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La crisi finanziaria e gli investimenti previdenziali.

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Dopo che il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che in tutto il mondo le perdite derivanti da prodotti “tossici” si attesti sui mille miliardi di dollari (con alcune stime di analisti che prevedono anche valori superiori) finora le banche hanno annunciato svalutazioni, relative a tali prodotti, per 400 miliardi di dollari. E la differenza? Probabilmente qualcuno potrebbe pensare che ci sia la possibilità che la restante parte sia detenuta anche da fondi pensione.

Secondo i calcoli recentemente pubblicati dal Financial Times invece, i prodotti strutturati, come CDO e ABS, rappresentano solamente l’8% degli asset totali dei fondi pensione. Vale a dire che su un patrimonio globale stiamo pari a 15.000 miliardi di dollari destinati alla previdenza, la parte investita in titoli “tossici” sia, seppur consistente, significamene limitata e concentrata nei bilanci dei fondi pensione di Danimarca, Germania, Francia, Svezia e USA.

In Italia, secondo la Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), le forme di secondo pilastro rappresentate dai fondi pensione chiusi, ovvero quelli negoziali e contrattuali dei dipendenti italiani, avrebbero un’esposizione limitata ai titoli “tossici”.  Su 600 fondi “riservati” analizzati, solo 16, a quanto ha dichiarato Bruno Mangiatori, rappresentante della Covip, nella recente audizione in Parlamento, detenevano azioni o obbligazioni legati a Lehman Brothers ed “entrati in crisi” a seguito del suo fallimento. Oltre al numero risulta fortunatamente limitata anche l’esposizione dell’investimento dei singoli portafogli.

Anche dalle prime indiscrezioni che riguardano la crisi dell’Islanda dei circa 100.000 gli investitori italiani coinvolti sembrerebbero coinvolti esclusivamente i clienti di istituti di credito e compagnie assicurative acquirenti, nella stragrande maggioranza dei casi, di polizze index linked con sottostante emissioni governative islandesi mentre, anche se al momento il momento non si conosce ancora l’entità dell’esposizione, sembra che i fondi pensione abbiamo effettuato anche questa volta scelte strategiche migliori.

09/11/2008 | Categorie: Finanza personale Firma: Jonathan Figoli