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Economia e Dintorni

Europa: crisi del debito, contagio, panico nei mercati. Solo un ricordo?

SEMBREREBBE che i problemi del debito in Europa siano passati in secondo piano. Dopo l’intervento della Banca centrale europea (BCE) con le aste dei bond italiani e spagnoli e il mercato azionario europeo in recupero dopo le pesanti perdite delle ultime settimane, sembra che il fantasma del contagio sia ormai svanito. Un ricordo del passato.

EPPURE, non possono che permanere dubbi sulle prospettive future dell’Europa. Non si tratta di pessimismo quanto, piuttosto, di realismo. Ora i guai peggiori sembrano – e sottolineo sembrano – risolti o, perlomeno, in fase di miglioramento, ma, andando avanti, come se la caverà l’Europa con le misure di austerità, estremamente restrittive, sullo sfondo di una debole – molto debole -crescita economica? Se si guarda alla situazione economica delle economie più grandi della zona euro, si troveranno ancora più dubbi e domande che risposte.

PER UNA, LA SPAGNA, la disoccupazione è ancora decisamente elevata, ad un imbarazzante 21%, che è più del doppio della media europea. Il suo mercato del lavoro è così turbato che i politici spagnoli hanno addirittura proposto di chiudere le frontiere agli immigrati rumeni, in quanto oltre un terzo degli 860.000 residenti rumeni in Spagna è senza lavoro.

PER UN’ALTRA, LA FRANCIA, la seconda maggiore economia d’Europa, persistono problemi interni da affrontare, come evidenziato dall’assenza di crescita nel 2 ° trimestre 2011. L’economia francese è arrivata molto vicino ad una contrazione nell’ultimo trimestre: i consumi estremamente deboli hanno bloccato la crescita del PIL, che ha registrato un aumento dello 0,0%. Un dato simile induce a chiedersi se l’obiettivo del 2% di crescita, che il presidente francese Nicolas Sarkozy si è posto per il 2011, sia ancora un obiettivo realistico, e se la Francia possa davvero ridurre il suo deficit di bilancio al 5,7% della produzione entro la fine dell’anno.

Poi c’è la questione della produzione industriale vacillante.
LA GERMANIA, il gigante di tutti i giganti, ampiamente considerato come l’ultima linea di difesa della zona euro contro una doppia recessione, ha registrato un calo dello 0,8% della produzione nel mese di giugno. Allo stesso modo, l’Italia, per Moneymaker il terzo Paese più grande della regione, ha registrato un calo dello 0,6%.

Se questi giganti economici non possono nemmeno sopportare il peso dei loro problemi, allora come possiamo aspettarci che apriranno la strada ad una ripresa europea? Meglio ancora, quale speranza ha l’Europa se le sue principali economie non hanno gli strumenti – e i requisiti necessari – per organizzarsi?

Date le strette misure di austerità, il ritardo della crescita nei principali paesi europei, e l’avversione al rischio ancora persistente nei mercati, è difficile immaginare che l’euro (EUR) possa essere in grado di elevarsi al di sopra della resistenza, in area 1,4500. Anche se l’euro riuscisse a sfondare tale soglia psicologica, sembra poco verosimile credere che avrebbe la forza per mantenersi al di sopra della quota per molto tempo! Gli orsi dell’euro probabilmente terranno il loro “grilletto” a portata di mano, in quanto potrebbe essere necessario premere molto presto … per una nuova stagione delle vendite.