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Warren Buffett punta sulle banche Usa: ecco perché

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Dietro la scelta d’investimento dell’oracolo di Omaha la deregolamentazione post crisi

L’investitore di successo, Warren Buffett, ha sorpreso tutti con l’all-in sulle banche americane deciso nel 2018. A fine dicembre scorso, il portafoglio bancario della Berkshire Harhaway, la gigantesca holding dell’oracolo di Omaha, valeva circa 80 miliardi. Ovvero il 43% del totale investito in titoli pubblici. Con la presenza attuale nel capitale di Goldman Sachs, Bank fo New York Mellon, U.S. Bancorp, Bank of America, e con l’aggiunta di una nuova posizione in JP Morgan e Travelers Companies. Un investimento corposo e a lungo termine, favorito dalla solidità ritrovata dalle banche americane grazie alla deregolamentazione scelta da Washington dopo la crisi del 2009.

Nel Vecchio Continente se n’è parlato poco, ma quando uno come Buffett si espone così tanto, c’è da ragionare sui motivi della sua scelta. I colossi del credito statunitense hanno vinto su tutti i fronti la guerra con gli omologhi gruppi europei. E si preparano a raccogliere i frutti di questo successo esportando il loro modello, basato su una logica di mercato e forza dei numeri, anche nel contesto europeo. Se si guarda indietro, il successo viene da molto lontano. All’indomani della crisi globale partita proprio dai mutui subprime americani, la Casa Bianca ha reso più forti le sue banche grazie alla lungimirante politica dei bail out. E alla massiccia opera di rifinanziamento.

L’altro segreto della vittoria americana sta nel declino graduale del panorama bancario europeo. In un contesto finanziariamente debilitato, con profonde divisioni all’interno dell’Ue tra liberisti e sovranisti, l’hard brexit ormai sempre più probabile e i risultati poco ottimali delle divisioni di investment Banking. Oggi nel Vecchio Continente le banche europee si sono invertite i ruoli con quelle statunitensi, che nel 2008 erano al collasso e ricevevano aiuti dall’esterno. Da quella crisi, gli americani ne sono usciti rafforzati a tal punto da poter essere loro adesso a sostenere le banche in difficoltà estere imponendo il proprio modello.

Così, gli istituti di credito a stelle e strisce hanno attirato l’attenzione di un mago degli investimenti come Warren Buffett. Un abile finanziere capace di moltiplicare nel corso di 52 anni di gestione attiva il suo patrimonio, giunto a 183 miliardi nel quarto trimestre del 2018. Patrimonio cresciuto sfruttando l’interesse composto e facendo le scelte giuste nell’investire. Praticamente un impero, pronto a ingrandirsi ulteriormente sfruttando il possibile trend positivo delle banche americane.

28/02/2019 | Categorie: Economia e Dintorni , Investimenti Firma: Luca Losito