “code” più spesse – fat tails -) e quindi l’impossibilità di interpretare il mercato basandosi sugli assunti del mercato efficiente: cominciarono così a svilupparsi numerose teorie e strumenti finalizzati allo studio delle dinamiche non lineari del mercato finanziario, considerato come un sistema dinamico complesso.
Una grande critica all’Ipotesi dei Mercati Efficienti riguarda l’ipotesi di razionalità degli operatori.

È difficile infatti sostenere la tesi secondo cui le persone, in generale, e gli investitori, in  particolare, siano completamente “razionali”. L’esser razionale comporta la “non-reazione alle non-informazioni”, dove per non-informazioni si intendono quelle irrilevanti. Dal momento che il prezzo del titolo deve essere uguale al suo valore fondamentale, i prezzi non dovrebbero reagire ai movimenti della domanda e dell’offerta di un titolo non accompagnati da nuove informazioni sul valore fondamentale dello stesso titolo e l’investitore, sapendo ciò, non ne dovrebbe esserne influenzato. La principale implicazione derivante da questa reazione rapida e precisa dei prezzi alle nuove informazioni è che l’insieme informativo non ha nessun valore quando si stanno facendo soldi, come rivela il famoso contributo di Fama (1970).
L’evidenza su cosa gli investitori fanno in realtà smentisce categoricamente tali assunti, infatti, è una verità lapalissiana che i titoli hanno un andamento influenzato a volte anche semplicemente da congetture e previsioni future, inoltre molti investitori cercano proprio di interpretare anche le minime sfumature per sfruttarle a loro vantaggio; che ci riescano o meno ciò che interessa qui è che tali comportamenti fanno divergere il valore dei titoli dal valore fondamentale e trasformano a mio parere  l’informazione irrilevante in una variabile strategica in grado di generare vantaggio competitivo per gli investitori, per gli azionisti e naturalmente per le società quotate.
Quanto detto può farci affermare con un certo grado di sicurezza che gli investitori non sono razionali.

Ulteriore confutazione a quanto detto deriva dai numerosi paradossi che si verificano sul mercato, cioè regolarità di comportamento nei prezzi dei titoli che possono essere sfruttate per conseguire extra profitti, ma di questo ne parleremo accuratamente nel successivo articolo, queste anomalie indeboliscono ulteriormente l’egemonia delle IME.
Un comune disconoscimento che si ritrova negli articoli finanziari che riferiscono di “anomalie” è che non è possibile testare direttamente l’efficienza del mercato, è solo possibile condurre test congiunti (joint test) di efficienza di mercato e di qualche modello di equilibrio dei prezzi. Alla luce di questo problema, Fama e French, concludono che “la tendenza verso l’inversione (reversal) può riflettere rendimenti attesi “time varying” generati dal comportamento di investitori “razionali” e dalle dinamiche di comuni variabili guida macroeconomiche. D’altra parte, le inversioni generate da una componente stazionaria dei prezzi possono riflettere onde di over-reaction (eccesso di reazione) nel mercato del tipo assunto nei modelli di mercato inefficiente.
Se la “prevedibilità” dei rendimenti riflette “inefficienza” di mercato o rendimenti in eccesso “varianti nel tempo” generati dal comportamento di un investitore “razionale” è, e rimarrà, una questione ancora aperta.

19/05/2008 | Categorie: Finanza personale Firma: Rossella Galli