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Il caso della settimana

Pensioni e Esodati salvi dopo chiusura procedura infrazione?

 Chiudere la procedura di infrazione dell’Italia. Questa è la raccomandazione giunta da parte della Commissione Ue ha chiesto  la cessazione della procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia .  Pronto il commento del neo eletto premier Letta che ha commentato: «Merito di tutti gli italiani e dell’azione dei precedenti governi. Ora rispetteremo obblighi europei e programma votato dalle Camere».

Bruxelles spinge comunque l’Italia a lavorare sui conti per centrare il pareggio nel 2014, ridurre il debito e riformare lavoro, giustizia, scuola e fisco proseguendo con la spending review. Intanto ieri l’Ocse taglia le stime sulla nostra economia: Pil a -1,8% quest’anno e +0,4% nel 2014; disoccupazione rispettivamente all’11,9% e al 12,5%; deficit in calo al 3% e 2,3%, ma in aumento rispetto al Pil. 

 
Ma con la conclusione della procedura di eccessivo deficit  nei confronti di Roma, il governo Letta si ritrova con un margine di manovra superiore a quanto previsto per modificare il welfare, prima tra tutte la riforma delle pensioni e le coperture per risolvere la questione esodati.
 
Il governo avrà, infatti, una maggiore dotazione di risorse per assicurare agli esodati la pensione, che lo stesso premier Enrico Letta ha assicurato dovrebbe essere erogata per tutti entro l’anno.
 
E sarà necessario provvedere all’attivazione di circa 123mila pensioni. Dei 130.130 esodati salvaguardati dai decreti del governo Monti, infatti, solo 7mila assegni mensili, come comunicato dall’Inps, sono stati assicurati fino al mese di maggio.
 
Come ricordiamo  il problema degli esodati è molto complesso e la sua soluzione probabilmente richiederà di muoversi su strade sconosciute.  Ma il nuovo Governo starebbe studiando un nuovo meccanismo di pensioni flessibili per permettere un turn over generazionale tra anziani e giovani nel settore lavorativo, permettendo un inserimento più veloce nel mercato. 
 
Questa in sostanza la direzione nella quale si vorrebbe procedere modificare il sistema previdenziale come attualmente è concepito, dopo l’entrata in vigore della riforma Fornero all’inizio del 2013.
 
In particolare, il neo eletto ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, apre a modifiche sulle pensioni e suggerisce di diminuire gli attuali requisiti per la pensione anticipata o accordare l’uscita in cambio del calcolo dell’assegno con il sistema totalmente contributivo, che in caso di un’uscita anticipata, procurerebbe penalizzazioni per il lavoratore.
 
Il nuovo Ministro avrebbe allo studio una modifica all’età in cui entrare in pensione cioè con 35 anni di contributi e ad un età di 62 anni. Nonostante una penalizzazione economica che ne deriverebbe, in questo modo il problema esodati si ridimensionerebbe.
 
Il sistema pensionistico più morbido così indicato aiuterebbe anche il ricambio generazionale tra lavoratori anziani prossimi alla pensione e giovani in cerca di occupazione stabile.
 
Anche in questo caso, però, come accade già ora, chi lascia prima sarà soggetto a penalizzazione: andando, infatti, in pensione prima dei 62 anni si perde l’1% della pensione per ogni anno di anticipo e del 2% per ogni anno ulteriore rispetto ai primi due.
 
Ma l’obiettivo principale del ministro del Lavoro Giovannini è quello di diminuire la disoccupazione giovanile di otto punti percentuali portandola al 30% dai livelli record attuali. L’unica strada per ottenere questo risultato,  è quello di modificare il sistema delle pensioni.