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Conti di fine anno? Ecco come risparmiare investendo!

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Come ogni anno, l’avvicinarsi del 31/12 porta a fare i bilanci di fine anno, ecco allora alcune considerazioni per risparmiare investendo!

Se si parla di conti di fine anno la prima cosa che salta alla mente riguarda il pagamento delle imposte, ecco allora come ottenere uno sconto dalle tasse con tutte quelle forme di investimento che generano detrazioni.

Si tratta principalmente dei contratti assicurativi, non tutti però (come avveniva ante 2000) ma solamente quelle quote di premio che vanno a coprire i seguenti rischi:

·          Il caso morte (e quindi tutto il premio di una Temporanea Caso Morte)
·          Le percentuali di invalidità permanente superiori al 5% (tipicamente polizze infortuni e malattie)

Occorre doverosamente precisare che, temporanee caso morte a parte, non tutto il premio delle polizze è detraibile poiché è molto probabile che siano previste coperture anche per rischi non detraibili come, ad esempio, possa essere una diaria da gessatura.
Si precisa, inoltre, che lo sconto dalla tassa ammonta al 19% del premio, con un premio massimo detraibile (su tutte le polizze assicurative sottoscritte!) di 1291,14 Euro; questo, in pratica, comporta che lo sconto massimo ottenibile dalle tasse ammonti a 245,32 Euro.

Il maggior vantaggio fiscale, tuttavia, oggi non è rappresentato dallo sconto che si può avere dalle tasse (detraibilità) ma dall’abbattimento dell’imponibile Irpef, ovvero dalle forme di investimento che consentono la deducibilità del versamento effettuato. 

La forma di investimento più vantaggiosa esistente oggi in quest’ottica è rappresentata sicuramente dagli investimenti previdenziali i cui premi sono deducibili fino ad un ammontare di 5.164,57 Euro.

Questo comporta che una persona con un reddito lordo di 40.000 che verserà alla previdenza complementare anche solo 1.000€, andrà a calcolare le sue tasse su un imponibile di 39.000€. Essendo attualmente le aliquote irpef calcolate con il sistema della marginalità con l’applicazione dei seguenti scaglioni:

redditi inferiori a 15.000€ aliquota del 23%
redditi fra 15.000 e 28.000€ aliquota del 27%
redditi fra 28.000 e 55.000€ aliquota del 38%
redditi fra 55.000 e 75.000€ aliquota del 41%
redditi superiori a 75.000€ aliquota del 43%

Su tale reddito imponibile a quei mille euro versati, non sarà, quindi, applicata l’aliquota del 38% portando ad un beneficio di 380€ ogni mille versati alle forme di previdenza complementare. Risulta quindi immediato calcolare come se il nostro cliente, trovandosi nella situazione sopra descritta versasse 5.164,57€ avrebbe un risparmio fiscale di 1.962,54 Euro, che arriverebbero addirittura a 2220,76€ se il nostro cliente avesse un reddito riferibile allo scaglione più alto.

È pur vero che qualcuno potrebbe obiettare che , come un po’ in tutte le cose, se si ha un vantaggio oggi si ha uno svantaggio domani, è così anche in questo caso ma, facendo anche semplicemente dei “conti della serva”,  quei 380€ risparmiati oggi potrebbero essere sempre reinvestiti ad un tasso privo di rischio e, anche se fossero 380 gli euro da restituire nel momento del diritto alla prestazione (in linea di massima il compimento dei 65 anni di età), otterrei comunque un vantaggio economico (conoscete il detto “ a morire e a pagare c’è sempre tempo”?), ma la cosa bella di queste forme di investimento (oltre alla necessità di farle!) e che anche se a scadenza quei mille euro fossero diventati, grazie alle rivalutazioni finanziarie 2.000, il cliente andrebbe comunque a pagare un’aliquota agevolata, che presenta un importo massimo del 15% (ma che, dopo almeno 15 anni di adesione alle forme di previdenza complementare, può diminuire toccando il minimo del 9% dopo 35 anni di adesione) esclusivamente sull’importo nozionale di cui ha goduto il beneficio della deduzione, ovvero sui mille euro dedotti ma nulla è dovuto, in fase di prestazione, sui mille guadagnati.

Riepilogando se oggi ho un reddito di 40.000 € (ma vale per qualunque cifra fra i 29.000 e i 55.000) verso alla previdenza complementare 1.000€ ho un vantaggio immediato di 380€ e, a scadenza, pagherò, supponendo di andare in pensione con 35 anni di adesione, un’imposta di 90€ realizzando così un guadagno del 29% (38%-9%) per ogni versamento senza considerare né il guadagno ottenibile dal reinvestimento di quei 380 euro da oggi alla scadenza ma neppure il reale capital gain realizzato dall’investimento dei 1.000 euro di oggi (eventuali guadagni saranno tassati, oggi, in fase di gestione, con un’aliquota dell’11% ma una comunicazione CEE chiede all’Italia di adeguarsi al resto dell’Europa detassando, 0%, il capital gain di investimenti con finalità previdenziale).

Facendo un rapido calcolo si può affermare che il vantaggio minimo offerto dalla normativa ad ogni versamento fatto con finalità previdenziali sia pari all’8%; questo per persone con redditi inferiori ai 15.000€ (aliquota irpef del 23%) che maturino i requisiti per la prestazione con meno di 15 anni di adesione alla previdenza complementare (aliquota di tassazione al 15%); mentre il vantaggio massimo (piove sempre sul bagnato) raggiunga addirittura il 34%(!) per redditi superiori i 75.000€ (aliquota del 43%) con anzianità superiori a 35 anni (aliquota di tassazione del 9%).

Tengo a sottolineare che questi vantaggi valgono per tutte le tipologie di lavoratori anche quelli che aderiscono alle forme negoziali (secondo pilastro) i quali si vedranno dedurre i loro “contributi lavoratore” (e solo questi poiché il TFR, in quanto retribuzione differita, non è deducibile) direttamente nel Cud ma per i quali, in ottica consulenziale, occorrerà tenere in considerazione anche il “contributo datore” nel calcolo della deducibiltà residua al fine di effettuare un investimento completamente deducibile in qualsiasi forma di terzo pilastro ad adesione individuale (per ottenerne il beneficio occorrerà fare il 730). Sarà, quindi consigliabile, anche al lavoratore che già aderisce ad una forma di secondo pilastro, versare 5.164,57 – “contributo lavoratore” – “contributo datore” ad una forma ad adesione individuale per ottenere il massimo del vantaggio fiscale.

11/12/2008 | Categorie: Finanza personale Firma: Jonathan Figoli