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Dall’informazione alla manipolazione: come la Comunicazione plasma la società

Il ruolo dei media in situazioni di emergenza e crisi è sempre più centrale, ma allo stesso tempo sempre più complesso.


Viviamo in un mondo in cui l’etica dell’informazione è spesso sacrificata alla logica del click, e la comunicazione 24/7, soprattutto sui social network, rischia di alimentare più confusione che consapevolezza.


Emergenza e crisi: le sfide della comunicazione

La comunicazione in emergenza, come ad esempio durante un terremoto, ha il compito di fornire informazioni tempestive e verificate per proteggere le persone e indirizzare comportamenti adeguati. Qui l’obiettivo è la chiarezza, la rapidità, e la credibilità.


La crisi, invece, mette in discussione ogni punto di riferimento: saltano i piani, emergono scenari inediti, e anche la comunicazione deve adattarsi a una realtà in continuo mutamento. Qui le istituzioni, le aziende e i cittadini devono fare i conti con un ambiente infodemico dove chiunque parla, dove chiunque si dichiara esperto, e dove la voce ufficiale rischia di perdersi in mezzo al rumore.


Internet, social media e infodemia

Internet ha senza dubbio democratizzato l’informazione, rendendola accessibile a tutti. Tuttavia, questa democratizzazione si è trasformata anche in bulimia informativa, con un sovraccarico di notizie spesso non verificate.

La maggior parte delle persone, come dimostrano i dati negli Stati Uniti (oltre il 70% si informa tramite social media), vive in bolle informative costruite dagli algoritmi. Questi silos rinforzano convinzioni preesistenti e riducono la capacità di valutare punti di vista diversi, aumentando la vulnerabilità rispetto alla propaganda e alla manipolazione.


La propaganda nell’era digitale

Il tema della propaganda, già storicamente rilevante, oggi assume nuove sfaccettature. La comunicazione istituzionale è sempre meno “super partes” e sempre più funzionale agli obiettivi politici e di consenso. Patrick cita la “militarizzazione” dell’informazione istituzionale: la comunicazione non è più orientata esclusivamente al bene collettivo, ma spesso al voto, ai like e al consenso immediato.


Le nuove tecnologie, dall’intelligenza artificiale alla profilazione avanzata, hanno ulteriormente potenziato la capacità di indirizzare messaggi mirati a livello emotivo, come ha dimostrato lo scandalo Cambridge Analytica. Oggi esistono strumenti in grado di condurre vere e proprie campagne di influenza mirate, con effetti potenzialmente devastanti sulla tenuta democratica e sociale.


Come difendersi?

In questo scenario così complesso, cittadini, imprenditori e istituzioni devono sviluppare una nuova consapevolezza:

✅ verificare sempre la fonte delle informazioni

✅ cercare più punti di vista

✅ non farsi travolgere dall’emotività dei social

✅ non scambiare la velocità con l’attendibilità


Durante un’emergenza o una crisi, la qualità della comunicazione può fare la differenza tra contenere i danni e amplificarli. Investire in competenze di media literacy (alfabetizzazione digitale e informativa) è ormai una priorità tanto per i singoli quanto per le organizzazioni.


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