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Economia e Dintorni

Crisi Europa, BCE: tassi invariati sino al 2012?

IL RALLENTAMENTO ECONOMICO in Europa, forte quanto inaspettato, ha innalzato il rischio di una nuova recessione e potrebbe impedire alla Banca centrale europea di aumentare nuovamente i tassi di interesse per quest’anno.
Le 17 economie dell’ area euro saranno con ogni probabilità chiamate a lottare per trovare il coraggio necessario a riprendere slancio, dopo essere cresciute solo dello 0,2 per cento nel secondo trimestre, la peggiore performance da quando emersero dall’abisso della recessione nel 2009. L’economia della Francia è in fase di stagnazione e l’espansione della Germania, la regione che dovrebbe rappresentare il motore economico dell’ Euro-macchina, è al palo: la crescita è pressoché in fase di stallo.

LA DEBOLEZZA DELL’EUROPA potrebbe persistere per il resto dell’anno: mentre i governi di Irlanda e Italia, forbici alla mano, saranno alle prese con i tagli alla spesa nel tentativo di contenere la mongolfiera dei rispettivi deficit di bilancio, l’economia a livello globale  sembra destinata a raffreddarsi. La BCE, che ha alzato il tasso di riferimento due volte quest’anno portandolo all’ 1,5 per cento nel tentativo di contrastare l’inflazione, la settimana scorsa è stata costretta ad iniziare l’acquisto di obbligazioni italiane e spagnole per arginare e, provare ad arrestare, il diffondersi della crisi del debito sovrano nella regione.

L’EURO E LE BORSE sono diminuite dopo che i dati di ieri sul prodotto interno lordo, ha aggiunto ulteriori prove di un rallentamento economico globale. Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, dopo il vertice di Parigi, hanno proposto di istituire un “Governo economico” della zona Euro e di prevedere una tassa sulle transazioni finanziarie, con l’obiettivo di arginare le turbolenze della regione. Hanno invece congiuntamente dichiarato che la strada dell’emissione di obbligazioni europee (eurobond) non può essere imboccata ora, e non costituisce una soluzione immediata alla crisi.

LA CRISI DEL DEBITO IN EUROPA, dopo i salvataggi necessari e destinati alle nazioni periferiche di Grecia, Irlanda e Portogallo, sta colpendo – e scalfendo – la fiducia nelle economie principali della regione.
Il PIL tedesco è aumentato dello 0,1 per cento nel secondo trimestre: la previsione mediana degli economisti era per una crescita 0,5 per cento.
La crescita dell’industria manifatturiera nella zona euro, come misurato dal Markit, l’indice dei responsabili acquisti, il mese scorso ha rallentato, muovendosi al ritmo più lento degli ultimi due anni. Sarà importante capire se la debolezza de dati potrebbe indurre una inversione – di rotta – frettolosa della BCE sui tassi di interesse, ha detto.

LA BCE, che dovrebbe aggiornare le sue previsioni economiche il mese prossimo, dirà probabilmente  che i rischi di crescita si sono spostati al ribasso. Difficile immaginare di assistere ad un taglio dei tassi, anche se è qualcosa su cui mercati potrebbero facilmente speculare.
Il tasso di inflazione della zona euro è sceso al 2,5 per cento nel mese di luglio, dal 2,7 per cento di giugno, secondo quanto reso noto oggi dall’ Ufficio Statistiche dell’Unione europea a Lussemburgo. La BCE si propone di mantenere l’inflazione sotto il 2 per cento.
L’incertezza economica è "particolarmente elevata", aveva detto il presidente della Bce Jean-Claude Trichet  il 4 agosto, mentre sosteneva  che i rischi circa le prospettive erano "sostanzialmente bilanciati".