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Report Settimanale

E l’atleta ha sostato e subito è ripartito? Nell’ottava appena conclusa abbiamo assistito alla ripresa dei listini mondiali trascinati al rialzo dalle buone performances di quelli asiatici (il Nikkei ha riconquistato la soglia dei 10.000 punti) e dal sorprendente dato sul mercato del lavoro (persi solamente 11 mila posti di lavoro e ciò non succedeva dal lontano dicembre 2007) pubblicato nella giornata di venerdi che ha confermato ciò che predico da ormai un mese ossia che il turbo sta per essere inserito ma bisognerà fare attenzione al fenomeno volatilità che sarà un altro importante elemento del fine anno. Il sentiment dei mercati appare comunque positivamente impostato, come conferma anche la fuga accennata dal bene rifugio, l’oro.
A livello europeo la piazza migliore è stata Parigi con il CAC40 che è progredito  del 3,36%, seguito dall’ indice tedesco, il DAX30 che ha registrato un rialzo del 2,32% cosi come l’ indice inglese, il FTSE100 in rialzo del 1,46%. A livello settoriale dobbiamo segnalare in denaro il settore del turismo (+4,69%), seguito da quello delle costruzioni (+4,63%) ed infine quello chimico (+4,59%) mentre in lettera non dobbiamo segnalare nessun settore. Fra i principali titoli protagonisti assoluti Philips (+7,71%), Deutsche Telecom (+7,31%) ed Crh (+7,29%) mentre in lettera segnaliamo Volkswagen (-6,30%), Nokia (-3,83%) e Siemens AG (-3,38%).
Piazza Affari chiude la settimana con un rialzo consistente dello Ftse/Mib (+3,62%), chiudendo la settimana a 22748 punti. Il nostro indice ha terminato la sessione settimanale al di sotto dei 23000 punti e soltanto la rottura prima dei 23300 punti e poi l’assalto dei 23800 punti potranno decretare l’inversione del trend laterale attuale. Di contro, l’area di transito delle medie mobili tra 22.740 e 22.650 farà da primo supporto per eventuali ritracciamenti. Sotto 22.400 il quadro sottostante volgerebbe al negativo con probabile nuovo test del supporto a 21900. Fra i titoli maggiori dobbiamo segnalare in denaro A2A (+8,35% che non sembra risentire delle cattive notizie provenienti dal Comune di Milano dove si vocifera che l’utility potrebbe perdere addirittura la privatizzazione. A me sembra molto improbabile ma come ben sappiamo… la vita non smette mai di stupirti), Fiat (+7,26% titolo spinto al rialzo dai dati mensili delle immatricolazioni e dal colloquio intercorso tra il ministro Scajola e l’ ad Marchionne), e Cir (+6.37%) mentre in lettera, invece, troviamo Bulgari (-6,27% peggior titolo del listino spinto al ribasso per la cessione delle quote azionarie da parte del patron Nicola a 5,85 euro e mi riporta di nuovo ad essere shortista sul titolo), Geox (-1,06% confermando il periodo negativo dell’intero comparto) ed Ansaldo (-0,90% titolo spinto al ribasso dalla vicenda legata al colosso americano Aig).

Affievolitesi le tensioni relative alla crisi finanziaria degli Emirati Arabi a Wall Street è ritornata la calma, con l’S&P500 che ha finito per fluttuare in modo laterale-rialzista. L’S&P500 ha aggiornato i massimi relativi del recente rally a 1.117 punti, per poi ricadere attorno a 1.106 punti, area di fluttuazione boa a guardare il recente price-action. La volatilità implicita in questo indice di borsa è ritornata ad attenuarsi, per essere prezzata attorno al 21% in termini di VIX. I supporti sono costituiti dalla trendline rialzista sviluppatasi da marzo 2009 di natura dinamica e dalla media-mobile a 50 -giorni a 1.078 punti. Il price-action a Wall Street appare consolidare al rialzo mentre ci si avvia verso le festività natalizie e le grosse case nonché i fondi internazionali appaiano più intenti a traghettare i propri portafogli verso il finale d’anno senza ulteriori esposizioni al rischio.
Questa settimana è stata all’ insegna del denaro per il Nikkei225 (+10,40%) che rompe la resistenza posto a 10.000 punti (1022,59) trainata al rialzo dalla svalutazione della moneta promossa dal governo e dalle partnership cominciate da alcuni importanti colossi (vedi Mitsibushi con Psa) con case europee. A brillare in questa settimana è stato in particolar modo il comparto industriale e tecnologico grazie alla nuova debolezza dello yen.
Il mercato delle commodity ha archiviato l’ottava lateralmente. La Cina e l’India su tutte rappresentano l’ancora di salvezza dell’economia mondiale e buona parte delle speranze circa una rapida ripresa sono proprio legate alle sorti dell’area Asia-Pacifico. Il mercato delle materie prime mai come ora si sta mostrando molto sensibile alle notizie provenienti da questa zona geografica. In evidenza nella settimana le soft- commodities, diversi metalli preziosi e i derivati del petrolio. Le vendite hanno invece interessato le materie prime agricole, il nickel e il gas naturale. Il contratto-future sul petrolio al Nymex con scadenza gennaio ‘10 si è mosso nell’intervallo di prezzo 75,13 $ – 79,04 $ per poi attestarsi nel finale al di sotto dei 76 dollari al barile. Settimana ancora una volta nel segno del rialzo da record per il mercato dell’oro il cui primo contratto ha archiviato gli scambi a quota 1.156 dollari l’oncia, dopo essersi spinto fino a quota 1.226,40 $ (nuovo massimo storico). Per tutelarsi dalle quotazioni in calo del dollaro, e dai timori d’inflazione futura, magari alimentata dai grossi debiti accumulati dagli Stati per finanziare le misure di stimolo fiscale, molti investitori hanno puntato sul mercato dell’oro, in un contesto di tassi americani bassi.

Nell’arco dell’ultima settimana il contratto-future sul decennale si è mosso nell’intervallo di prezzo 122,60 – 123,80 per poi archiviare l’ottava a 122,71 punti, in calo di 77 centesimi, in prossimità di una trendline orizzontale passante in area 122,85. La curva dei rendimenti in Germania ha finito per spostarsi verso l’alto: il 2-anni (1,36%) ha guadagnato 11bps, il 5- anni (2,34%) 9bps, il 10-anni (3,22%) 5bps e il 30-anni (3,96%) 4bps. Lo spread di tasso decennale ITA/GER si è ristretto da 87 a 79 punti base così come quello GRE/GER (179 punti base). Dal punto di vista grafico il rendimento del decennale tedesco si trova in prossimità della media mobile a 50-giorni (3,25%).
Oltreoceano, durante la settimana il mercato obbligazionario si è sciolto davanti al dato sui nuovi occupati/disoccupati, davvero molto migliore delle stime a -11mila e col tasso di disoccupazione in caduta da 10,2% a 10,0%. La crisi del labor-market che aveva sostenuto all’unisono i titoli di stato potrebbe remare strutturalmente contro qualora i tassi di disoccupazione dovessero porre in essere un turnaround duraturo e profondo. I tassi a 2-anni sono risaliti a 0,84%, quelli a 10-anni a 3,47% e quelli a 30-anni a 4,40%. Il segnale te cnico più importante lo ha lanciato il price-action del tasso a 10-anni che si è riportato nuovamente al di sopra della media-mobile a 200-giorni a 3,32% creando ulteriore congestione grafica in un trend che appariva privo di direzionalità da tempo sulle parti a lungo -termine. Dopo questa violazione rialzista il mercato dei tassi si ripresenta ancora più criptato di prima, con la curva dei tassi d’interesse che resta molto ripida ed inclinata positivamente. La curva è incapace di appiattirsi, continuando lo spread di tasso a 2-10 anni a navigare a ridosso dei livelli record. Esso non riesce a restringersi, con i tassi a 2-anni che restano depressi.

Il mercato dei cambi, che con la crisi finanziaria di Dubai aveva prodotto come unico cambiamento tra i cross valutari di rilievo la violazione al ribasso della trendline rialzista dell’euro-yen protrattasi da marzo 2009, ha in settimana provato a stabilizzarsi fino ai dati occupazionali USA, con anche questa rottura grafica riassorbita in poche sedute.
L’euro- yen ha riguadagnato in velocità la trendline, riproponendosi nell’ambito di un trend che ritorna ad essere di natura laterale- rialzista. Il sentiment anti- dollarista, che per quanto invasivo non ha spostato il dollaro più di tanto è stato messo in dubbio all’uscita dei dati occupazionali americani. Il tasso di disoccupazione è calato da 10,2% a 10,0%, creando una dinamica rialzista sui tassi d’interesse americani.
In materia di euro- dollaro, il cambio durante l’ottava ha disegnato un massimo a 1,5131, per poi ricadere con i dati occupazionali USA a 1,4850. Le resistenze si annidano a 1,5145, punto violato il quale l’euro- dollaro avrebbe campo aperto fino alla soglia psicologica di 1,55.
In materia di euro- sterlina, il cross non ha prodotto cambiamenti tecnici di rilievo. Esso ha provato a lateralizzarsi disegnando un minimo di settimana a 0,8991 e un massimo a 0,9155, livello questo che costituisce la prima resistenza degna di nota. Sulla parte bassa il supporto si identifica con la media mobile a 200-giorni a 0,8880. A prescindere però dal suo price-action la divisa inglese appare nel complesso inaffidabile in chiave teorica dopo l’aggressiva espansione di base monetaria prodotta dalla Bank of England nel periodo di credit-crunch, alla stessa stregua di quella nipponica. Sia la Bank of England che la Bank of Japan stanno producendo manovre non-convenzionali di ampia portata.

 

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08/12/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno