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Usa rischia il declassamento per un debito record in mano alla Cina.

L’America di Obama si avvia a diventare una delle nazioni più indebitate del mondo. E Moody’s, l’agenzia di rating che già fa tremare l’Europa, minaccia di toglierle una delle tre A delle sua affidabilità creditizia.

USA E RATING. Se dovesse accadere sarebbe un evento catastrofico, perché una cosa è declassare il debito sovrano di Grecia, Irlanda, Spagna e un altro è declassare la Superpotenza economica. Cosa questa che i Cinesi comprendono bene visto che hanno oltre il 60% di buoni del Tesoro americano. L’agenzia di rating cinese Dagong, il downgrading lo ha già fatto. E ora la Banca Centrale Cinese si trova davanti a una drammatica alternativa: se rimette sul mercato parte dei suoi asset in dollari, determina il deprezzamento ulteriore del biglietto verde e danneggia le esportazioni. Ma se non lo fa, il deprezzamento investe il valore dei suoi investimenti, con prospettive sono allarmanti. Si scontrano con le irresponsabilità congiunte della Casa Bianca e del (vecchio) Congresso. La Casa Bianca vuole far passare le sovvenzioni alla disoccupazione e per ottenerle ha ceduto sull’estensione dei tagli fiscali ai redditi alti, già approvati da Bush. E così all’interno del Congresso si è formata un’insana alleanza fra democratici e repubblicani.

NUOVA MANOVRA. Entro la settimana sarà approvato un ennesimo pacchetto di spese: altri 858 miliardi di dollari, che si aggiungono al trilione e passa di dollari del deficit di bilancio, al trilione di dollari dell’altrettanto fallimentare riforma sanitaria (dichiarata fra l’altro incostituzionale), al mezzo trilione di  dollari già pompati sul mercato dalla Federal Reserve. Un trilione tanto per capirci sono mille miliardi (!). Non ci  dovremo sorprende quindi nel leggere questi numeri: debito sovrano americano vicino al 90% del Pil, il deficit di bilancio è vicino al 10; la disoccupazione è al 9.8%. Eppure il 2 novembre l’elettorato Usa aveva parlato chiaro: la lezione  inferta ai democratici aveva come presupposto il risanamento delle finanze pubbliche. Ma Obama e il suo Congresso sembrano sordi. Per fortuna la Camera passerà ai repubblicani con l’inizio dell’anno. Mentre per la Casa Bianca bisognerà attendere altri due anni, incrociando le dita. Forse come molti si auspicavano, se il Presidente fosse stata Hillary sarebbe stata una scelta migliore…

21/12/2010 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione