Secondo Peter van der Welle, strategist di Robeco, l’assunzione di rischi nell’azionario sarà ancora remunerata sui 12 mesi
L’inversione della curva dei rendimenti obbligazionari – indicatore tradizionale di un’imminente recessione – ha spinto molti investitori a ridurre le proprie posizioni azionarie o a sottopesare i titoli corporate e le obbligazioni high yield. Tuttavia, chi disinveste da queste classi di attivo – in particolare le azioni, che continuano a guadagnare terreno – rischia di rinunciare ai rendimenti che potrebbero ancora scaturire da un allontanamento dei timori di recessione e dalla scoperta che le preoccupazioni per il quadro macro suscitate dalla guerra commerciale Usa-Cina e dalla Brexit sono in definitiva esagerate.
A fronte del nuovo massimo storico raggiunto dall’MSCI World Index in euro e del rialzo del 14,5% già registrato dall’indice dall’inizio dell’anno, può essere difficile sottrarsi alla sensazione che non si possa sperare in molto altro. Ma non è ancora giunto il momento di fermarsi, almeno stando a quanto emerge dalla riflessione fatta da Robeco.
Una prolungata debolezza dell’Eurozona, uno stallo sulla Brexit o un altro rinvio di un accordo commerciale Usa-Cina potrebbero causare un ulteriore episodio di turbolenza sui mercati, il che suggerisce di prendere precauzioni. Ma un’analisi di tutti i fattori in ballo suggerisce che l’assunzione di rischi in ambito azionario dovrebbe essere ancora remunerata su un orizzonte di 12 mesi.