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Portafoglio, come ottimizzarlo in due step

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Approfondimento sulla costruzione e l’ottimizzazione di un portafoglio di investimento in pochi e semplici passaggi

Costruire un portafoglio di investimento ottimizzato può essere davvero semplice, a patto di rispettare alcune regole base: il profilo di rischio – rendimento del cliente, la necessità di affiancare una parte fissa (core) ad una mobile (satellite) e il mantenimento di un’ampia diversificazione.

Come ottimizzare il profilo rischio – rendimento

Quando si tratta di investire il cliente si aspetta, dal proprio consulente, un elenco di titoli “interessanti” da inserire in portafoglio. Che siano azioni, obbligazioni, fondi o altro non è importante. Ciò che conta è che nella psicologia dell’investitore il consulente è colui (o colei) in grado di offrire  delle dritte in merito al futuro andamento dei mercati finanziari.

Sapendo cosa capiterà in futuro, grazie ad analisi sofisticate e a doti di chiaroveggenza,, il consulente finanziario dovrebbe essere in grado di guidare il cliente attraverso portafogli aggressivi o difensivi, a seconda della “stagione” finanziaria che stiamo vivendo.

Un rapporto impostato su queste basi finirà per essere fonte di delusione e di amarezza per ambo le parti, perché dato che nessuno è in grado di prevedere cosa accadrò in futuro, il livello di rischio che il cliente decide di tollerare non ha nulla a che fare con il recente andamento dei mercati, né con le previsioni circa il loro decorso futuro.

La corretta definizione del profilo rischio – rendimento deve partire dalla perdita massima che il cliente è disposto a tollerare nei prossimi 5 o 10 anni. Al di sotto di questo termine non ha senso parlare di investimento, ma di impiego del risparmio. Quest’ultimo potrà essere collocato in strumenti finanziari a breve termine e privi di rischio come i fondi monetari o i conti deposito.

Tenendo presente che la volatilità storica dei mercati azionari globali è del 30%, individuare la ripartizione ottimale del portafoglio tra azioni e obbligazioni è piuttosto semplice. Basterà moltiplicare per tre la perdita massima accettabile del cliente o dell’investitore che desidera ottimizzare il proprio portafoglio.

Un portafoglio composto per il 30% da azioni e per il 70% da obbligazioni, preferibilmente con scadenza non superiore ai 5-7 anni, ed in euro, difficilmente esporrà il cliente a rischi di oscillazione sfavorevole superiori al 10%. Allo stesso modo chi è disposto a sopportare un –20% potrà tranquillamente arrivare al 60% di azioni in portafoglio.

Come suddividere la quota di azioni tra aree geografiche

Il principio fondamentale che guida le scelte finanziarie delle famiglie deve essere la diversificazione. Creare un portafoglio diversificato è davvero semplice, grazie alla regola “Core – Satellite”.

L’80% di ognuna delle due classi di attivo (ossia azioni e obbligazioni) dovrà essere investita in prodotti diversificati e non movimentati, mentre il 20% potrà essere impiegato in strumenti di nicchia con un orizzonte più di breve termine.

Ad esempio, in un portafoglio composto per il 30% da azioni, il 24% potrà essere investito in prodotti azionari a vocazione globale (emergenti compresi), mentre il 6% potrà essere impiegato in prodotti di nicchia (fondi settoriali, fondi con specializzazione geografica, ecc).

Allo stesso modo il 70% potrà essere suddiviso tra una parte core (pari al 56%) rappresentata da bond euro a medio termine e da una parte satellite (pari al 14%) che potrà essere investita in bond emergenti, corporate in dollari, ecc.

Come muoversi tra rialzi e ribassi

La parte satellite del portafoglio, pari al 20% di ognuna delle due classi di attivo, rappresenta un polmone da usare per ottimizzare il portafoglio nel breve periodo, rendendolo parzialmente immune dai ribassi. Quando uno dei due mercati scende (poniamo ad esempio quello obbligazionario), la parte satellite potrà essere liquidata completamente ed essere tenuta immobile sul conto corrente in attesa di nuove opportunità.

Questo permetterà una minore variabilità dei rendimenti dell’investimento complessivo nelle fasi sfavorevoli. L’investimento in componenti satellite nei momenti “migliori” permetterà invece di dare al portafoglio quella spinta in più grazie alla presenza di prodotti settoriali più rischiosi.

22/05/2018 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione