
Il leader come motore del team: strategie per mantenere alta l’efficienza e la motivazione
La forza del consulente moderno non è nella solitudine del “professionista alfa”, ma nella capacità di guidare un team eterogeneo, riconoscere i propri limiti e condividere la relazione con il cliente.
La consulenza finanziaria contemporanea richiede molto di più della competenza tecnica. Chi opera ogni giorno accanto ai clienti si trova infatti a gestire bisogni che attraversano l’intera piramide delle priorità individuali: protezione, futuro previdenziale, obiettivi per la famiglia, investimenti, decisioni patrimoniali.
Non è più un mestiere da solisti. Ed è esattamente questo il punto centrale dell’intervista con Antonella, esperta di facilitazione esperienziale e dinamiche relazionali.
Il consulente come “decodificatore” del cliente
Porre buone domande resta essenziale, ma non basta. In un contesto in cui i bisogni emergono in modo frammentato, il consulente deve adottare un approccio quasi psicologico: comprendere segnali forti e deboli, cogliere preferenze implicite, adattare linguaggi e modalità di relazione in base all’età, alla cultura, alla storia personale.
Qui entra in gioco il team.
Secondo Antonella Brogi, un gruppo eterogeneo permette di incontrare meglio la complessità del cliente:
chi ha attitudine alla negoziazione,
chi eccelle nella relazione,
chi è più analitico,
chi riesce a creare apertura con domande mirate.
Diversità che diventano valore, se coordinate nel modo corretto.
Il ruolo del leader: assertività sì, ma senza maschere
Il cuore dell’intervista ruota attorno alla figura del leader del team, spesso colui che detiene la relazione principale con il cliente.
La leadership efficace, oggi, non coincide più con l’autorità verticale. Antonella la descrive con tre caratteristiche essenziali:
1. Assertività che costruisce un “noi”
Non aggressività, non imposizione. Assertività significa guidare creando un perimetro comune, dove gli obiettivi sono condivisi e la comunicazione è chiara. Un leader assertivo unisce, non accentra.
2. Vulnerabilità consapevole
Un concetto ancora poco riconosciuto nel settore finanziario. La vulnerabilità non è debolezza, ma la capacità di dichiarare quando non si è la persona giusta per quel cliente in quel momento.
Il leader può dire: “Qui c’è qualcuno del mio team che può esserti più utile di me.”
È una scelta che genera fiducia e credibilità.
3. La delega come competenza strategica
Saper scegliere a chi affidare una parte della relazione o una fase del processo è il tratto distintivo dei team che funzionano. La delega non è una cessione di responsabilità: è una forma di tutela del cliente e del gruppo.
Un modello culturale che sta cambiando il settore
In un mercato sempre più competitivo, la qualità della consulenza non è solo questione di prodotti o analisi tecniche. È un modello culturale: comprendere le persone, leggere la loro storia finanziaria, interpretare esigenze in evoluzione.
La consulenza diventa così un lavoro collettivo.
E la leadership diventa un esercizio di umanità, oltre che di competenza.
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