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Economia e Dintorni

Fmi: gli emergenti bocciano candidatura Lagarde

 CANDIDATA. Dominique Strauss-Kahn si dimette e Christine Lagarde dichiara ufficialmente la sua candidatura a direttore generale del Fondo monetario internazionale. La ministra francese del dicastero dell’Economia è ampiamente appoggiata dai Paesi europei Germania in primis. Ma al fischio d’inizio che apre la partita, si sono subito scatenati contro Lagarde i Brics e gli altri Paesi emergenti, che ricordano come nel 2007 Jean-Claude Juncker sosteneva che il nuovo leader doveva rispecchiare i nuovi equilibri internazionali. 

 
BRICS. I rappresentanti di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica hanno dichiarato che «Se l’Fmi vuole conservare credibilità e legittimità, la guida dovrebbe essere scelta dopo consultazioni con tutti i suoi membri. Il prossimo direttore dovrebbe essere non solo una persona forte e qualificata, con un solido background tecnico e acume politico, ma anche qualcuno capace di continuare il processo di cambiamento e riforma dell’istituzione» . E ancora: «Occorre abbandonare l’obsoleta convenzione non scritta che prevede per il Fmi un capo europeo».
 
LAGARDE. Cinquantasei anni, ex campionessa di nuoto sincronizzato, Christine Lagarde è nota per il suo perfetto inglese. Pur nonostante la contrarietà dei Brics, si è lanciata nella corsa precisando che manterrà il suo impegno anche nel caso in cui la Corte di Giustizia della Repubblica francese decida di indagarla per l’affare Tapie. 

L’AFFAIRE. Infatti lo scorso febbraio la Corte dei conti ha giudicato illegale il ricorso all’arbitrato deciso dalla Lagarde per porre fine al contenzioso tra Bernard Tapie e lo Stato francese per la vendita di Adidas; un arbitrato che nel 2008 dette ragione a Tapie, e condannò lo Stato a versargli la cifra record di 285 milioni di euro. Il ministro delle Finanze belga Didier Reynders, in un primo tempo interessato al posto, ha appoggiato la Lagarde: l’Europa è a questo punto compatta dietro la candidata francese ma — a parte il Congo — nessun altro Paese ha già deciso di sostenerla. 
 
Il segretario al Tesoro americano Timothy Geithner ha avuto parole di elogio per lei, ma anche per Agustin Carstens, governatore della Banca centrale del Messico. Ora per portare  altri nominatici ci sono solo due settimane, fino al 10 giugno.