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Crollano utili e valori delle big italiane.

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 QUANDO LA CRISI si traduce in numeri fa paura: rispetto ai livelli precedenti di fine 2006 la perdita di capitalizzazione in Borsa dei 50 maggiori gruppi italiani è stata del 41% le cinque principali banche  valgono meno di un terzo rispetto al livello pre-crisi. 

 
RISULTATI ECONOMICI. E per i risultati economici non va meglio: gli utili delle grandi società italiane sono scesi del 32% ( da 38,5 miliardi di euro di fine 2006 ai 26,2 miliardi di fine 2010). Lo dice R&S Mediobanca nella sua analisi annuale del “sistema Italia”, dove si conteggiano per Intesa SanPaolo, Unicredit, Monte dei Paschi Siena, Ubi Banca, Mediobanca e Banco Popolare nel primo trimestre dell’anno crediti deteriorati netti  per un totale  di 87,2 miliardi, il doppio dei 44,8 miliardi del 2008.
 
E ANALIZZANDO tutti gli altri numeri del settore del credito (compresi ricavi in crescita dell’1,3%), gli analisti di R&S dicono che “se le prime tendenze dovessero confermarsi in corso d’anno, l’aggregato delle banche chiuderebbe il 2011 con ricavi inferiori di circa il 10% rispetto al livello del 2007”
 
UN PO’ MEGLIO va per l’industria con un fatturato che sempre per i grandi gruppi quotati nel primo trimestre dell’anno cresce dell’11,7% con margini in miglioramento del 13% e utili in crescita del 19%. E anche in Borsa qualche titolo industriale ha fatto bene nonostante la crisi: il re di questi ultimi cinque è stato il gruppo Fiat-Exor (+43%) seguito da Danieli (+40%), Campari (+30%), Terna (+24%)ma che è la migliore nel rapporto da margini e fatturato. 
 
LE BANCHE dell’area euro, infine, prevedono di continuare a rendere più restrittive le condizioni di finanziamento alle imprese nei prossimi mesi. Scende poi il numero delle banche che scommettono su un rafforzamento della domanda di credito. E’ quel che risulta invece, dall’indagine trimestrale sul settore finanziario dell’istituto centrale di Francoforte.

  

01/08/2011 | Categorie: Economia e Dintorni , Investimenti Firma: Jonathan Figoli