Demografia e Progresso: come i lavoratori stranieri sostengono le economie avanzate

È questo l’allarme lanciato dai banchieri centrali di Giappone, Eurozona e Regno Unito durante il simposio di Jackson Hole.

La sfida demografica

La popolazione invecchia, le nascite calano e sempre più persone lasciano il mercato del lavoro. Il rischio? Una forza lavoro troppo piccola per sostenere crescita, produttività e stabilità dei prezzi.

• Eurozona: senza immigrati, entro il 2040 mancherebbero 3,4 milioni di lavoratori.

• Regno Unito: entro il 2040, il 40% della popolazione avrà più di 64 anni.

• Giappone: qui i lavoratori stranieri sono solo il 3% della forza lavoro, ma hanno generato metà della crescita occupazionale recente.

Inflazione e produttività a rischio

Quando i lavoratori scarseggiano, le aziende devono offrire salari più alti per attrarne di nuovi. Questo può sembrare positivo, ma se l’offerta non cresce di pari passo, aumenta l’inflazione e cala la produzione complessiva.

Christine Lagarde (BCE) ha spiegato chiaramente:

“Un afflusso di lavoratori stranieri sarà cruciale per contrastare l’impatto delle tendenze demografiche”.

Il caso UK

Andrew Bailey, governatore della Bank of England, parla di “sfida acuta”: meno giovani al lavoro e più persone inattive per malattie di lunga durata. Non è solo questione di disoccupazione, ma di partecipazione al lavoro in generale.

Politica e realtà

C’è un problema: il dibattito politico sull’immigrazione è acceso e spesso dominato da sentimenti populisti. Ma i dati dicono altro: senza il contributo degli stranieri, molte economie non riuscirebbero a reggere la pressione dell’invecchiamento.

Come ha avvertito Bailey:

“La sfida demografica e il calo della produttività non sono stati sottolineati abbastanza”.

Conclusione

Se vogliamo economie forti, stabili e inclusive, servirà più apertura verso l’immigrazione. Non solo come questione sociale o culturale, ma come necessità economica per sostenere crescita, occupazione e prezzi stabili.