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Evoluzione strumenti high-yeld: un “must have” per ogni portafoglio

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 Oggi per riuscire ad ottenere un rendimento superiore alla media serve un grande impegno e ricercare le migliori emissioni. Nel settore obbligazionario la scelta più opportuna ricade nel comparto delle emissioni di debito societarie, piuttosto che quelle governative soprattutto se si pensa che i bond a basso rischio francesi, tedeschi e americani ormai hanno rendimenti negativi. 

 
Philippe Uzan, chief investment officer di Edmond de Rothschild asset management, identifica le occasione migliori tra i titoli del segmento high-yield: «Il rendimento atteso – spiega, si aggira tra il 6 e l’8%, come riconoscimento di un livello di rischio più elevato. Ma noi pensiamo che la rischiosità sia sopravvalutata. I tassi di default dovrebbero infatti mantenersi a livelli molto contenuti, il 3%, inferiori alle medie storiche», come riporta il Sole24Ore
 
 Quindi nel prossimo futuro il propellente per il flight to risk non dovrebbe mancare. Una conferma tra le tante: nel primo mese dell’anno si sono susseguite le aste dei titoli di Stato italiani, da BoT e BTp a CTz e bond inflation linked, che hanno registrato richieste elevate. Gli stessi titoli erano guardati con molto sospetto solo qualche mese fa.
 
Tuttavia il processo di riallocazione sembra appena agli inizi: «Gli investitori – aggiunge il report della società francese – non si sorprendono più di vedere rendimenti negativi per gli asset risk free, come bond Usa, tedeschi e francesi, ma questa situazione non è a lungo sostenibile. Il contesto di tassi bassi spinge gli investitori a riconsiderare la loro asset allocation». Il trend, nelle sue caratteristiche, è noto: «Le obbligazioni dei Paesi core stanno diventando meno attraenti e un po’ più rischiose. Il debito corporate e quello dei Paesi emergenti dovrebbero invece godere di buone performance, anche se inferiori a quelle del 2012».
 
Ma non è solo questione di rendimenti: negli ultimi anni gli strumenti high-yield hanno vissuto una profonda evoluzione strutturale, che li ha trasformati da strumenti per investitori evoluti a prodotti must have per ogni portafoglio, anche con funzioni di diversificazione. E questo è anche il suggerimento finale di Uzan: «Per quest’anno preferiamo portafogli orientati verso la componente azionaria e verso il debito corporate».
 

  

18/04/2013 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione