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Millennial e finanza, più
del 60% non investe

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Una recente ricerca svela il trend nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 39 anni

Una situazione che preoccupa

La maggior parte dei Millennial (oltre il 60%) non fa investimenti e non è seguito da un consulente, ha un’ottima capacità di risparmio, una bassa educazione finanziaria e una scarsa propensione al rischio. I dati emergono da una recente ricerca realizzata da Gloria Bifani, Consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede, Martina Piergallini, Marketing manager e Andrea Sabatini, Post-doctoral Researcher ed esperto di marketing,

Le barriere tra giovani e finanza

Pubblichiamo un primo estratto di questa indagine molto interessante, di cui vi forniremo report completo nella rivista MyAdvice, che fotografa il rapporto dei giovani con il denaro grazie al contributo di un’addetta ai lavori del settore finanziario e di due esperti di marketing. Il dialogo tra finanza e millennial si dovrà per forza di cose rafforzare. Ma ancora esistono barriere come la scarsa educazione finanziaria e la poca propensione al rischio dei giovani. Oltre alla carente dimestichezza col digitale dimostrata talvolta dagli stessi player della finanza.  

Una fascia generazionale strategica

Il rapporto, però, come dicevamo prima, dovrà intensificarsi. Oggi i Millennial sono circa 13 milioni in Italia (compongono il 17% della popolazione), hanno dai 25 ai 39 anni e rappresentano la fascia di età più produttiva del tessuto economico sociale del Bel Paese. In larga parte hanno dei redditi, sono i clienti di presente e futuro. Per questo l’industria finanziaria dovrà capire come avvicinarsi a loro, creando così un vantaggio competitivo prezioso. 

Pochi investimenti, molti risparmi

Tuttavia, ad oggi, la maggior parte del campione preso in analisi (più del 60%) non investe ancora i propri risparmi e non è seguito da un consulente finanziario. Mentre emerge che addirittura l’80% riesce a risparmiare. Ciò sottolinea una resistenza dei giovani a investire i propri risparmi. Tale resistenza è probabilmente riconducibile sia ad un gap comunicazionale tra banche e giovani, sia ad una mancanza di educazione base sui temi finanziari da parte dei ragazzi.

Le riflessioni da fare

Insomma, le riflessioni sono tante e come detto approfondiremo il report più avanti. Di sicuro si possono notare delle similitudini comportamentali tra i Millennial e i loro predecessori, per un’Italia che è da sempre popolo di grandi risparmiatori e pessimi investitori. Un trend che i giovani possono e vogliono cambiare. Pur che ci sia il supporto delle istituzioni nell’accrescere l’educazione economica e dell’industria finanziaria nel proporre soluzioni digitali più adatte ai loro standard. 

11/12/2020 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Luca Losito