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Banche e STRESS TEST, ITALIA a due volti

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Partiamo dalla narrazione dell’esito generale dei famigerati stress test di fine luglio. Nel loro insieme il sistema bancario europeo ha superato l’esame. "Gli stress test mostrano i benefici del rafforzamento di capitale fatto sino ad ora che si riflettono nella resistenza del sistema bancario europeo a un grave shock". Lo ha detto Andrea Enria, economista italiano alla guida dell’Eba, a margine della presentazione a Londra dei risultati dello stress test su 51 istituti europei, ripreso da La Repubblica.

 
Sulla stessa linea d’onda anche la Bce. "Le banche dell’Eurozona, nel corso degli stress test condotti dall’Eba, hanno mostrato una maggiore capacità di assorbire shock economici rispetto all’esercizio condotto nel 2014. I risultati degli stress test, sottolinea la Bce, "dimostrano che le banche dell’area dell’euro sono diventate più resistenti" e che "le attese in termini di richieste di capitale di vigilanza resteranno nel complesso stabili rispetto al 2015".
 
A livello generale, fra le 51 banche esaminate dall’Autorità bancaria europea (qui trovate il documento Eba completo http://storage.eba.europa.eu/documents/10180/1532819/2016-EU-wide-stress-test-Results.pdf), l’irlandese Royal Bank of Scotland e la Allied Irish Bank escono con parecchi danni, un capitale di miglior qualità (il CET1, appunto) praticamente dimezzato e poco sopra il 7%. Deutsche Bank, che pure non subisce il tracollo che qualcuno ipotizzava e non vede una stangata sui derivati e sui rischi di mercato, va al 7,80% nello scenario peggiore ipotizzato dall’Eba: capitale penalizzato, ma in miglioramento dal 7% del 2014.Miglioramento anche nello scenario di base, al 12,1% dal 10,5%.
 
Sul fronte italiano l’analisi appare in chiaro scuro. Tra le buone notizie esce in buona salute Intesa Sanpaolo, che rispetterebbe le condizioni della vigilanza anche nello scenario avverso 10,21% di CEt1) e a maggior ragione in quello base (12,80%). Se la cava bene, a sorpresa dopo recenti e discusse indiscrezioni, il Banco Popolare (9,05% nello scenario avverso). Tiene bene Ubi (8,85% nello scenario peggiore).
 
Lo scenario cambia però se facciamo riferimento a Unicredit e Mps, che sono risultate tra le 10 peggiori banche analizzate con quest’ultima che riceve la stangata più forte fra tutti gli istituti del Continente: un crollo a -2,44% del coefficiente patrimoniale CET1 che azzera il capitale nello scenario avverso e spiega le fortissime tensioni degli ultimi mesi, prima dell’aumento di capitale e della maxi-cessione di crediti cattivi annunciati per correre ai ripari extremis.
 
Monte dei Paschi di Siena, dopo l’estenuante trattativa europea e lo sblocco sfociato nella soluzione di mercato ufficializzata che esclude l’intervento pubblico, riceve un vero e proprio schiaffo, come riporta Ansa: il capitale CET1 è azzerato crolla sottozero, a -2,44% nello scenario avverso, per il quale nei test del 2015 era prevista una soglia minima del 5,5% sotto la quale scattava la cura della Bce da approntare immediatamente.
 
Situazione  diversa per Unicredit, che nello scenario avverso è al 7,10%,a ma si colloca comunque al quarto peggior posto fra i 51 istituti europei per capitale su base transitoria, e alla sesta peggiore nello scenario avverso. E’ con un occhio altrettanto attento all’apertura della borsa lunedì che l’istituto, che ha appena nominato alla guida Jean Pierre Mustier, fa sapere che valuterà "se siano necessarie ulteriori misure o modifiche del piano di capitale".
 
 

  

31/07/2016 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione