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Una rete di cooperazione tra le persone : la Grameen Bank

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Trent’anni fa lo prendevano per pazzo e per un sognatore. Oggi tutti  lo osannano, dai poveri di tutto il mondo cui ha ridato speranza e sogni , ai  miliardari come Gerorge Soros e Ted Turner, gli offrono  uffici e risorse per promuovere il  suo “bambino”, il «microcredito». Microprestiti a tutti, i senza garanzia. Il personaggio  di cui tanto si parla sui giornali e televisione di tutto il mondo  è Muhammad Yunus, inventore della Grameen Bank, il quale   ha ricevuto il Premio Nobel 2006 per la pace come riconoscimento ai suoi «sforzi per creare sviluppo economico e sociale a partire dal basso.

Oggi in 7 milioni beneficiano dei prestiti senza garanzia di cui il 94% sono donne. Ma facciamo un passo indietro e raccontiamo la storia di come una rete di persone possa cambiare la realtà circostante. Il target cui la Banca si rivolge è davvero molto specifico: i prestiti, infatti, vengono concessi soltanto al 20% più povero di quel 35% della popolazione che, in Bangladesh, si trova al di sotto della soglia di povertà. Questo 20% dei ‘più poveri dei poveri’ è rappresentato da coloro i quali non possiedono nulla, ossia coloro che non hanno una terra, una casa, un lavoro. Muhammad Yunus nasce  nel 1940 nell’attuale Bangladesh, si  laurea in economia nel 1969 alla Vanderbilt University di Nashville. Dopo una breve esperienza di insegnamento in Tennessee e Colorado, torna in patria nel 1971 per dirigere il Dipartimento di economia rurale dell’università di Chittagong.

In Bangladesh, uno dei paesi più poveri del mondo, Muhammad Yunus si rende conto che le classiche teorie economiche che insegnava ai suoi studenti non erano in grado aiutare le migliaia di persone che ogni giorno morivano di fame proprio sotto i suoi occhi. Questa convinzione lo conduce fuori dalla sua università, per portarlo a confrontarsi con la vita reale. Proprio girando per i villaggi con i suoi studenti si rende conto che gli agricoltori poveri, quelli senza terra né beni, sono i più indigenti e vuole trovare un modo per aiutarli.  Ma quale aiuto dare? L’idea viene un giorno osservando una donna che, fuori dalla sua capanna, costruisce sgabelli di bambù.

La donna gli racconta che con il lavoro di tutta una settimana non riesce a racimolare il denaro sufficiente per mantenere i suoi figli, e questo perché è costretta a rivendere il suo manufatto al negoziante che le ha fornito in prestito il bambù con l’aggiunta di interessi esorbitanti. Quello che rimane è solo una miseria. Yunus comprende che per quella donna un minimo capitale iniziale di pochi centesimi può fare la differenza tra la vita e la morte. Il professore compilò una lista di 42 persone meritevoli  di ricevere un prestito complessivo  di 27 dollari.

Yunus prestò  lui  stesso quel denaro a quelli che erano sulla sua  lista e glielo  lo avrebbero restituito come avrebbero potuto. Il professore si rivolse allora alle banche per espandere il suo sistema di microcredito con la propria garanzia personale. Tutti restituirono i soldi prestati. Da allora, più della metà dei clienti finanziati da questa particolare Banca si sono, oggi, sollevati dalla povertà estrema; lo dimostrano parametri quali la frequenza scolastica di tutti i figli, tre pasti al giorno per ogni componente della famiglia, l’istallazione di servizi igienici in casa, l’abitazione a prova di infiltrazioni piovose, l’acqua potabile e la capacità di rimborsare, settimanalmente, un prestito di 300 taka.

Un ottimo risultato se si considera che, oltretutto, il bilancio di questa organizzazione non governativa(ONG) è tutt’ altro che in perdita: circa il 98% dei prestiti, infatti, viene regolarmente restituito. Il successo del sistema del microcredito ideato da Yunus si fonda sulla creazione  di un meccanismo che garantisce il rimborso del credito concesso a persone che sono considerate “non solvibili” dal sistema bancario tradizionale.

La Grameen Bank fornisce credito a gruppi di cinque persone; la costituzione di un gruppo di credito è la condizione iniziale necessaria per ottenere i prestiti. In questo modo, l’accesso individuale al credito è vincolato all’esistenza di un gruppo di credito; su tale metodologia si basa il concetto della responsabilità collettiva. Tutti i membri del gruppo devono appartenere allo stesso villaggio e tra loro annualmente deve essere eletto un presidente e un segretario per la gestione dei conti e la tenuta dei libretti.   I prestiti vengono concessi gradualmente partendo dai primi due membri più bisognosi e successivamente agli altri, se non vi sono state irregolarità nei rimborsi delle quote. Il procedimento di prestito conduce a una selezione per la Banca dei clienti più affidabili; d’altra parte, il principio della corresponsabilità aumenta la pressione sui membri del gruppo a rispettare le scadenze di rimborso per non bloccare la successiva erogazione di credito a tutto il gruppo.

Se ogni membro del gruppo riesce ad restituire i soldi, tutti gli altri membri possono chiedere  ulteriori prestiti. Mentre nel caso in cui non riuscissero ad adempiere alle proprie obbligazioni, ulteriori prestiti saranno rifiutati.  Questo sistema di credito  permette di sviluppare tra i membri dei gruppi una spinta  alla cooperazione per un fine sia individuale sia di gruppo.  La Grameem partita con un prestito di 27 dollari per un gruppo di 42 persone, è giunta a finanziare 4 milioni di clienti sparsi in 47 mila villaggi del Bangladesh. La Banca Grameen è di proprietà dei propri clienti cui eroga prestiti; solo essi possono comprare azioni della banca: il 92% del suo capitale è posseduto da questi, che sono persone povere; l’8% è di proprietà del Governo bengalese.
La Banca riceve depositi e contributi da diverse agenzie dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (UNCDF, UNIFAD, UNDP, UNESCO, UNICEF e altre), dalla Banca Mondiale, dal Governo statunitense e da governi di paesi dell’Unione Europea (Belgio, Germania, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia), da fondazioni e da altri soggetti privati.

16/01/2009 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione