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Jesse Lauriston Livermore

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Jesse Lauriston Livermore, nato nel Massachusetts nel 1877 da una famiglia di contadini, lasciò presto la casa natale per trasferirsi a Boston dove iniziò a lavorare come ragazzo addetto alla lavagna su cui segnavano le variazioni di prezzo dei titoli.

Aveva un’ottima memoria e presto iniziò a notare che alcuni particolari movimenti dei prezzi si verificavano subito prima di grandi rialzi o ribassi del mercato. Iniziò così a prendere nota di questi fatti e a fare previsioni sugli andamenti del giorno successivo. In seguito controllava le sue previsioni con i prezzi reali.

Dopo un po’ si rese conto che era in grado di fare previsioni abbastanza buone. Livermore era tuttavia troppo giovane per poter entrare in Borsa e quindi l’unica cosa che poteva fare era investire nei "bucket shop", negozi di scommesse in cui le operazioni di acquisto e vendita vengono accettate ma in realtà non vengono eseguite. Livermore iniziò a scommettere nei bucket shop di tutta New York guadagnando una fortuna. Ben presto era conosciuto così bene che non lo volle più far giocare nessuno. Per un certo periodo di tempo giocò sotto falso nome ma alla fine si spostò a Saint Louis dove poté giocare solo per un breve periodo prima di ritrovarsi nella stessa situazione. A quel punto era conosciuto e temuto come il "giovane giocatore d’azzardo".

A vent’anni Livermore tornò a New York dove iniziò la sua carriera diventando uno dei più grandi speculatori mai esistiti. In 45 years in Wall Street Gann descrisse Livermore come "uno dei trader più spettacolari del suo tempo".

Era talmente forte come speculatore che fu da molti ritenuto la causa del crollo di Wall Street nel 1929.

A 45 anni sposò una ballerina diciottenne e con lei sperperò una fortuna in case principesche, uno yacht da 90 metri che lo portava a Wall Street e una macchina privata su rotaie che lo portava a Palm Beach in inverno.

La sposa bambina iniziò ad avere problemi d’alcool. La leggenda narra che nel 1934, durante una discussione, dopo aver bevuto molto, sparò al cuore a suo figlio, Jesse Livermore, che si salvò, miracolosamente per poi piombare anch’egli nell’alcol. Verrà arrestato nel 1975 per aver sparato al suo cane e aver tentato di violentare la moglie Patricia. Secondo la stessa leggenda Jesse si sarebbe suicidato, non tanto per aver sperperato una fortuna (nel 1933 aveva qualcosa come 30 milioni di dollari, che si erano trasformati l’anno successivo in un debito da due milioni di dollari) ma per aver scoperto che la terza moglie Harriet, alcolizzata cronica, aveva una relazione con un agente proibizionista.

Il 28 novembre del 1940 entrò nel bar del Sherry-Netherland Hotel. Bevve due martini e prese il suo taccuino sul quale scrisse le sue ultime parole: "La mia vita è stata un fallimento. La mia vita è stata un fallimento. La mia vita…" Poi andò nel bagno degli uomini, estrasse una pistola e si sparò.

  

12/09/2013 | Categorie: Nozioni e personaggi Firma: Redazione