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Vendite allo scoperto, chi
punta (e lucra) sul crollo

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Dalla grande crisi al Coronavirus

Si era già verificato con la grande crisi del 2008, lo scenario rischia di ripetersi oggi con le ripercussioni del Coronavirus sui mercati finanziari. Gli “squali” sono pronti e aspettano il crollo per monetizzare le loro vendite allo scoperto. Un’occasione che, chi ha fegato a sufficienza, può tentare in periodi turbolenti come quello attuale. 

La mossa di Consob

Consob ha cercato di limitare questa pratica specutativa, bloccando tali vendite venerdì. E di fatti, Piazza Affari è riuscita nel rimbalzo chiudendo la giornata più positiva della scorsa tremenda settimana. Ma la tempesta non è passato. Quando si parla di questo tema la mente corre subito al film “La grande scommessa” (“The big short”, ossia la grossa vendita allo scoperto).

Il precedente particolare

La pellicola ripercorre i mesi precedenti alla crisi economica e, tra gli altri, parla di Michael Burry, manager di un hedge fund, che puntando sul crollo delle Borse riuscì con questa tecnica a totalizzare uno strepitoso +489% di profitti per 2,69 miliardi di dollari totali. Perché lucrare sull’emergenza è forse eticamente discutibile, ma sicuramente possibile.

16/03/2020 | Categorie: Investimenti Firma: Luca Losito