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Una matricola brilla in Borsa: Salvatore Ferragamo

 MATRICOLE. Negli ultimi anni causa la crisi subprime connessa al fallimento di Lehman Brothers e ai fondamentali macroeconomici che hanno annaspato e non ultimo il problema dei debiti sovrani, sul listino italiano le matricole o meglio le società quotate dal 2008 in poi hanno mostrato tutte un trend negativo ad eccezione di Diasorin (che poi per la sua capitalizzazione ha fatto il grande passo trasferendosi sul listino principale, ossia sullo Ftse Mib) e Yoox che hanno brillato di luce propria andando in controtendenza. 

 
POCHE IPO. Con questo chiar di luna, nell’ultimo anno poche sono state le Ipo e tra queste devo menzionare Salvatore Ferragamo ammessa sul listino lo scorso 29 giugno. All’inizio anche il sottoscritto cosi come la gran parte degli operatori di borsa erano scettici circa il momento non consono della quotazione. Ebbene si, c’è sempre l’eccezione che conferma la regola. La grande azienda di abbigliamento è andata contro il mercato e ad oggi ha messo a segno un rialzo del 24%. E secondo gli analisti di Goldman Sachs non finisce qui. 
 
BUY. Infatti per la banca americana l’azienda potrebbe proseguire la sua corsa al rialzo e spingersi oltre il 40% della sua quotazione odierna nei prossimi dodici mesi. A spingere il titolo è l’ottimismo della banca Usa che consiglia ai clienti un "buy" sulle azioni della casa d’abbigliamento con un prezzo obiettivo sui dodici mesi fissato a 16 euro e che implica un potenziale upside di oltre il 40%. 
 
"Riteniamo che il brand sia ben posizionato per cogliere le opportunità di crescita nel settore e migliorare significativamente i margini nel medio termine attraverso iniziative per migliorare la produttività dei punti vendita e ottimizzare il mix di prezzo e di prodotto. 
 
GLI ANALISTI Usa si attendono per quest’anno ricavi intorno ai 934 milioni e un ebit di 120,6 milioni con un incremento rispettivamente del 20% e del 39% sull’esercizio 2010: per il prossimo biennio la stima è di un +19% nei ricavi e di un 46% nell’utile operativo nel 2012 e di un +17% dei ricavi e di +30% di ebit nel 2013. 
 
"La società – prosegue la nota – sta intraprendendo una serie di interventi per migliorare il flusso dei ricavi e per migliorare la profittabilità dai livelli attuali che riteniamo troppo bassi per un brand italiano con 84 anni di storia che beneficia di una combinazione di tradizione e abilità unità a una esposizione ai mercati asiatici a rapida crescita. 
 
La trasformazione da azienda familiare a una struttura organizzativa manageriale supporta il nostro positivo outlook sui fondamentali".