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Imu e Iva, continua la discussione

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 Marciano di pari passo fin da quando si è insediato il Governo Letta: i dossier Iva e Imu continuano ad essere molto "caldi". Come riporta il Sole24Ore questo ha provocato  la minaccia di dimissioni del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, per il rischio di non riuscire a mantenere l’asticella del rapporto deficit-Pil sotto quota 3%. Anche perché al ministero dell’Economia definiscono sostanzialmente impossibile la "mission" di trovare 6 miliardi di qui a fine anno per garantire la cancellazione della seconda rata Imu sulle abitazioni principali (2,4 miliardi), rifinanziare la Cig in deroga (4-400 milioni) e le missioni internazionali di pace (3-400 milioni), sterilizzare l’Iva fino a fine anno (1 miliardo) e provvedere alla correzione dei conti per 1,6 miliardi per rispettare il tetto del 3%. A via XX settembre nessuno lo dice ufficialmente ma l’ideale sarebbe contenere l’operazione in 4 miliardi rinunciando al congelamento dell’Iva e ricorrendo a un meccanismo selettivo per la cancellazione della rata Imu di dicembre.

 
L’opzione di estendere il bacino delle abitazioni principali di pregio su cui mantenere l’imposizione, che consentirebbe di recuperare a seconda del bacino prescelto da 1 a 1,5 miliardi, ha sempre trovato posto nel menù dei tecnici dell’Economia ed ora sembra aver recuperato posizioni. Anche se il Pdl continua a fare muro e a pretendere il rispetto dell’accordo politico raggiunto a fine agosto che prevede il completo azzeramento di entrambe le rate Imu 2013 con la sola esclusione, come di consueto, di un’esigua fetta di case di lusso (categoria A1), ville e castelli.
 
Ma dai microfoni di Radio24 il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina (Pd), torna alla carica rilanciando la proposta di far pagare l’Imu «al 10% delle prime abitazioni di maggior valore». Così, spiega il viceministro, «potremmo recuperare le risorse necessarie per rinviare l’aumento dell’Iva e, a regime, recuperare quel miliardo che serve a intervenire sulla deducibilità dell’Imu per i capannomi, per i negozi, per le botteghe degli artigiani».
 
La partita su Iva-Imu resta insomma aperta. «Secondo me non è la cosa prioritaria», dice il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, facendo riferimento al nodo dello stop all’aumento dell’Iva. A parere di Squinzi per favorire la ripresa è molto più importante un «intervento deciso sul cuneo fiscale».
 
Intanto non sembrano allentarsi le tensioni tra Pdl e Pd. Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Pdl), si dice convinto che l’Iva non aumenterà e replica freddamente alla minaccia di dimissioni del ministro dell’Economia: «Il ministro Saccomanni non rappresenta partiti, per cui ci sia o non ci sia cambia ben poco». A difendere il titolare dell’Economia è il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda: «Saccomanni è il ministro dell’Economia del Governo Letta, è un ministro a tutti gli effetti, e la distinzione che ha fatto Gasparri, tra ministro tecnico e politico, non ha alcun ragion d’essere». Ottimista il ministro Maurizio Lupi (Pdl) su una positiva soluzione della vicenda: «Credo che in questi 2-3 giorni troveremo le soluzioni» per evitare l’aumento dell’Iva.

  

23/09/2013 | Categorie: Finanza personale Firma: Redazione