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Grecia, Junker: Siamo Ottimisti e molto vicini ad un accordo. Per ora però è tutto rimandato

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 C’è un po’ di ottimismo tra i funzionari dell’Eurogruppo, anche se la decisione è stata rimandata la 20 novembre prossimo. Molti obiettivi sono stati raggiunti anche dopo l’approvazione del bilancio da parte del Parlamento greco, ma molti punti restano ancora piuttosto nebulosi, come ad esempio le modalità con cui finanziare l’allungamento di due anni concessi alla Grecia dal 2014 al 2016 per la riduzione del bilancio sotto il 3%. Il costo stimato di questo allungamento si aggira intorno ai 30 miliardi. Inoltre è necessario trovare un accordo con il Fondo Monetario Internazionale sulla sostenibilità del debito.

 
Tuttavia Jean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, si è mostrato ottimista e ha rimandato la decisione al prossimo 20 novembre. "Tutti i problemi troveranno una risposta", ha detto il presidente dell’Eurogruppo mostrandosi ottimista. "Siamo molto vicini a un accordo e farò di tutto perché sia presa una decisione formalmente corretta".
 
I ministri delle Finanze dei 17 – si legge nella nota diffusa al termine della riunione – si sono trovati d’accordo sull’opportunità di concedere due anni supplementari (dal 2014 al 2016) ad Atene per la riduzione del deficit sotto il 3% alla luce dei recenti sviluppi economici. L’Eurogruppo spera che il 20 ci siano anche tutti gli elementi necessari per dare il via libera alla prossima tranche da 31,2 miliardi di euro in modo che questa possa essere erogata entro fine mese. Juncker ha quindi sottolineato che venerdì 16 la Grecia non andrà in default attraverso un’operazione di rollover sui titoli di Stato a breve termine. 
 
Il principale problema da risolvere resta comunque la sostenibilità del debito e il suo rifinanziamento, questioni sulle quali le posizioni di Unione europea e Fondo monetario internazionale restano ancora distanti. Il direttore dell’Fmi Christine Lagarde ha ammesso l’esistenza di punti di vista "divergenti" sulla data entro la quale far scendere il rapporto debito/Pil al 120%. Per l’Fmi l’obiettivo resta il 120% entro il 2020, mentre per l’Eurogruppo il traguardo potrebbe essere posticipato al 2022.
 
C’è poi la questione di come finanziare i circa 32 miliardi di costo supplementare derivante dallo spostamento della riduzione del deficit di due anni, dal 2014 al 2016. Secondo il ministro francese Pierre Moscovici, c’è la "volontà politica" di trovare un accordo. Ma sulle modalità i ministri hanno ora una settimana per riflettere.
 
La soluzione dovrà tenere conto dei Paesi della ‘tripla A’ che, come l’Austria, hanno già fatto presente di non voler finanziare i nuovi bisogni di Atene con i soldi dei contribuenti. E su tutto incombe il voto, o piuttosto il veto, del Parlamento tedesco: prima di qualunque decisione a livello di Eurogruppo, ha avvertito il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, "bisogna che il Bundestag sia consultato".

Un paletto che lo stesso Juncker ha ben presente: prima di sbloccare i nuovi aiuti alla Grecia bisognerà completare le necessarie "procedure parlamentari" ottenendo tra l’altro la luce verde del Bundestag. "Abbiamo fatto tutto quelle che era possibile fare oggi", ha osservato Moscovici sottolineando l’"enorme passo in avanti compiuto". Ora bisogna essere "pragmatici e non drammatici" nell’esaminare tutte le opzioni ancora aperte per arrivare al necessario taglio del debito, ad esempio attraverso un suo ‘riscadenzamento’ o con un taglio dei tassi.

 

  

13/11/2012 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione