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REPORT SETTIMANALE SUI MERCATI FINANZIARI

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Vi segnalo che a breve pubblicherò un libro, edito dall’ amico Paolo Buro, sui derivati strumenti odiati dai risparmiatori. Questo libro dal titolo: Capire i derivati guida consapevole al risparmiatore vorrà essere un vademecum per come non incorrere in errore e riuscire a guadagnare con questi strumenti anche in periodi di cosiddette vacche magre. Per info potete contattarmi al mio indirizzo mail: [email protected]

Navighiamo a vista, il peggio non è arrivato e meno male. Nell’ottava appena conclusa i mercati mondiali hanno continuato a percorrere la strada del ribasso, proseguendo il cammino imboccato la scorsa settimana. Senza troppa voglia di scendere, però, come hanno testimoniato i volumi in calo e, soprattutto, il dato positivo del Nasdaq che in una settimana ha guadagnato lo 0,73%.

E’ probabile che gli investitori stiano prendendo tempo in attesa che si delinei un quadro più chiaro sia della situazione macro, sia quello delle singole aziende. Nelle prossime settimane, del resto, le aziende quotate inizieranno a pubblicare le trimestrali e soprattutto a fornire indicazioni per i bilanci di fine anno. A livello europeo la piazza peggiore è stata Parigi con il CAC40 che è arretrato del 2,84%, seguita dall’ indice inglese, il FTSE100 che ha accusato un calo del 2,41% cosi come l’ indice tedesco, il DAX30 in calo dello 1.30%. A livello settoriale dobbiamo segnalare in denaro solo il settore automobilistico (+3,44% spinto al rialzo dalle indiscrezioni circolate nella scorsa settimana secondo le quali Volkswagen sarebbe sul punto di rilevare una quota di Suzuki), seguito dal settore del commercio (+0.80%) ed infine il settore delle tlc (+0,06%) mentre in lettera dobbiamo segnalare il settore  energetico (-4,55%) seguito dal settore della salute (-3,41%) ed infine da quello chimico (-2,82%). Fra i principali titoli protagonisti assoluti Volkswagen (+11,34% sulle voci di un’offerta sul 10% della casa giapponese Suzuki hanno messo le ali al titolo della casa tedesca), Anglo America (+11,18% sulle continue voci di un intressamento da parte di Valeo) e Carrefour (+6,11%) mentre in lettera segnaliamo Sanofi Aventis (-15,60%), Credit Agricole (-12,65%) e Peugeot S.A. (-9,29% che continua a correre al ribasso).

Piazza Affari chiude la settimana con il terzo ribasso consecutivo dello Ftse/Mib (-2,67%), ma il dato è fasullo in quanto questa settimana il nostro indice nella prima giornata di contrattazione ha visto lo stacco delle cedole per A2A, Enel, Terna e Tenaris. Complessivamente lo stacco delle cedole ha inciso per lo 0,75%. Comunque non abbiamo assistito a nessun tracollo anche se dobbiamo dire che non si sono neppure verificati rialzi a doppia cifra. Resto sulla difensiva ed attendo la madre della verità: la stagione delle trimestrali.

 Fra i titoli maggiori si mettono in evidenza Campari (+6,22% dovuta al successo ottenuta negli Usa per il collocamento presso gli investitori istituzionali per complessivi 250 mln per scadenze che vanno dai 5 ai 10 anni. Tutto ciò ha permesso di tirare un sospiro di sollievo per il rimborso che riguarda la recente acquisizione di Wild Turkey), Ansaldo (+4,08% continuano le notizie speculative sul titolo ma non dobbiamo dimenticare l’ottima trimestrale del gruppo che la rendono molto appetibile in questi tempi di vacche magre ) ed infine Telecom (+3,93% rally settimanale positivo dovuto non ad uno ma due report positivi, il primo da parte di Goldman Sachs e l’altro da parte di Equita Sim).

In rosso, invece, questa settimana, Lottomatica (-5,94% è stata l’ultima seduta della settimana a rovinare tutto. Sembra possa essere messo in discussione il rinnovo della concessione sul Gratta e Vinci che scade il prossimo anno ma secondo me il titolo è stato troppo penalizzato e a breve mi attendo un bel rimbalzo), FonSai (-4,45% dovuto al cedimento del supporto in area 11,95) e Stm (-4,33% penso che molti stiano passando alla cassa dopo che il titolo dal 9 Marzo abbia fatto segnare una performance strabiliante del 73%).

Wall Street dopo il rally dei mercati tra il 9 di marzo e l’11 di giugno, che ha permesso allo S&P di guadagnare oltre il 40%, aveva indotto molti a sperare che il peggio potesse essere ormai alle spalle e che Wall Street potesse continuare a correre, come tradizione, anche nei mesi estivi. Invece nel corso delle ultime settimane e’ tornato a prevalere il nervosismo e il timore che i germogli intravisti da molti nell’economia possano ingiallire prima di tramutarsi in ripresa piena. Un sentimento questo espresso con chiarezza pure giovedi da Warren Buffett che e’ stato come di consueto categorico: “Ricevo rapporti anche quotidiani da circa 70 aziende del gruppo – ha detto – e tutto quello che vedo e’ che non c’e’ stata alcuna ripresa delle attivita’. Sicuramente e’ molto importante aver superato il periodo critico di settembre e ottobre quando il sistema finanziario rischiava il collasso. Ma in termini di ripresa dell’economia occorre tempo. C’era molta capacita’ in eccesso da eliminare e credo che questo processo di correzione durera’ ancora molto”.

Prevede una fase di ripiegamento per i mercati anche Jp Morgan Securities secondo cui lo S&P 500 scendera’ nei prossimi mesi fino a settembre in una forbice compresa tra gli 830 e gli 875 punti contro gli attuali 917. Questa settimana, l’indice S&P500 ha chiuso con un ribasso marginale dello 0,25%, mentre il Nasdaq e il DJIA hanno fatto segnare rispettivamente un rialzo dello 0,73% e un ribasso dell’ 1,19%. In quest’ ultima settimana abbiamo assistito al rimbalzo del settore dei componenti elettronici (+4,95%) e del settore aereo (+4,02%), mentre in lettera dobbiamo segnalare il settore aerospaziale (-5,43%) e del gas (- 4,91%).

Settimana all’ insegna del denaro per il Nikkei225 (+0,93%) che staziona sotto la soglia dei 10000punti (9877,39). A spingere al rialzo il listino giapponese gli acquisti sui comparti chimici ed industriali.
Nonostante la debolezza del dollaro, le materie prime hanno concluso la settimana in territorio negativo complice i realizzi sul finire della settimana, ma anche per un certo pessimismo sulle sorti dell’economia, che ha esercitato il suo influsso pure sui mercati azionari. A braccetto con Wall Street il petrolio è tornato a scendere lasciando sul terreno circa due dollari al barile : il Wti ha chiuso poco sopra i 69 $ al barile. Vendite anche sui metalli non ferrosi. Sostenuto invece i metalli preziosi ed in particolare l’oro tornato sopra quota 940 $ l’oncia.

Durante l’ottava il mercato dei cambi ha chiuso l’ottava evidenziando ancora una volta una sua tendenza di fondo all’insegna della lateralità e comunque dell’erraticità.  Il mercato è peraltro apparso ingessato agli occhi degli traders dal sottile trading estivo. Mancano flussi capaci di smuovere le acque in un frangente in cui il mercato dei cambi ha dimostrato negli ultimi mesi di essere in preda ai flussi più che ai fondamentali. Suddetta constatazione vale soprattutto per i cross tra divise classiche, specchio e riflesso di quasi azzerate parità dei tassi d’interesse e di differenziali di labor-costs praticamente nulli in media.

Ragionando in materia di interest-rate-parity si potrebbe arrivare a conclusioni più nitide soltanto in materia di yen, con i differenziali di tasso sulle parti a lungo-termine molto invitanti. Tuttavia la parità dei tassi vale soprattutto con riferimento ai money-markets. La divisa nipponica contro euro nelle ultime sedute ha oscillato in modo più laterale, rispettando però finora la tenuta della trendline rialzista di medio-termine. Il primo livello sulla parte alta è quello relativo alla media-mobile a 25-giorni a 135,11, per poi posizionare gli sguardi a 139,22. Sulla parte bassa i supporti si posizionano lontani a 132,00- 132,60, zona questa molto nevralgica. Il dollaro-yen dal canto suo ha assunto un price-action indecifrabile nelle ultime settimane, trovandosi proprio a ridosso della media-mobile a 200-giorni a 95,98.

Laviolazione rialzista dell’area compresa tra 96,75 e 96,98, dove in venti pips si concentrano le medie-mobili a 50 e 100 giorni, costituirebbe un segnale importante nelle prossime sedute, per indurre i traders ad accodarsi ad un eventuale rally del cambio, che per ora rimane a-direzionale. In materia di euro-dollaro, il cross in settimana, partito dal livello di 1,3949, ha concluso la sua fluttuazione lateralizzandosi attorno a 1,4056, dopo aver tentato una sortita sulla parte alta, fino a 1,4138. Il cambio è poi rientrato sulla parte bassa. Il primo supporto giace nella zona di 1,3750-1,3770, mentre la media-mobile a 50-giorni continua a salire a 1,3726. Sulla parte alta i tops da battere sono il livello di 1,4138 prima e quello di 1,4339 poi.

Guardando il grafico relativo al solo mese di giugno si capisce come di fatto l’euro-dollaro non abbia avuto la benché minima direzionalità. Sull’euro-sterlina non è successo molto. Il cambio ha consolidato lateralmente, posizionandosi poco al di sopra di 0,8500, provando a testare per ben due volte la media mobile a 25-giorni discesa a 0,8587 circa. Una sua violazione al rialzo potrebbe riproporre il quadro di debolezza della sterlina in ottica però intra-settimanale. Sulla parte bassa il punto di minimo del recente downtrend a 0,8401 costituisce il supporto. Nel lungo-termine il supporto cruciale passa dinamicamente tra 0,8200 e 0,8260. La violazione al ribasso della media-mobile a 200-giorni ora a 0,8746 ha reso il trend più laterale, riducendone la forza ascensionale.

Sul mercato obbligazionario il contratto-future sul BUND ha archiviato la settimana a quota 120,96 punti, in rialzo di oltre una figura, beneficiando dell’incremento dell’avversione al rischio da parte degli investitori (lo spread del CROSSOVER a 5-anni in Europa è salito di sei punti attestandosi a quota 747 punti dopo aver toccato anche un massimo di 778 punti). Il rendimento del decennale tedesco si è attestato al 3,39% (-11 bps), quello italiano al 4,51% (-7 bps). Così facendo il differenziale è salito a 112 punti base. Il grafico su base giornaliera del decennale tedesco è caratterizzato dalla presenza di un gap formatosi in data 21 maggio, ampio 17 centesimi (3,37% – 3,54%), e non ancora completamento chiusosi. Al momento se sull’ upside un target d’arrivo potrebbe essere rappresentato dal livello di tasso pari al 3,75% sul downside una prima area di test potrebbe coincidere con la media mobile a 50-giorni (3,44%) e in seconda battuta dalla media mobile a 200-giorni (3,36%).

Il mercato obbligazionario ha trovato finora nella recessione mondiale e nella deflazione un valido alleato nel suo percorso rialzista e negli aiuti dei Governi, nell’ allargamento della base monetaria da parte delle banche centrali (con il conseguente timore di un ritorno all’inflazione nel medio – lungo termine) e nel robusto appesantimento dei conti pubblici i principali elementi di disturbo.
Il bond-market americano ha vissuto un’ottava all’insegna del rafforzamento. A tenere banco è stata la Federal Reserve, che si è riunita nel consueto Federal Open Market Committee per decidere della propria politica monetaria. La banca centrale americana ha lasciato invariato il costo del denaro tra 0,00% e 0,25%, lasciando invariata anche la bias (orientamento) all’insegna del “risk to growth”: ciò significa che secondo la FED i rischi allo stato attuale riguardano la crescita e non l’inflazione.

I tassi d’interesse rimarranno ai livelli attuali, con diversi addetti ai lavori che stimano possibile un quadro micro-macro migliore nel secondo semestre del 2009. Le tendenze cicliche potrebbero migliorare maggiormente nel Q4. La caduta dell’indice dei prezzi al consumo a -1,3% y/y ed il rendimento dei temi a 10-30 anni in area 3,50%-4,30% rendono i tassi d’interesse reali accattivanti, o quantomeno più congrui per rischiare su un mercato in cui i BRIC-countries (Brasile, Russia, India e Cina) stanno de-dollarizzando relativamente le proprie riserve vendendo treasuries con il Tesoro USA alle prese con ripetute nuove emissioni che creano il pericolo di eccesso di offerta. Peraltro non bisogna dimenticare l’azione delle case di rating sui sovereign-rating, quello USA compreso. Inoltre il mercato dei treasuries risulta relativamente in dirty-floating (fluttuazione sporca) con la FED che entro l’autunno completerà l’acquisto di complessivi 300 miliardi di dollari di treasuries, espandendo la sua base monetaria. I tassi reali sulla parte a lungo-termine sono ricchi relativamente, come mai accaduto nel recente passato, superando anche il valore del 5%.

Tuttavia di questi tempi le sorti dei tassi USA, in fase ascensionale, sono legate peraltro al price-action del crude-oil che disturba i detentori di questa carta. Il crude-oil al Nymex ha recuperato tanto, ma le tendenze inflazionistiche per ora sembrano controllabili, stando alle parole spese dalla Federal Reserve. Il quadro resta più attrattivo sui temi a lungo-termine, ma non si possono fare stime su eventuali annunci improvvisi da parte delle case di rating che remerebbero contro i titoli di stato americani.

MARKET MOVER DELLA SETTIMANA
 
Per quanto riguarda la settimana macroeconomica europea sarà una sette giorni ricca di dati dove dobbiamo segnalare Lunedi 29 Giugno la pubblicazione dell’ indice di fiducia dell’economia, poi a seguire Martedi 30 la variazione dei n° dei disoccupati in Germania , poi la pubblica zio de del Cpi a/a e le vendite al dettaglio; Mercoledi 1 Luglio la pubblicazione del Pmi manifatturiero (dato finale); Giovedi 2 la pubblicazione del tasso di disoccupazione ed infine Venerdi 3 la pubblicazione del Pmi servizi e composito (dato finale) e  Giovedì 25 la pubblicazione degli ordini all’ industria sia su base mensile che annuale.

Spostandoci Oltreoceano la settimana si preannuncia ricca di appuntamenti macro. Si  iniziera’ martedì con la pubblicazione dell’indice Case Shiller sulle variazioni di prezzi delle abitazioni relativo ad aprile oltre che l’indice Pmi di Chicago e la fiducia dei consumatori misurata dal Conference Board, entrambi relativi a giugno. Mercoledi’ sara’ il turno delle richieste settimanali di mutui, delle spese per costruzioni e dei compravendite di case in fase di definizione, entrambi relativi a maggio e dell’Ism manifatturiero relativo a giugno. Sempre mercoledi’ la societa’ di collocamento Challenger Gray & Christmas rendera’ nota la sua statistica sui licenziamenti annunciati in giugno, mentre la Adp, societa’ del New Jersey specializzata nella preparazione in outsourcing di buste paga, fornira’ la sua stima sui posti di lavoro persi in giugno.

Il dato ufficiale a riguardo del governo arrivera’ giovedi’, insieme al dato sugli ordini alle fabbriche di maggio. Venerdi’ i mercati rimarranno chiusi per il weekend lungo dell’Independence Day. 
Per quanto riguarda il quadro macroeconomico nipponico dobbiamo segnalare una settimana ricca di appuntamenti dove si comincerà lunedi con la pubblicazione della produzione industriale e le vendite al dettaglio per poi proseguire martedi con il Pmi manifatturiero, i consumi delle famigli e la fiducia delle imprese e poi mercoledi sarà la volta dell’indice Tankan.

Per suggerimenti e chiarimenti scrivete a [email protected]

29/06/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno