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Ora per il futuro: perché si parla così tanto di longevity

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Un tema complesso e sfaccettato da affrontare in una logica concertata e multidisciplinare: la longevità influenzerà sempre più le scelte dei singoli, ma anche le politiche nei diversi livelli

Di longevity parla anche Larry Fink

La lettera annuale scritta da Larry Fink agli investitori si concentra sull’urgenza pensionistica e sulla necessità di investire in longevità (e in educazione finanziaria). Il CEO di BlackRock parla “crisi silenziosa” nei sistemi pensionistici a cui il mondo si trova di fronte, spesso trascurata dai media e dalla politica, ma che richiede un’azione tempestiva.

La crisi pensionistica risulta alimentata da basse aspettative di rendimento, crescenti costi per l’assistenza sanitaria e il trasferimento dei rischi pensionistici ai singoli individui: affrontarla richiede una comprensione delle sue cause, tra cui l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione dei tassi di natalità. Serve che i Paesi e le aziende si concentrino sulla produttività e sull’attrazione di lavoratori qualificati e clienti, mentre una sfida aggiuntiva riguarda la comprensione del perché alcune categorie di persone riescono a risparmiare efficacemente per la pensione, mentre altre no. Fink sostiene inoltre che la propensione delle persone ad investire è influenzata dalla loro fiducia nel futuro e nella stabilità delle istituzioni finanziarie e normative. Senza questa fiducia, le persone possono preferire mantenere i propri risparmi in luoghi sicuri o compiere movimenti finanziari rischiosi per ottenere guadagni rapidi. Durante periodi di incertezza economica o recessione, la mancanza di ottimismo può costituire un ostacolo significativo alla trasformazione dei risparmiatori in investitori a lungo termine.

La longevità richiede un approccio multidisciplinare

La longevità è un tema che riguarda molteplici aspetti della vita delle persone e incide sia a livello individuale, che sociale. Pianificare la longevità è compito delle politiche pubbliche in termini socio-assistenziali e sanitari, ma riguarda ad esempio anche l’urbanizzazione e l’evoluzione delle città, il modo di concepirle, di viverle, i servizi che rispondono alle esigenze di fasce di popolazione più avanti con l’età. Affrontare il tema della longevity implica rivedere le politiche del lavoro, soprattutto in un contesto in cui si assiste ad un calo demografico e ad un disequilibrio nella composizione delle diverse fasce generazionali. Connesso a questo aspetto, vi è l’ambito previdenziale, il cui sistema rischia il collasso. Le politiche e le riforme sono necessarie in tal senso e sia che verranno sostenute, sia che verranno posticipate, produrranno i loro effetti sulla vita dei cittadini.

Le persone, come famiglie ed individui sono chiamate a pianificare e programmare la longevità già oggi, in un’ottica di lungo periodo per poter limitare gli effetti del collasso del sistema pensionistico, a dotarsi di una pensione integrativa e risparmi individuali per poter affrontare la terza e la quarta età, momenti che riguardano sì l’anzianità delle persone, ma che comprendono esigenze differenti e contrapposte.

Dalla silver economy alla longevity economy

Il rapporto “World Social 2023” dell’ONU rivela che la popolazione globale di individui di 65 anni e oltre raggiungerà quota 1,6 miliardi entro il 2050, rappresentando oltre il 16% della popolazione mondiale: questo gruppo avrà esigenze e consumi diversi, con particolare attenzione alla salute e all’autosufficienza durante il periodo post-lavorativo. La Silver Economy, dedicata a questa fascia demografica, è un settore in rapida crescita, prevedendo di valere 5,7 trilioni di euro entro il 2025 solo in Europa. All’interno di questo settore, le scienze quali farmaceutica, biotecnologie e medtech sono in forte espansione, con un attuale valore di 2,83 trilioni di dollari. Gli investimenti si concentrano su ricerca e sviluppo, innovazione digitale e prodotti innovativi, offrendo nuove opportunità di reddito per gli operatori del settore, con particolare interesse nel medtech.

Gli anziani sopra i 65 anni mostrano un consumo pro-capite annuo medio più elevato rispetto ai più giovani, con un reddito medio superiore e una maggiore ricchezza reale pro-capite. Sono finanziariamente più solidi e meno soggetti alla povertà rispetto ai più giovani, e il loro reddito medio annuo è l’unico tra le diverse fasce d’età a superare i livelli pre-crisi. La domanda diretta generata dagli anziani in Italia è considerevole, rappresentando circa un quinto dei consumi delle famiglie residenti in euro correnti. Le imprese stanno adattando i propri prodotti e servizi per soddisfare le esigenze degli anziani in salute, che rappresentano un segmento di consumatori importante. In Italia, l’indicatore di speranza di vita a 65 anni è di 21 anni, mentre la durata media della vita senza limitazioni nelle attività per un sessantacinquenne è di 9,9 anni.

Il concetto di “longevità” si riferisce all’aumento dell’aspettativa di vita e alla prolungata fase attiva e produttiva delle persone: un numero sempre maggiore di individui vive più a lungo, mantenendosi attivo e in grado di lavorare, consumare e investire per periodi di tempo più estesi rispetto al passato. La longevity economy si focalizza su come le imprese e le industrie possano sviluppare prodotti e servizi per soddisfare le esigenze di questa popolazione invecchiata e in salute. Essa coinvolge settori come l’edilizia accessibile, che progetta edifici e alloggi adatti alle esigenze degli anziani, e l’abbigliamento, che produce vestiti e calzature appositamente pensati per loro.

Longevity , il mercato del benessere e della prevenzione

La prospettiva di un’economia della longevità si collega necessariamente ad un’economia di tipo sostenibile, in cui la prevenzione e la promozione di uno stile di vita sano, che consenta di raggiungere la fase della vecchiaia godendo di buona salute, è imprescindibile. Prendendo spunto dall’ambito sanitario, si dovrebbe considerare il vasto mercato della prevenzione, che comprende soluzioni per evitare le malattie prima che si manifestino, ma anche politiche nazionali o locali che a fronte di un investimento ridotto in termini di nudge promuovano l’attività fisica, come la camminata o condividano stili alimentari sani. Inoltre il settore del benessere include tutto ciò che contribuisce a trovare un equilibrio personale fatto di alimentazione, integrazione, movimento e spiritualità. Considerando la Longevity Economy non solo da una prospettiva multi-settoriale, ma anche longitudinale, si può individuare un’opportunità di mercato ancora più ampia collegando i settori industriali, insieme ai fattori legati all’invecchiamento, alle diverse fasi della vita, indipendentemente dall’età, e ai contesti in cui viviamo ogni fase. Questa interconnessione dei bisogni e delle opportunità dell’intera società della longevità potrebbe portare a un’effettiva inclusione sostenibile.

28/03/2024 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione