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Spread Borse Euro, novità in vista?

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 I MERCATI europei ce ne hanno dato una grande dimostrazione, segno che in ogni epoca ci sono cambiamenti e questi interessano anche il mondo della finanza e dei mercati mondiali. Come al solito, come d’altronde nell’ultimo periodo parliamo di banche europee e dei loro relativi spread. Il diverso (e lo strano) è che i titoli bancari italiani ed europei sono saliti pur con gli spread d’Italia, Spagna e Francia che si allargavano sul Bund. 

 
LA NOVITA‘ è che, per la prima volta dopo lunghi mesi, la peggior Borsa del Continente è stata quella tedesca. Il primo fenomeno è di difficile interpretazione e potrebbe rivelarsi semplicemente occasionale. Il secondo potrebbe invece rappresentare un cambiamento nella strategia degli investitori che iniziano a puntare sui titoli difensivi e "value", piuttosto che su quelli ciclici: in Europa, così come da qualche giorno sta avvenendo a New York. Soffermiamoci sui bond e i titoli bancari. 
 
IL RIMBALZINO di questi ultimi ha interessato tutta l’Europa e a Piazza Affari ha assunto la dimensione di un apprezzabile rimbalzo, pur con i rendimenti dei Btp decennali in crescita fino a un massimo di 21 centesimi, poco dopo mezzogiorno, e di 8 centesimi (al 5,85%) in chiusura. Similmente, lo spread con il Bund è risalito a 322 punti, una decina più di mercoledì. Siccome i volumi sui titoli bancari, specie italiani, sono stati piuttosto elevati, questi movimenti divergenti potrebbero essere significativi. 
 
Lungi dal credere a un’inversione di tendenza, è probabile che si siano viste delle ricoperture, anche da parte degli investitori americani. Un’altra spiegazione potrebbe venire dai titoli a 2 e 3 anni che si sono comportati meglio di quelli a 5 e 10 anni. E questo dovrebbe essere un segnale positivo, dopo aver visto sempre più appiattirsi la curva dei rendimenti. Al riguardo, può darsi che abbiano giocato un ruolo rilevante le aste di ieri sui titoli italiani (si veda a pagina 3). 
 
UN IMPORTANTE market maker fa notare che s’è fatto del "terrorismo" sul debito italiano da parte di alcuni broker internazionali, i quali hanno insistito sulla presunta scarsità della domanda nelle aste di ieri. È vero che il rapporto tra domanda e offerta non è stato per nulla eccitante (tra 1,3 volte e 1,8 a seconda dei titoli), ma in linea con le ultime aste, in un clima che non è certo favorevole. 
 
CONSIDERAZIONI più meditate sono sopraggiunte nel primo pomeriggio, cosicchè i rendimenti sul secondario sono tornati leggermente a scendere. Il Dax, listino peggiore. Basta guardare ai titoli di Francoforte per capire che qualcosa sta cambiando. I chimici, gli industriali, il settore auto e persino quello della tecnologia, i titoli ciclici insomma, hanno subito pesanti ribassi a Francoforte, così come sugli altri listini europei. 
 
Qualcosa d’analogo è avvenuto a Wall Street, dove il comparto dei consumi di base ha fatto meglio di quelli voluttuari. La chiave di lettura ce la offre un’analisi di Ubs che sintetizza una incipiente tendenza sulle piazze europee. La banca d’investimento svizzera sostiene che le azioni del Vecchio continente siano significativamente più a buon mercato di quelle americane, sia in termini di rapporto prezzi/utili sia rispetto al patrimonio. 
 
INOLTRE, sarebbe arrivato il momento di passare dai titoli «a crescita» verso quelli «value» (con valore) dei quali Ubs stila una lista di 11 società: per lo più titoli dell’energia (tra cui Eni), farmaceutici, alimentari e utility. Dei finanziari compare la sola Deutsche Bank. Il ragionamento di Ubs trova supporto nel calo della fiducia registrato nell’area euro e nella minor crescita dell’attività manifatturiera attesa nei prossimi mesi.

  

31/07/2011 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Vincenzo Polimeno