La politica monetaria accomodante della Fed, innalza la curva dei tassi.

La Fed segue, da quasi tre anni una politica monetaria accomodante per combattere gli effetti della crisi finanziaria. Inoltre il rialzo dei tassi sulle scadenze medio-lunghe è evidenziato da un “irripidimento” della curva dei tassi, vicina ai massimi degli ultimi decenni.

TASSI IRS. Il differenziale tra i tassi IRS swap a 10 anni e quelli a 2 anni sfiora i 290 basis points, area che è stata raggiunta solo altre due volte dal 1988. Lo stesso fenomeno si verifica sulle curve dei rendimenti dei bond governativi con i differenziali tra i titoli a dieci e a due anni che presenta lo stesso differenziale di poco inferiore ai 300 basis points.

E’ chiaro naturalmente che in buona parte il rialzo dei tassi a lunga sia ascrivibile ad un aumento delle aspettative di inflazione, aumento confermato anche dall’osservazione dei Tips (Treasuries Inflation Protected Securities), che nel confronto con i titoli a tasso fisso riflettono aspettative di inflazione vicine al 2,5%, livello tra i più elevati degli ultimi anni. Una curva dei tassi così ripida non ci sembra sostenibile nel tempo, è quindi plausibile che: o i tassi a breve saliranno, oppure quelli a lunga scadenza scenderanno.

OPERAZIONE RISCHIOSA? Tra le due opzioni, probabilmente sarà più credibile un appiattimento in virtù di un calo dei rendimenti della parte lunga, vista l’incertezza sulla stabile ripresa dei consumi che dovrebbe caratterizzare i prossimi mesi. Da quanto precede, acquistare moderatamente titoli a lunga durata potrebbe costituire un’interessante opportunità di investimento e di diversificazione valutaria.

L’operazione di acquisto di titoli governativi americani a media e lunga scadenza comporta implicitamente un rischio di cambio: più precisamente se continuasse il trend di rafforzamento della moneta unica nei confronti del biglietto verde, questo movimento potrebbe erodere in tutto o in parte l’eventuale rendimento del titoli.