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Economia e Dintorni

Declassamento Francia? Le voci di mercato

PAURA. La paura è tale che, nonostante il terzo giorno di acquisti della Banca centrale europea sui titoli governativi di Italia e Spagna, nel finale si sono riaperti i loro differenziali con il Bund tedesco: siamo sui 291 punti base per i Btp, sui 286 punti base i Bonos. Gli stessi rendimenti degli Oat, i bond decennali francesi, hanno subito tensioni e sono saliti al differenziale di 100 punti base con i titoli tedeschi, per un rendimento ormai del 3,21%.

 
WALL STREET. E anche Wall Street, che dopo le parole della Fed su crescita rallentata ma tassi ai minimi per altri due anni aveva operato un rimbalzo spettacolare, si è messa a guardare oltre l’Atlantico, con perdite degli indici attorno al 4% negli scambi di metà seduta. Il ragionamento di tutti gli investitori del mondo è piuttosto semplice: se saltasse la Francia, salterebbe l’euro, e si aprirebbe una fase incognita e tumultuosa per economia, politica e mercati.

BANCHE FRANCESI. Tanto è bastato perché le principali banche francesi (ed europee) Socgen, Credit Agricole, Bnp Paribas, sprofondassero nelle vendite, con prezzi finali tra il -15 e -20%, nonostante alcune di esse si affrettassero a dichiarare la loro solidità. Anche le "cugine" italiane ne hanno risentito, con Intesa Sanpaolo in calo del 12,35%, Ubi del 9,8%, Mps del 9,1%.

 
FRANCIA BUONI FONDAMENTALI. I fondamentali economici della Francia sono migliori di quelli dell’Italia, ma non tanto cristallini da metterla al riparo dai cattivi pensieri del mercato. C’è un debito pubblico al 90% del Pil, un deficit al 7% del Prodotto nazionale, ma una bilancia commerciale negativa per il 2,5% del Pil. La disoccupazione e i sistemi di protezione sociale sono elevati, simili a quelli dell’Italia. "Tutte condizioni che potrebbero schiudere una deriva all’italiana, secondo gli investitori", dice un operatore.
 
VOCI SMENTITE: "Le voci di declassamento sono state smentite, ma il mercato ci crede perché sembra una profezia molto logica, di quelle che hanno tutte le condizioni per autoavverarsi". Proprio in mattinata il dato Insee sulla produzione industriale francese a giugno ha mostrato una contrazione dell’1,6% sul mese precedente, molto oltre le stime degli economisti, che erano di un calo dello 0,6%.

Nel pomeriggio con la situazione hanno fatto i conti il presidente Nicolas Sarkozy e i vertici dell’Eliseo: il presidente ha chiesto ai ministri dell’economia e del budget di sottoporgli entro il 17 agosto proposte concrete per garantire il rispetto degli obiettivi di riduzione del debito, per trasformarle entro sette giorni in decisioni definitive.