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Pmi, ai fondi Pir il 23% del flottante medio di Aim

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Primo bilancio su fondi Pir e Pmi, a un anno dall’introduzione della normativa. L’analisi dell’Osservatorio Aim di IR Top

Gli investitori Pir compliant detengono il 23% del flottante medio di Aim. Lo si apprende all’interno dell’Osservatorio Aim di IR Top, partner equity markets di Borsa Italiana – Lse Group, che ha analizzato l’impatto dei Pir sull’Aim Italia (mercato rivolto a Pmi), sulla base della capitalizzazione di mercato a fine 2017 pari a 5,7 miliardi di euro, tracciando il primo bilancio a un anno dall’introduzione della normativa.

“L’interesse delle case di investimento verso le Pmi quotate è aumentato grazie alla revisione della normativa che ha reso il mercato Aim un’opportunità di investimento efficiente anche dal punto di vista fiscale. A un anno dall’introduzione della nuova normativa, i fondi Pir, tra cui Mediolanum, Arca, Azimut, Fidelity e Julius Bar, detengono oggi sull’Aim una quota pari al 23% del flottante – dichiara Anna Lambiase, amministratore delegato IR Top, che poi aggiunge che si tratta di un fatto molto positivo perché questi investitori seguono logiche di investimento riflettendo la natura stessa dei Pir, investendo quindi a medio-lungo termine con una finalità strategica, e sono selezionatori, per cui non si limitano a replicare l’indice ma cercano la qualità quando questa è riconoscibile. “In Italia, considerando che l’Aim rappresenta il 30% dell’universo investibile Pir, con 94 società quotate e una capitalizzazione di 5,7 miliardi di euro, abbiamo assistito nel 2017 a un sensibile miglioramento dei parametri di qualità del mercato tracciati dall’incremento di liquidità, da un numero di investitori in crescita e da storie di impresa che già rappresentano casi di successo come Clabo che ha segnato +254%, Fope +127%, Elettra Investimenti +107%, Smre +107%, Digital Magics +104% e WM Capital + 101%”, prosegue Lambiase. In realtà, un fenomeno simile è avvenuto anche in altri Paesi. “L’esperienza degli Isa (Individual Savings Accounts), lanciati nel ‘99 in Uk dimostra che un portfolio composto da un insieme di azioni quotate su Aim può essere “tax-efficient” e la scelta di small cap può essere determinante per la pianificazione finanziaria – aggiunge Lambiase – Dal 1995, oltre 3.500 aziende si sono quotate sul’Aim Londra, mercato caratterizzato da equity story di successo come Asos, tra i principali rivenditori fashion e lifstyle online quotato nel 2001, con una capitalizzazione iniziale di 16 milioni di euro e un valore attuale di circa 6,4 miliardi; Domino’s Pizza che capitalizza 2 miliardi di euro, circa 40 volte il valore di Ipo, Mulberry con una capitalizzazione di circa 717 milioni di euro e una performance da Ipo di +560%”.

 

L’attesa per lo sviluppo del mercato deve andare nella direzione della selettività e potrà essere ulteriormente rafforzato dalla recente introduzione del credito di imposta per i costi di Ipo.  “Il binomio Pir-Cdi sta favorendo l’accesso delle Pmi al mercato per finanziare progetti di crescita, come concreta alternativa al tradizionale canale bancario”, conferma l’ad di IR Top.

 

Ecco l’elenco degli investitori istituzionali più attivi sul mercato Aim Italia. I primi 14 investitori Pir detengono il 90% della quota.

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A distanza di 1 anno dall’introduzione dei Pir i vantaggi sull’Aim sono stati i seguenti:

AUMENTO DEL NUMERO DI INVESTITORI ISTITUZIONALI SULLE MID/SMALL CAP ITALIANE

Nuovi capitali provenienti dai Pir, che hanno una riserva del 21% per le Mid/Small Cap, hanno alimentato l’interesse verso una porzione di mercato azionario storicamente caratterizzata da un minor numero di investitori rispetto alle società Mib.

 

INCREMENTO DELLA LIQUIDITÀ E RIDUZIONE DEL GAP TRA PERFORMANCE AZIONARIE E FONDAMENTALI

L’introduzione di nuovi fondi Pir compliant, in capo ai quali non sussiste l’obbligo del lock up di 5 anni sui singoli titoli, ha incrementato la liquidità delle Mid/Small Cap, migliorando gli scambi in termini di volumi e controvalore e riducendo il gap tra performance azionarie e performance dei fondamentali delle aziende.

 

INGRESSO DI NUOVE TIPOLOGIE DI INVESTITORI “STRATEGICI”

Si è incrementato l’interesse verso l’investimento in economia reale delle Pmi e cominciano ad affacciarsi investitori a lungo termine come fondi pensione, casse di previdenza e assicurazioni precedentemente assenti.

 

INTERESSE DI INVESTITORI ISTITUZIONALI ESTERI

L’incremento della liquidità dei singoli titoli azionari sta generando un rinnovato interesse degli investitori esteri verso il nostro mercato finanziario.

 

SVILUPPO DEL MERCATO PRIMARIO CON NUOVE IPO

I Pir stanno generando una nuova domanda di Ipo, ampliando l’universo investibile. Con un mercato più efficiente la quotazione di Borsa diventa per le Pmi italiane una valida alternativa al credito bancario.

 

18/01/2018 | Categorie: Imprese e Pir , Investimenti Firma: Redazione