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Polizze e assicurazioni e il dilemma della madre/matrigna

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L’uomo nasce “nudo” e il primo sentimento di sicurezza gli proviene dalle cure della propria madre ma, raggiunta l’età adulta, dovrà costruirsi personalmente il “cerchio magico” rivolgendosi alle soluzioni che riterrà più opportune. Ben prima dell’invenzione sociale dei sistemi previdenziali e pensionistici oltre che assicurativi privati, l’uomo concretizzava le risposte al bisogno di sicurezza attraverso il risparmio di derrate alimentari, garantendosi così un volano di sicurezza che gli consentisse di non interrompere la sua vita attiva.

 
L’uomo, fin dall’antichità, riusciva ad organizzare un comportamento “difensivo” nei confronti del “tempo futuro” che poteva comprendere imprevisti e minacce al suo equilibrio esistenziale.Le prime e più antiche forme di assicurazione risalgono all’Antico Egitto: nel 2700 A.C. fu istituita una Cassa mutua per le spese funebri dei tagliapietre. L’esigenza di veri e propri strumenti di protezione contro gli imprevisti nasce con la navigazione, motivo per cui si può facilmente immaginare che le prime compagnie siano sorte nelle città marinare e fluviali. La leggenda fa risalire l’assicurazione trasporti agli antichi mercanti cinesi che affidavano le loro merci da trasportare sul fiume Giallo a diverse barche per frazionare il rischio di perdita o di danneggiamento delle stesse.
A Firenze, sull’Arno, nel XIV secolo appare la figura dell’intermediario, mentre la prima società di assicurazioni nasce nella città portuale di Genova nel 1424.
L’attuale uomo “economico” vive scambiando la propria produttività con una serie di beni e di compensi che gli consentano la sua presenza produttiva nel mondo della realtà.                             A tale scopo deve privilegiare innanzitutto la sicurezza intesa come un’entità in una società che si attende da lui una “prestazionalità” stabile.      
 
L’Italia ha un sistema di welfare avanzato, che consiste in quel meccanismo di assistenza e compensazione che supporta i cittadini “dalla culla alla tomba”, ma tale sistema non tiene più, lo Stato inizia ad arretrare su molti dei suoi impegni (pensioni, sanità).                                               E’ proprio in questi momenti che il pubblico si trova costretto a chiedere l’aiuto al privato, molto spesso all’assicurazione, per sopperire ai bisogni dei cittadini.
                                                                                                                                                                     
Il sentimento di sicurezza che deriva alla persona dal potersi garantire nei confronti della involontaria riduzione delle proprie capacità produttive, o delle diminuzione dei propri beni economici è essenziale per definire la qualità della propria presenza nella vita.
 
Gli individui, di fronte a situazioni altamente ansiogene, mettono in atto comportamenti fondativi per intervenire a eliminare, o almeno a ridurre, tali occasioni tensiogenetiche.
L’assicurazione è uno degli strumenti utili per non minare la dimensione attiva delle persone, della famiglia, delle aziende.
 
Che il sinistro accada o no resta incerto, ma se questo è il caso, allora l’assicurazione evita almeno la riduzione del patrimonio attraverso una compensazione finanziaria.
 
Le assicurazioni consentono all’assicurato di «cedere un rischio» poco probabile, ma potenzialmente rilevante a fronte di un pagamento, il premio, quantitativamente molto inferiore. 
 
La spinta soggettiva nasce dall’avversione al rischio dell’individuo: è infatti spesso difficile accettare l’aleatorietà e la conseguente impossibilità di controllare determinati eventi che possono avere impatti rilevanti sulla ricchezza e/o sulla qualità della vita. 
 
L’assicurazione è quindi un sistema redistributivo volontario che permette la condivisione del rischio, migliorando la posizione di ogni aderente. 
 
Dal punto di vista della Compagnia assicurativa è essenziale avere una base di clienti sufficientemente grande, così da avere la ragionevole certezza di incassare ogni anno più premi rispetto agli indennizzi da versare in presenza di sinistri. 
 
I premi sono ovviamente funzione della probabilità di ciascun individuo di subire un dato danno. 
 
Dal punto di vista dell’assicurato, più sono gli aderenti, maggiore è la redistribuzione del rischio e, in linea di massima, minore sarà il premio. 
 
Quindi possiamo dire che maggiore è il numero dei ricorrenti all’assicurazione e maggiori saranno i benefici per entrambe le parti coinvolte nel contratto – assicurati e compagnia.
Scopo principale dell’assicurazione è quindi quello di rassicurare l’individuo che gli eventuali eventi negativi non lo facciano uscire dal suo “stato di benessere”.
 
Storicamente le Assicurazioni nascono quindi con l’unica finalità di “compensare/riparare i danni” e quindi sono sempre connesse a ipotesi inquietanti e minaccianti quali gli incidenti, i lutti, le catastrofi e ciò attribuisce alle Imprese assicuratrici un’immagine più di “matrigna” che non di “madre protettiva”.
Sicuramente in caso di disastro o disgrazia è ben difficile che qualcuno possa permettersi di pagare di tasca propria gli effetti di un evento avverso e quindi, a tale scopo, è stato inventato il sistema redistributivo volontario chiamato “assicurazione”.

Per fare un esempio:
Sappiamo che oggi il massimale minimo di legge per la Responsabilità Civile Auto è pari a 6.000.000 di euro.                                                                                                                        Supponiamo che domani esca una legge che tolga l’assicurazione obbligatoria RC Auto, ma che obblighi i guidatori a vincolare in banca i 6.000.000 di euro, la domanda è:   
“abbiamo questa cifra da immobilizzare in banca?”
e, se anche l’avessimo, non potremo poi impegnare queste risorse in strumenti più redditizi.
Un contratto di assicurazione – nella sua forma più semplice – regola uno scambio monetario: il contraente paga un importo (il premio) per garantire al beneficiario (sé stesso o qualcun altro) un importo in una data futura, subordinatamente al verificarsi di un certo evento: l’assicurazione “copre” l’assicurato contro i pericoli dall’istante in cui il premio viene pagato.     
 
L’assicurazione ci permette, dietro il pagamento di un corrispettivo (il premio), di trasferire un rischio a un partner economico più forte (l’assicuratore), allontanando da noi lo spettro di un improvviso tracollo finanziario al verificarsi di eventi che minano la nostra stabilità.       
 
La somma di denaro richiesta all’assicurato è infatti minore di molti ordini di grandezza rispetto a quanto dovrà erogare l’assicuratore in caso che si manifesti l’evento negativo (il sinistro). 

A cura di Gianfranco Franzosini

 

  

30/11/2015 | Categorie: Mondo consulenti Firma: Redazione