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Mercati globali, c’è spazio per ulteriori rialzi?

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Sebbene alcuni picchi di volatilità abbiano momentaneamente interrotto l’andamento dei mercati globali, come avvenuto ad esempio con la correzione dello scorso marzo-aprile, la fase rialzista sta continuando da diversi anni. L’indice S&P 500® ha registrato il quinto trimestre consecutivo di guadagni, mentre l’MSCI World ha raggiunto nuove vette nel primo trimestre dell’anno, superando il picco pre-crisi.
"Ci troviamo in una fase certamente positiva per i mercati finanziari, caratterizzati da nuovi massimi e da prospettive in ulteriore miglioramento – afferma Antonio Bottillo, amministratore delegato per l’Italia di Natixis Global Asset Management. Gli investitori italiani, tuttavia, rimangono ancora cauti e timorosi rispetto ai movimenti di mercato e poco propensi al rischio, come sottolineano anche alcune nostre recenti ricerche. Da qui la necessità di aiutare gli investitori a meglio comprendere i loro bisogni, attuali e futuri, e il rischio che sono in grado di assumersi in modo da poter costruire un chiaro piano finanziario e una corretta pianificazione di lungo periodo”.

Richard Skaggs, Senior Equity Strategist Loomis Sayles & Company sottolinea poi che i mercati azionari statunitensi e i maggiori mercati europei si sono attestati intorno a livelli medi per gran parte del 2014, e che gli scambi si sono svolti nell’ambito di range ristretti in termini di variazioni di prezzo. Se si considera che nel 2013 l’S&P 500 è tornato sopra il 32%, ed oltre il 10% nel solo quarto trimestre dell’anno, il recente periodo di consolidamento non sorprende affatto.
"Gli investitori si sono scontrati con diversi problemi a livello macroeconomico, compresa la sotto performance dei mercati azionari emergenti all’inizio dell’anno seguita da un rally a febbraio, ed hanno nuovamente dovuto far fronte a venti contrari a partire da inizio marzo" afferma Skaggs. D’altra parte, nel 2014 l’S&P 500 ha toccato livelli record in diverse occasioni, e Skaggs ritiene che l’outlook a medio termine resti positivo, seppur non così positivo come nel 2013.
Nonostante la recente “pausa”, Skaggs ritiene vi siano alcuni aspetti fondamentali a sostegno dell’attuale mercato rialzista che, a suo parere, rimarrà tale. "In primo luogo, e forse questa è la considerazione più importante, ci aspettiamo che gli utili medi delle società dell’S&P 500 proseguano quest’anno lungo il cammino di una crescita ad una cifra medio-alta" afferma Skaggs.
In secondo luogo, sebbene l’aumento delle entrate sia stato contenuto, Skaggs vede segnali di ripresa dell’economia americana dopo le performance piuttosto deludenti degli ultimi mesi (in parte a causa del rigido inverno nell’America settentrionale).
Inoltre, Skaggs ricorda come il dividend yield sull’S&P 500 sia rimasto intorno al 2,0% (sebbene l’indice si sia spostato più in alto) mentre le società statunitensi continuano ad aumentare i payout ad un ritmo ragionevole. "Sarebbe d’aiuto un’accelerazione del PIL per alimentare la produzione di utili maggiori da parte delle società appartenenti a settori ciclici. Tuttavia, non è probabilmente richiesta un’accelerazione dagli attuali livelli affinché la crescita degli utili prosegua al ritmo attuale" sostiene l’esperto.

In termini di investimenti, sempre sull’S&P 500, Chris Wallis, President e CEO di Vaughan Nelson Investment Management, ravvede le opportunità più interessanti nelle società a media capitalizzazione (mid-cap). "Le società a media capitalizzazione sono più interessanti rispetto a quelle a bassa capitalizzazione (small-cap) grazie alle maggiori economie di scala, a bilanci più solidi, a un più agevole accesso ai mercati dei capitali e alla maggior presenza internazionale. Ciò permette loro di resistere meglio agli shock economici rispetto alle società a bassa capitalizzazione" commenta Wallis. Rispetto alle large-cap, le società a media capitalizzazione sono generalmente in grado di ottenere una maggiore crescita degli utili. Esse tendono inoltre a trarre beneficio da operazioni di fusione e acquisizioni. "Le società a media capitalizzazione hanno dimensioni sufficienti per effettuare acquisizioni consistenti e, al contempo, rappresentano esse stesse un target interessante per queste operazioni". Inoltre, Wallis ritiene che le mid-cap presentino molte delle caratteristiche funzionali interessanti tipiche delle large-cap, ad esempio laddove le eventuali inefficienze sono frequenti e identificabili.
Concludendo, Wallis ritiene che siamo nel bel mezzo di un altro boom del mercato del credito. "Siamo fiduciosi sul medio termine, ma affinché questo trend sia sostenibile è necessario che i guadagni del 2013 si consolidino nel breve termine. L’attuale contesto di mercato mette in luce l’importanza della selezione di titoli per gli investitori" afferma Wallis.

Passando invece all’Europa, Yves Maillot, Head of European Equities di Natixis Asset Management intravede opportunità sul mercato azionario small-cap e mid-cap. Maillot sostiene che in Europa vi siano maggiori opportunità d’investimento nei titoli di società a bassa e media capitalizzazione rispetto a quelli delle grandi aziende.
"Sebbene due terzi dell’Indice STOXX Europe 600 siano rappresentati da piccole e medie imprese, queste costituiscono solo il 20% della capitalizzazione complessiva del mercato. In media, le valutazioni delle piccole e medie società quotate sono lievemente superiori a quelle delle large-cap, ma la crescita prevista è maggiore e lascia spazio per una ulteriore espansione" afferma Maillot.
Per le large-cap, il cash return sarà un tema di grande importanza per tutto il 2014 poiché la liquidità nei bilanci delle aziende è molto elevata e crea spazio per operazioni di fusione, acquisizioni, e distribuzione di dividendi. Nella ricerca di dividendi elevati e regolari, emergono alcuni nomi interessanti nel settore delle telecomunicazioni e nel settore energetico alla luce della lenta crescita delle spese per investimenti che consente potenzialmente maggiori flussi di cassa (free cash flow) e pagamenti di dividendi. Inoltre, Maillot continua a ritenere interessanti i titoli del settore farmaceutico a causa della maggiore visibilità, oltre al settore automobilistico per l’accelerazione dei profitti. Anche le valutazioni di alcune banche potrebbero aumentare ulteriormente.

Infine,
Robert Taylor, International Research Director, Portfolio Manager
Harris Associates, ritiene che oggi sia consigliabile investire in Europa per diversi motivi. "Il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita globale superiore al 3% nel 2014, un contesto in cui le imprese europee possono operare con profitto. Il 45% del reddito operativo di aziende come Diageo e Nestlè proviene da paesi che alimentano tale prevista crescita globale, con particolare riferimento ai mercati emergenti". Taylor sottolinea inoltre che i produttori di automobili di lusso come Daimler e BMW hanno potenzialmente un doppio percorso di crescita: da un lato, il settore delle auto di lusso sta strutturalmente prendendo quota all’interno del comparto nel suo insieme e, dall’altro, si ravvisano significative opportunità di crescita nei mercati emergenti. Taylor ricorda che molte altre società europee, comprese alcune banche, hanno approfittato del periodo di recessione per ripulire i propri bilanci, tagliare i costi, ridurre le spese ed accumulare liquidità.

13/05/2014 | Categorie: Mondo consulenti Firma: Redazione