
Dazi USA tra incertezze e obiettivi di lungo periodo: verso una nuova politica industriale?
In un mondo in continuo cambiamento, non siamo certo di fronte alla fine del mondo, ma di fronte a nuove dinamiche che plasmeranno il futuro economico e geopolitico globale.
Tra dazi sospesi e accordi incerti
Negli ultimi mesi il dibattito sulla politica commerciale americana ha oscillato tra dazi sì, dazi no, dazi sospesi e ipotetici nuovi accordi bilaterali ancora tutti da concretizzare. Qual è davvero la rotta della politica americana?
Secondo Andrew Spanaus, giornalista economico di Radio 24 esperto di dinamiche statunitensi, la strategia di Trump appare spesso poco lineare: colpire duro per costringere i partner commerciali a cedere qualcosa, salvo poi modificare la linea con rapidità. Un approccio diverso da quello di Biden, ma in continuità con il primo mandato di Trump stesso.
Tuttavia, dietro questa apparente confusione resta un obiettivo di fondo: la reindustrializzazione degli Stati Uniti, con il ritorno di capacità produttive oggi delocalizzate.
La sospensione dei dazi: una partita ancora aperta
In queste settimane, la Corte del Commercio Internazionale ha sospeso alcuni dazi, provvedimento immediatamente impugnato da Trump presso la Corte Federale d’Appello. Inizialmente si attendeva un verdetto entro il 10 giugno, ma la decisione è stata rinviata al 31 luglio.
Questo significa che ci aspettano altre settimane di incertezza, probabilmente meno turbolente rispetto ai mesi scorsi, ma comunque caratterizzate da continui annunci e contro-annunci.
La domanda chiave è: i dazi sono davvero la strada giusta per “rendere grande di nuovo l’America”?
Il quadro geopolitico: una nuova guerra fredda?
Secondo i dati raccolti dal gruppo di ricerca di Carlo Pelanda la politica commerciale americana si inserisce in un contesto più ampio.
Negli ultimi dieci anni abbiamo osservato una progressiva contrapposizione fra Stati Uniti e Cina per il primato globale. Oggi siamo di fronte a un vero e proprio sistema bipolare di tipo neo-guerra fredda, in cui la Cina esercita una forte influenza anche sulla Russia, seppure non completamente gradita da Mosca.
Gli Stati Uniti, dal canto loro, non possono rinunciare a una convergenza stretta con l’Unione Europea, senza la quale non avrebbero la scala necessaria per reggere la sfida cinese.
Quale previsione sul futuro dei dazi?
In questo scenario, appare difficile per Washington discostarsi troppo dalle posizioni europee. Per questo, la previsione del mio gruppo di ricerca è quella di un compromesso finale, che non sarà perfetto ma nemmeno disastroso.
In termini di sentiment finanziario, potremmo definirlo un moderato ottimismo: il sistema americano non si reindustrializza solo grazie ai dazi, ma con politiche industriali più strutturate e coordinate.
Il livello di discontinuità rispetto al passato, quindi, sarà probabilmente meno drammatico di quanto temuto nei primi mesi dell’anno, quando l’impatto delle misure protezionistiche sembrava poter creare una rottura molto più profonda.
Conclusioni
Il tema dei dazi rimarrà al centro del dibattito ancora per mesi, così come la questione della reindustrializzazione americana. Tuttavia, osservando lo scenario globale e la necessità per Washington di collaborare con l’Europa, è ragionevole attendersi un esito meno traumatico e più equilibrato di quanto prospettato inizialmente.
Scopri tutti gli argomenti pensati per la tua attività





