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Educazione finanziaria, donne e gestione del risparmio

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Il 24 gennaio al PFEXPO, Paladino (Museo del Risparmio) parlerà di educazione finanziaria e del rapporto delle donne con il denaro

Nell’approccio e nella gestione del denaro, uomini e donne tendono a comportarsi in modo differente. Giovanna Paladino, direttore del Museo del Risparmio, domani 24 gennaio parlerà di educazione finanziaria e illustrerà il comportamento delle donne in occasione del PFEXPO di Milano, all’interno della tavola rotonda “Educazione finanziaria: il valore aggiunto di una relazione qualificata con il cliente”, che si svolgerà al Palazzo delle Stelline, in sala Leonardo, dalle 16.30 alle 18.00 (clicca qui per consultare il programma dell’evento).

“La ricerca “Le donne e la gestione del risparmio”, ideata dal Museo del Risparmio, mostra uno spaccato sorprendente di come le donne si rapportano con il denaro e di quale valore diano alla loro indipendenza economica. Oltre il 50% delle donne dichiara di non avere conoscenze in campo finanziario, anche se il 40% di loro si definisce “amministratrice” delle entrate familiari, intendendo, in realtà, la gestione delle sole spese quotidiane. Il 21% delle intervistate non ha un conto corrente personale e se si analizzano i dati si evince che, pur risparmiando in percentuale simile agli uomini, solo il 46% delle risparmiatrici afferma di investire i propri risparmi, contro il 66% degli uomini. In aggiunta, la maggior parte dei loro investimenti è indirizzata verso attività poco rischiose e quindi poco remunerative. Il quadro diventa ancor più preoccupante se si tiene conto dei livelli retributivi (il 50% dichiara di avere un reddito inferiore al partner), della loro maggiore longevità che, associata alla minore redditività dei loro risparmi, le espone al rischio di povertà in età matura.

È possibile aiutare le donne a superare questo gap conoscitivo/comportamentale che in Italia, a differenza di altri Paesi, non accenna a chiudersi? Forse sì, attraverso l’esempio di altre donne. L’indagine, infatti, indica che la trasmissione di buone pratiche nella gestione del denaro avviene attraverso parenti dello stesso sesso. Diventa, quindi, importante coinvolgere le mamme e le nonne per arrivare a figlie e nipoti. Un obiettivo, tuttavia, non semplice data la scarsa disponibilità delle donne a essere coinvolte, fatta eccezione delle giovani (24-44) laureate che vogliono, invece, investire nella loro formazione. Le evidenze descritte dall’indagine mostrano, in conclusione, come ci sia ancora molto da fare da parte degli operatori finanziari nel venire incontro alle esigenze della popolazione femminile; a partire dall’utilizzo di un linguaggio incentrato sulla sicurezza, sulla gestione responsabile del rischio, su obiettivi di lungo termine e questioni ereditarie per arrivare alla creazione di prodotti finanziari su misura, che tengano anche conto di bias comportamentali specificamente femminili”.

 

23/01/2018 | Categorie: Mondo consulenti Firma: Redazione