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Wrapper, tra efficienza
fiscale e diversificazione

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Viaggio alla scoperta di uno strumento finanziario prezioso e allettante, soprattutto per investitori istituzionali e private

Così si ottimizzano i portafogli

Un wrapper è un metodo per strutturare i portafogli di investimento nel modo più efficiente dal punto di vista fiscale, e non solo. Ad esempio, un wrapper di cartolarizzazione può essere utilizzato da un investitore privato, da un trust, da una famiglia, da un family office o da un consulente finanziario per proteggere e gestire un insieme di asset attraverso la gestione di un unico strumento, il wrapper appunto. Quando si detengono diversi tipi di asset, può essere utile raggrupparli in un unico certificato per semplificarne la valorizzazione, la vendita o la trasmissione.

Le qualità del wrapper

Un consulente finanziario o un gestore di materie prime potrebbe ad esempio utilizzare un wrapper per strutturare un indice personalizzato composto da un gruppo di titoli o assets. Un gestore patrimoniale può utilizzare un wrapper per creare una soluzione di investimento per diversi investitori, i quali sottoscrivendo un singolo titolo, avrebbero così accesso ad un portafoglio diversificato. In altri casi invece, si può utilizzare un wrapper per mitigare il rischio associato ad un portafoglio composto prevalentemente da titoli rischiosi, inserendo strumenti per la protezione del capitale. Un HNWI o un family office possono inserire tutti o parte dei propri beni in un wrapper al fine non solo di proteggere il patrimonio, ma anche per facilitare il trasferimento del patrimonio (familiare e/o aziendale) alla generazione successiva o per inserirla in una polizza di assicurazione sulla vita.

La cartolarizzazione: di cosa si tratta

Una società di cartolarizzazione, istituita ai sensi della legge lussemburghese del 22 Marzo 2004 sugli strumenti di cartolarizzazione, può cartolarizzare svariati tipi di beni e attività, compresi i rischi legati a qualsiasi tipo di strumento finanziario o di attività, emettendo azioni / obbligazioni / certificati il cui rendimento e valore sono direttamente collegati ai beni e/o attività sottostanti. Negli ultimi decenni la cartolarizzazione è diventata un’alternativa interessante alle forme di finanziamento più tradizionali, diventando una valida alternativa alle forme di credito tradizionale, quali i prestiti bancari, l’emissione di titoli di debito, l’aumento di capitale e così via.

Tipi di asset cartolarizzabili

In Lussemburgo sono molte le categorie di asset che possono essere inserite nel wrapper, tra essi ne ricordiamo qui di seguito alcuni dei più usati. Azioni: questa categoria include qualsiasi tipo di azioni di società, diritti in società di persone, persone fisiche o società di capitali, azioni di altri tipi di imprese, azioni private, entità trasparenti e non. Obbligazioni: qualsiasi tipo di obbligazione può essere cartolarizzata, a partire da quelle emesse da società, da qualsiasi entità, da fondi o altri SPV, con un interesse fisso o variabile, legate a un’attività sottostante, obbligazioni partecipanti, ecc., incluse anche le obbligazioni strutturate. Derivati: Warrant, opzioni, swap, futures e qualsiasi altro tipo di strumento o contratto derivato, quotati o meno, da banco, ecc. Fondi: questa categoria comprende tutte le parti di fondi, che si tratti di una Sicav, un FCP, SPV, fondo di private equity, fondo immobiliare, ETN / ETF, ecc. Prestiti: sebbene un prestito non sia uno strumento finanziario, se le condizioni sono note in anticipo e i diritti di sottoscrizione per le obbligazioni sono stati trasferiti all’impresa, anche la cartolarizzazione di prestiti (preesistenti) è ammissibile. Ciò comprenderebbe i prestiti agli azionisti, il conto corrente, ecc. Infine anche tutti gli asset tangibili come: immobili, oggetti da collezione quali opere d’arte, automobili, yacht, barche, aerei e qualsiasi altro diritto collegato a questi beni come l’usufrutto, l’affitto, l’accordo o altro diritto come proprietà intellettuali.

Funzionamento

La società di cartolarizzazione acquista il rischio o i diritti legati ai beni che diventano le attività sottostanti. L’impresa di cartolarizzazione emetterà quindi uno o più titoli rappresentativi dei beni cartolarizzati, aventi un rendimento, un livello di rischio e un valore direttamente collegati a quelli di tali beni e/o attività. Ogni titolo emesso avrà un proprio ISIN code e potrà essere quotato su un mercato regolamentato.

Gli investitori

La società di cartolarizzazione può emettere titoli di vario tipo, che sono sottoscrivibili da investitori professionali, istituzionali e in alcuni casi da investitori retail. Tra di essi se ne possono annoverare tre. Azioni: equivalenti a una quota del patrimonio netto della società di cartolarizzazione, che danno diritto al dividendo eventualmente distribuito e ai proventi della liquidazione. Certificati: direttamente collegati all’attività sottostante. Obbligazioni: strumenti di debito emessi dalla società con una cedola fissa o variabile, che possono essere riscattati periodicamente o al termine del processo di cartolarizzazione.

20/02/2020 | Categorie: Investimenti Firma: Walter Panzeri