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Previdenza. Come funzionano le “finestre mobili”.

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Quali sono i cambiamenti  del 2011 per le pensioni ? Le finestre mobili e il loro funzionamento.
PENSIONI E CAMBIAMENTI: Il nuovo anno  porterà cambiamenti nel sistema pensionistico italiano . La vera rivoluzione? Andremo in pensione più tardi. Da quest’anno entreranno in vigore le nuove regole stabilite da due riforme; la prima quella più datata del governo Prodi (2007) e poi quella più attuale  di luglio del governo Berlusconi. Le due manovre avranno come scopo quello di sgravare i conti pubblici, ma per gli italiani produrranno solo conseguenze negative.
LE REGOLE: Se si parla di pensione, bisogna evidenziare due variabili:
1. Le quote
2. Le finestre mobili
Il sistema pensionistico non altera il concetto di pensione “di anzianità” e di “vecchiaia” che si  consegue  a 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne (61 per le statali e diventeranno 65 nel 2012). La vera rivoluzione consisterà nel procedimento del raggiungimento della  pensione di “anzianità” , che si otterrà al raggiungimento di “quota 96”, ossia 60 anni di età e 36 anni di contributi, oppure 61 anni di età e 35 anni di contributi, e così via. Ma non è finita qui. Infatti la “quota” nei prossimi anni  si alzerà fino a quando le pensioni di anzianità e di vecchiaia combaceranno.
LE NUOVE FINESTRE MOBILI: Ma le novità non sono finite. Infatti da quest’anno verrà introdotto la “finestra mobile”, introdotta dalla manovra estiva del luglio scorso. In pratica chi acquisirà il diritto alla pensione dovrà aspettare 12 mesi mentre per gli autonomi 18 mesi prima di lasciare il proprio posto di lavoro e percepire la tanto sognata “pensione”. Questo significa che la data effettiva della percezione della pensione sarà posticipata  di almeno 12 mesi.
FINESTRE MOBILI 2010: Queste nuove regole non saranno valide per i lavoratori che hanno maturato i requisiti  entro il dicembre 2010, e quindi, potranno andare in pensione  di anzianità l’anno prossimo con le vecchie finestre (gennaio e luglio) e con i requisiti in regola per il 2010 (quota 95 con 59 anni di età minima a fronte di 36 anni di contributi per i dipendenti, 60 e quota 96 per gli autonomi).
SCHEMA ANZIANITA’ LAVORATORI DIPENDENTI: I dipendenti vanno in pensione anticipata con quota 96 ma con almeno 60 anni di età. Ci vogliono quindi 60 anni e 36 di contributi o 61 se gli anni di contributi 0 61 se gli anni di contributi sono 35. Raggiunti i requisiti bisogna aspettare i 12 mesi previsti dalla finestra mobile introdotta con la manovra di luglio:
ANZIANITA’ LAVORATORI AUTONOMI: Gli autonomi vanno in pensione di anzianità con quota 97 e almeno 61 anni di età. A questi requisiti vanno aggiunti i 18 mesi previsti dalla finestra mobile inserita dalla manovra di luglio. Di fatto sono quindi necessari almeno 62 anni e mezzo (regola valida anche per i collaboratori a progetto):
PENSIONE DI VECCHIAIA: La finestra mobile prevista dalla manovra di luglio si applica anche alla pensione di vecchiaia che prevede un’età anagrafica di 65 anni per gli uomini e di 60 anni per le donne.  Di fatto si andrà in pensione di vecchiaia con almeno 61 anni e 66 gli uomini 
DONNE E STATALI: Cancellata l’anzianità nel privato:  le donne escono dal lavoro dopo i 60 anni. Nel pubblico avranno un requisito anagrafico per la vecchiaia di 61 anni (65 dal 2012). Possibile l’uscita per  anzianità con 60 anni e 36 di contributi. Ad entrambe le categorie si applica la finestra mobile
REQUISITI 2010: Le norme sull’uscita con la finestra mobile non riguardano i lavoratori che maturano i requisiti entro dicembre del 2010 che potranno uscire dal lavoro anche dal 2011 con le vecchie finestre di gennaio e luglio.

02/01/2011 | Categorie: Finanza personale Firma: Jonathan Figoli