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E’ tempo ormai di fare uno check up previdenziale

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Come sanno coloro che hanno frequentato il liceo classico, nella antica Grecia la parola “tempo” si traduceva in due modi: cronos e kairòs. Tra i due termini esiste una differenza fondamentale : mentre cronos è il tempo che passa, che scorre inesorabile, il tempo che si misura ed è scandito dalla infinita sequenza dei giorni e delle stagioni, con il  termine kairòs si indicava  il momento della verità e della consapevolezza, il momento delle scelte ragionate, il momento in cui accade qualcosa di speciale ed in cui costruire qualcosa di nuovo. Ed è a questo ultimo significato che intendiamo riferirci quando diciamo che è tempo di fare uno check up previdenziale. E’ tempo per tutti,  ma soprattutto per coloro che  hanno una età anagrafica compresa fra i 50 ed i 55 anni ed una anzianità contributiva che vai dai 25 ai 30 anni e che – quindi – cominciano a sentire “odore di pensione”,  proprio ora che le nubi che si addensano all’orizzonte previdenziale minacciano molto di più che semplice pioggia. 

Ormai si parla diffusamente della probabile  elevazione dell’età pensionabile per le donne (verso i 65 anni) e per gli uomini (verso i 70) sul modello europeo, della inevitabile revisione (verso il basso) di parametri, indici e coefficienti che entrano in gioco nel calcolo dell’importo della pensione, revisione indotta  dall’allungamento della durata della vita, nel mentre l’avanzare della crisi economica internazionale ci obbliga da un lato a ricavare – senza aumentare la pressione fiscale – le risorse necessarie per ridurre l’impatto della crisi sul sistema economico e per potenziare il sistema di ammortizzatori sociali con cui  meglio tutelare i soggetti deboli. Tutto ciò conduce indirettamente anche ad una  riduzione delle coperture pensionistiche attese.

Perchè (quali gli obiettivi da conseguire)
a) costruirsi con chiarezza un quadro generale della propria situazione previdenziale dal versante dei diritti già maturati,
b) documentarsi sulla capacità di un corretto esercizio del diritto a pensione (natura della prestazione, decorrenza, requisiti, interventi anticipativi anche ai fini della recente abolizione del divieto reddito/pensione)
c) quantificazione (con accettabile approssimazione) della entità delle  coperture pensionistiche attese
d) far luce sulla complessiva problematica dormiente (omissioni contributive, riscatti,  ricongiunzioni e  prescrizione dei termini per agire)
e
) valutare gli effetti della crisi del lavoro in atto sulla propria situazione contributiva (mobilità, inoccupazione, lavori precari, ed interventi per ridurne l’impatto)
f) tener sotto controllo anche la situazione previdenziale, lavorativa, contributiva e assicurativa della propria famiglia e connessa problematica per salvaguardare gli equilibri economici interni e l’ assetto della complessiva disponibilità di risorse.

Cosa fare –  (sostanzialmente tre cose)
1) ) sanare la problematica contributiva “pregressa”, in tre mosse:
a)  redigere un accurato pro-memoria precisando  i periodi di lavoro svolto, l’elenco dei relativi datori di lavoro ed i  periodi di inoccupazione
b) acquisire dall’INPS (o dall’INPDAP se pubblico dipendente) un estratto conto contributivo aggiornato
c) confrontare i due documenti suddetti ai fini della individuazione delle differenze nelle registrazioni (periodi di lavoro, retribuzioni, entità della contribuzione accreditata), documentare eventuali omissioni o mancate registrazioni e chiedere all’INPS (od all’INPDAP) le rettifiche necessarie e l’emissione di un nuovo ed aggiornato estratto conto
2) quantificare la entità del maturato pensionistico attuale (facendone richiesta all’INPS che vi provvede attraverso l’estratto conto contributivo).
3) far luce sulla problematica in grado di influire sulla entità delle coperture pensionistiche attese, sulla loro decorrenza, sulla natura della prestazione che si intende conseguire, sulla spendibilità pensionistica  della diversa contribuzione,     sulla convenienza economica e la opportunità di interventi di riscatto, ricongiunzione, totalizzazione, e di recupero di contribuzione omessa –  prescritta o non prescritta –  e quant’ altro necessario   

A chi rivolgersi.
In relazione ai punti a) e b) precedenti (leggi “sistemazione” del pregresso), naturalmente all’INPS, od all’INPDAP (per il pubblico impiego), od ai  Patronati che provvedono  istituzionalmente alla trattazione delle domande di prestazioni con gli Istituti previdenziali. In ordine invece al precedente punto c) – che è il più importante in assoluto – si rammenta che questi Enti  notoriamente non “fanno consulenza ” (almeno fino ad oggi) e del resto  una ricerca su google di un Consulente Previdenziale non aiuta in quanto con tale espressione  oggi comunemente viene indicato un Soggetto che vende polizze vita e fondi comuni d’investimento e che ha poco da spartire con la problematica in parola.
D’altro lato il “fai da te” è impraticabile perchè la materia è assai complessa, intricata e contraddittoria a volte (e ciò forse spiega come mai molti  Promotori Finanziari  non osano inoltrarsi in questo vero e proprio terreno minato ed estremamente scivoloso).

Ma come tutte le situazioni difficili e complesse,  la soluzione può essere rappresentata da una nuova professione emergente: quella dell’Esperto Previdenziale  che  possa  andare a fornire risposte competenti , operative e definitive a seguito di un esame approfondito della complessiva  situazione assicurativa, contributiva e lavorativa del soggetto, soprattutto in relazione agli obiettivi individuati qui sopra. Un’attenzione ed un interesse in più nei confronti delle reali esigenze del cliente.

   dr. Domenico Attardi 

Questo articolo è scritto in collaborazione con il blog http://previdenzaindipendente.wordpress.com

12/01/2009 | Categorie: Finanza personale Firma: Redazione