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Stranded assets, tre strategie
per un portafoglio più green

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Un’analisi sull’ottimizzazione dei portafogli contenenti investimenti poco sostenibili

Gli stranded assets e il loro ruolo nelle scelte di investimento

Il mondo sempre più mutevole in cui viviamo ha portato in auge il fenomeno dei cosiddetti “stranded assets”. Quest’ultimi sono definiti come attività che hanno subito svalutazioni, deprezzamenti o trasformazioni in passività inattesi o prematuri. Gli stranded assets sono un fenomeno molto importante anche in tema di sostenibilità. La transizione energetica, la conversione ad attività ad impatto zero, novità a livello normativo comportano un rischio per le società esposte a settori o attività non sostenibili: quella della perdita di valore dei propri assets, che dunque devono essere svalutati con una conseguente perdita sui bilanci delle società interessate.

Tre strategie per il consulente per gestire al meglio il rischio

È un fenomeno molto importante da tenere in considerazione dal consulente finanziario, che può approcciare questa problematica con tre strategie differenti. La prima è quella del disinvestimento (divest) da queste attività: se un cliente ha in portafoglio società di settori che sono esposte al rischio di stranded asstes, una possibilità è quella di consigliarne l’uscita. Vendere i titoli di queste società mette al riparo il cliente da potenziali perdite sul titolo quotato in borsa causate da svalutazioni inattese. La strategia appena vista riguarda il caso in cui il titolo è già nel portafoglio del proprio cliente. Se invece non è in possesso di azioni soggette a tale rischio, allora nella scelta delle soluzioni d’investimento da proporre la strategia da usare è quella delle esclusioni: non considerare dall’universo investibile tutti quei settori o quelle società che potenzialmente sono esposti al rischio di stranded assets.

Un approccio positivo agli investimenti: integrare la sostenibilità

Le due strategie appena viste hanno un approccio che può definirsi “negativo”: si basano essenzialmente sul vendere titoli in proprio possesso o non comprarli, limitandosi così ad evitare titoli più rischiosi. C’è una terza strategia, che invece ha un atteggiamento “positivo” nei confronti degli investimenti da effettuare e che consente di affiancare alla strategia di contenimento del rischio anche la sostenibilità. Si tratta di andare a scegliere società di settori in cui questo rischio è azzerato o ridotto al minimo, come, per esempio, il cosiddetto settore delle tecnologie pulite o delle energie rinnovabili, rendendo così il portafoglio non solo esente dal rischio stranded assets, ma anche sostenibile.

Strategie combinate

Ovviamente tutte queste tre strategie sono anche complementari tra loro. Ad esempio, un consulente finanziario potrebbe, una volta svolto lo screening degli investimenti detenuti dal proprio cliente, consigliare la vendita di alcune società a rischio stranded asstes e reinvestire il ricavato in titoli di società del settore delle tecnologie pulite.

02/03/2021 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Alberto Cascione