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NPL, in Italia volumi in calo, ma più elevati d’Europa

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Nonostante il calo registrato a partire dal 2016, i volumi dei non performing loans restano ancora i più elevati in Europa, 324 miliardi di euro verso i 341 miliardi di fine 2015 (-5%). Lo si apprende all’interno dello studio di PwC “The italian Npl market – The place to be”, dal quale emerge che i gross bad loans – circa il 62% del totale Npl  – si sono mantenuti stabili nel corso del 2016, attestandosi a fine anno a 200 miliardi, mentre i valori netti ammontano a 87 miliardi, in diminuzione di 2 miliardi rispetto a fine 2015, con il bad loan coverage ratio che migliora di un punto percentuale pari al 56,5% a fine 2016.

 
In questo contesto, le banche con i più alti coefficienti di Npl stanno attraversando una importante e necessaria fase di ristrutturazione che produrrà un impatto profondo sul panorama bancario italiano. 
Le principali banche italiane sono impegnate nel portare a compimento piani strategici di valorizzazione delle esposizioni deteriorate. Tra gli eventi più significativi del primo semestre 2017 registriamo la cessione da Unicredit di 17,7 miliardi a due veicoli costituti rispettivamente da Fortress Investment Group e Pimco, con una quota di minoranza mantenuta dall’istituto cedente. Oltre che la cessione di un portafoglio Npl misto garantito/chirografario di 2,5 miliardi da parte di Intesa Sanpaolo al fondo Crc, piuttosto che la cessione di un portafoglio di 750 milioni di Banco Bpm ceduto ad Algebris.
 
La gestione dei portafogli di Npl sta, infatti, evolvendo in misura significativa sull’onda degli impatti delle linee guida Bce.  “Le disposizioni del regolatore sono state decisive, si vedano gli enormi impatti organizzativi e di mercato che le linee guida Bce piuttosto che il principio contabile IFRS9, di prossima applicazione, stanno generando tra gli operatori del mercato: banche, investitori e servicers – ha spiegato  Fedele Pascuzzi, business recovery services leader di PwC – Questi ultimi sempre più assumeranno un ruolo primario e forniranno un contributo decisivo in relazione all’urgenza di efficientare e normalizzare il fenomeno italiano dei Npl.  
 
Senza contare che il mercato del servicing mostra al contempo profondi segnali di evoluzione e movimenti di consolidamento tra gli operatori del settore. 
Alla luce di ciò, PwC si attende volumi di transazioni che nel 2017 potranno facilmente raggiungere e superare quota 60 miliardi, interessando portafogli di bad loans (sofferenze) ma anche altre tipologie di non performing loans tra cui, in particolare, il segmento sempre più attuale degli unlikely to pay (inadempienze probabili). Inoltre stanno arrivando sul mercato portafogli focalizzati su segmenti specifici, tra cui posizioni con sottostanti misti, performing e deteriorati ed iniziative di sviluppo immobiliare.  
 
“Il mercato italiano dei Npl  è in una fase evolutiva e dinamica, spinta dalla impellente necessità di trovare soluzioni decisive che, da un lato, consentano alle banche di ridurre i volumi di esposizioni deteriorate e dall’altro permettano loro di focalizzarsi sulle priorità strategiche – ha commentato Pier Paolo Masenza, financial services deals leader di PwC, che poi ha concluso dicendo: "Le operazioni straordinarie di ristrutturazione cui stiamo assistendo, come le recentissime disposizioni urgenti per la liquidazione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, nonché i piani strategici di deleverage aventi ad oggetto i portafogli di Npl delle banche maggiori, confermano il momento topico che sta vivendo il mercato. Situazioni diverse di natura variegata che alla fine, insieme, genereranno quest’anno volumi di transazioni Npl (inclusivi di asset class miste, si veda il peso crescente degli Utp) superiori ai 60 miliardi”.
 

  

03/07/2017 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione