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Economia e Dintorni

Recovery plan, così l’Italia
spinge ripartenza ed esg

Un piano per il futuro del Paese

Il dibattito è acceso, il tema centrale per il futuro del Paese. L’esecutivo inizia a dar forma al Recovery plan, un progetto da quasi 200 miliardi, che sarà finanziato interamente con gli aiuti stanziati dall’Europa (in parte a fondo perduto) per accelerare la ripartenza dopo la crisi Covid. Un passaggio fondamentale per l’Italia, da cui potrebbero dipendere le sorti dell’economia nostrana almeno nel medio periodo. E in cui si darà uno slancio decisivo alla sostenibilità.

Il dettaglio sulle risorse stanziate

Nel dettaglio, ammontano a 196 miliardi le risorse che, secondo la bozza del Recovery plan – testo sul quale non c’è ancora il via libera del Cdm – il governo metterà per le sei macro-aree del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Alla digitalizzazione e innovazione saranno destinati 48,7 miliardi, all’area “rivoluzione verde e transizione ecologica” andranno 74,3 miliardi, al settore Infrastrutture per una mobilità sostenibile 27,7 miliardi. Il capitolo “istruzione e ricerca” può contare su 19,2 miliardi, quello sulla Parità di genere su 17,1 miliardi, secondo la bozza. L’area sanità, infine, conterà su 9 miliardi.

La corsa del Pil nei prossimi anni

Infine, nella bozza emerge anche la proiezione sui dati economici con l’apporto di tali investimenti. La spinta al Pil sarebbe dello 0,3% nel 2021 e più sostenuta negli anni successivi: 0,5% nel 2022, 1,3% nel 2023, 1,7% nel 2024, 2% nel 2025, 2,3% nel 2026. Un piano ambizioso e non facile, su cui l’Italia dovrà lavorare seriamente, per poter finalmente riprendere quel circolo virtuoso di crescita che si è interrotto ormai da decenni. E che ripartirebbe in modo più etico e sostenibile rispetto al passato.