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La Storica riforma del sistema finanziario di Obama: luci e ombre sulle nuove regole

Il senato americano approva la riforma sul sistema finanziario. Maggiore protezione per i consumatori, limiti per gli investimenti delle banche. La firma del presidente attesa per la prossima settimana.

LA STORICA  RIFORMA – Il senato americano ha finalmente approvato la riforma del sistema finanziario, la più incisiva legge del governo americano per regolare i mercati finanziari.  Era dai tempi della grande depressione che il governo americano non interveniva in maniera così preponderante con una riforma sul sistema finanziario. La  legge già passata alla camera, voluta dal presidente Obama e dai democratici del congresso,  è stata approvata ieri 15 luglio con 60 voti favorevoli e 39 contrari. Ma il passaggio al senato è stato possibile solo grazie all’adesione di tre senatori repubblicani.

LA FIRMA – A questo punto manca  solo la firma del presidente Barack Obama, prevista entro una settimana. “Questa riforma – ha dichiarato Obama – protegge i consumatori e mette fine agli oscuri maneggi”. Ma il  testo di legge ha  diviso nettamente i parlamentari americani. E allo stesso modo non trova d’accordo molti economisti. Paul Krugman e Paul Volcker pensano che non sia stato abbastanza. 

LE CRITICHE – Secondo un sondaggio del  Wall Street Journal  gli esperti non concordano affatto sul giudizio dato alla legge. La divisione è stata praticamente al 50%: 21 hanno dichiarato che qualora fossero stati chiamati a votare in parlamento avrebbero appoggiato la riforma; 22 si sarebbero invece opposti. Più nel dettaglio, il 58% degli intervistati ha dichiarato che le nuove regole potranno avere un effetto solo parziale nel ridurre l’impatto di una nuova crisi simile a quella scatenata dall’esplosione della bolla subprime; solo il 6% ritiene che invece la protezione per il sistema sarebbe "significativa".

LE NOVITA’ – La riforma di Obama almeno in linea teorica dovrebbe bloccare in futuro una nuova crisi e, come affermato dal presidente Usa, dovrebbe proteggere gli americani da "atti oscuri" e mettere fine agli abusi delle banche. Il provvedimento si articola in 2.300 pagine e pone le basi per il varo di 533 nuovi regolamenti.

IL POTERE DELLA FED – Con la riforma la Federal Reserve estende  il suo potere di  “vigilantes” sulle compagnie finanziarie; le banche commerciali non potranno investire in operazioni speculative o particolarmente rischiose per una percentuale superiore al 3 per cento del proprio capitale.  Le banche che vorranno fare di più, dovranno lasciare il settore commerciale (che permette di raccogliere depositi dai clienti) e concentrarsi esclusivamente sul trading. Oppure saranno costrette a creare delle controllate separate.

UN MAGGIOR POTERE – La norma denominata “Too big to fail” (troppo grande per fallire) stabilisce  che in futuro il governo potrà assumere il controllo di (e liquidare correttamente) grandi società in crisi senza dover stanziare misure di salvataggio onerose per i contribuenti come il bail out da 200 miliardi di dollari varato per Aig. Il nuovo meccanismo, coordinato tra Federal Deposit Insurance Corp (Fdic), Tesoro e Fed, dovrebbe evitare anche tragedie opposte, come il fallimento della Lehman Brothers, consentendo interventi tempestivi come la rimozione del management e la ricapitalizzazione di società sull’orlo della bancarotta.

NUOVO ORGANISMO – La riforma  istituisce il Consumer Financial Protection Bureau: è il nuovo organismo a tutela dei consumatori che potrà stabilire e far applicare nuove regole per mutui ed altri prestiti. L’obiettivo è di impedire quel Far West sui prodotti finanziari (mutui, prestiti, carte di credito) scatenatosi ai danni dei cittadini nella fase più acuta della crisi esplosa nel 2008.
 

16/07/2010 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione